Cina in guerra? Possibile intervento sull’isola di Taiwan

La Cina si è mostrata molto contrariata dell'ingerenza americana sull'isola di Taiwan. Si teme che Xi Jinping possa rispondere con un'invasione dell'isola.

Una preparazione per invadere l’isola di Taiwan. Questa, secondo l’attivista cinese esiliato in Europa Ai Weiwei, nonché per molti esperti di intelligence occidentali, sarebbe la visione cinese dell’attuale guerra in Ucraina

Vedremo più avanti nell’articolo cosa sta succedendo su Taiwan e perché è considerata di vitale importanza per mantenere la pace nel mondo. Per ora ci basti sapere che in molti, prima dell’invasione russa, consideravano l’isola la zona geostrategica più importante del mondo

Per chi non lo sapesse, su Taiwan vi è un’altra Cina, con governo e valori completamene diversi dalla Cina che conosciamo tutti noi. La Repubblica di Cina, ovvero il governo di Taiwan, è la sedicesima economia del mondo ed ha capitale a Taipei. 

Repubblica di Cina e Cina continentale (chiamata ufficialmente Repubblica Popolare Cinese), rivendicano l’una il territorio dell’altra e, con la crescita economica e sociale del governo di Pechino, questo ha creato parecchie tensioni politiche anche con gli attori internazionali. 

Tutto questo, come dicevamo, è diventato improvvisamente rilevante quando la guerra tra Russia ed Ucraina è divenuta “globale”, nel senso che entrambe le fazioni hanno ricevuto supporto militare ed economico

A questo proposito, l’attivista Weiwei ha spiegato perfettamente le relazioni fra Cina e Russia nell’intervista precedentemente linkata: 

Cina e Russia hanno dichiarato un’amicizia strategica “senza limiti”, mostrando così il desiderio di stabilire un nuovo ordine mondiale attraverso la sovversione e la distruzione del vecchio mondo stabilito da Stati Uniti ed Europa.

Cina e Russia sono davvero partner contro l’ordine politico costituito. Europa e America devono capire che Pechino non farà mai nulla per danneggiare la Russia e viceversa. Non si può comunque negare che in certi momenti la Cina possa fare da negoziatrice o intermediaria per proteggere gli interessi suoi e di Mosca.

Insomma, il nuovo secolo (ed inizio del nuovo millennio) potrebbe vedere come scontro storico quello fra Cina e Russia contro il dominio USA/Europa. I segnali, secondo Weiwei, sono ormai evidenti. 

Nei mesi precedenti alla guerra in Ucraina, in effetti, la Cina (continentale) ha intensificato le sue operazioni militari contro Taiwan, inviando caccia e navi da guerra sui cieli e nei mari dell’isola, preoccupando molto gli osservatori occidentali. 

Ed ora, Nancy Pelosi, la speaker della camera statunitense ed una delle figure politiche più rilevanti degli Stati Uniti, visiterà Taiwan. E’ la prima volta che uno speaker americano visita la Repubblica di Cina in 25 anni. L’ultima volta è stata nel 1997, ma all’epoca la Cina non aveva ancora il soft power che oggi la caratterizza. 

Vediamo, dunque, tutte le implicazioni politiche tra Cina e Taiwan, iniziando dal perché si è arrivati a questa situazione

La storia delle due cine

Il motivo per cui esistono due governi che si chiamano “Cina” risale alla Seconda Guerra Mondiale che, in Asia, iniziò nel 1931 con l’invasione giapponese della Cina

All’epoca il territorio che oggi chiamiamo “Cina” era diviso fra tantissimi domini governati da generali locali. Il principale di questi domini, controllore delle due città cinesi principali Pechino e Nanchino, era il governo nazionalista guidato da Chiang Kai-Shek. 

Il più debole di questi governi, se tale si possa definire, era quello comunista guidato da Mao Zedong. La sua “nazione” assomigliava più ad una banda di ribelli, nascosti nel profondo entroterra cinese sulle impervie montagne della Mongolia Interna. 

Con l’invasione del Giappone, però, Mao colse l’occasione e, attraverso una serie di mosse molto ben studiate e grazie anche alla sua alleanza con l’Unione Sovietica, riuscì a conquistare l’intero territorio della Cina

Il governo di Chiang Kai-Shek si rifugiò sull’isola di Taiwan, inespugnabile per l’armata di Mao. Da allora, il governo nazionalista ed il governo comunista si rivendicano a vicenda

Le due “cine”, sebbene culturalmente molto simili, hanno due forme di governo praticamente opposte

Il governo di Pechino è autocratico e centralizzato, in contrasto con il governo di Taipei (la capitale di Taiwan) che invece è libero e democratico

Per capirci, Taiwan è stata la prima (e fin’ora l’unica) nazione a legalizzare i matrimoni omosessuali. Una mossa che, di fatto, la mette socialmente alla pari con le nazioni occidentali. 

Le ambizioni di grandezza della Cina

Pechino, però, è ormai la capitale della seconda economia mondiale, nonché dell’esercito più consistente del mondo (in termini puramente numerici, non qualitativi). 

La Cina continentale, insomma, ha intenzione di sfidare gli Stati Uniti per divenire l’egemone mondiale. Per fare ciò, però, ha bisogno di controllare completamente il suo “giardino di casa”, risolvendo le questioni territoriali irrisolte. 

Come ha detto Ai Weiwei sempre nella stessa intervista, infatti: 

Non riesco a spiegare la logica della leadership di Pechino ma so che una logica c’è ed è legata alla questione di Hong Kong e alla sovranità di Taiwan, che per Pechino resta una questione irrisolta. Una visione che la Cina proietta sulle rivendicazioni della Russia su pezzi di Ucraina, proprio come Pechino rivendica sia Taiwan sia il diritto di usare la forza quando necessario.

Taiwan, da settant’anni di fatto un Paese indipendente, rischia una guerra mossa dalla Cina che Pechino non considererebbe un’invasione.                                     

Insomma, la grandezza della Cina si gioca su Taiwan. La questione di Hong Kong, che Weiwei menziona, è stata già in parte risolta con la sottomissione della città al governo cinese negli ultimi anni, nonostante le forti proteste della popolazione locale. 

Tale “conquista” è stata possibile anche grazie alla mancanza di aiuti occidentali ad Hong Kong, che non erano certamente dovuti a tutti i costi ma che hanno permesso alla Cina di tastare il terreno per un’eventuale invasione di Taiwan. 

Se non vi fosse alcuna interferenza occidentale, infatti, la Cina avrebbe probabilmente già invaso Taiwan e chiusa la questione una volta per tutte. 

Al contrario, Xi Jinping (il presidente cinese) sa che uno scontro contro Taiwan sarebbe uno scontro contro l’occidente, in quanto l’isola ha stretti contatti con le potenze europee e con gli Stati Uniti. 

Se volete più informazioni a riguardo, vi lasciamo questo video informativo di GizChina Italia:

La posizione strategica di Taiwan

L’isola di Taiwan, inoltre, non è solamente importante per la Cina culturalmente. Essa, infatti, aprirebbe la flotta cinese all’intero oceano pacifico, mentre ora è “ristretta” solamente nel Mar Cinese Meridionale. 

Basta aprire una cartina geografica, infatti, per vedere che l’isola di Taiwan è esattamente di fronte al continente asiatico e qualunque potenza con velleità globali deve possederla per poter “uscire di casa”

Dal punto di vista di Xi Jinping, inoltre, Taiwan è anche un modo che hanno gli occidentali per “soffocare” la Cina, almeno dal punto di vista territoriale. 

La conquista di Taipei, quindi, permetterebbe alla Cina di poter davvero aspirare allo status di superpotenza, e smettere di essere “semplicemente” una potenza regionale. 

Anche per questo motivo la Cina ha costruito innumerevoli isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, in modo da affermare il suo dominio e stabilire la sua forza contro le nazioni “confinanti”. 

Tali nazioni, vista l’aggressività cinese, si sono alleate per forza di cose con gli Stati Uniti, i quali sono ben contenti di poter limitare l’espansione del loro rivale più pericoloso. 

Taiwan ed Ucraina: due situazioni uguali?

“Soffocare” una grande nazione? “Limitare” il suo spazio vitale? Due popoli “uguali” ma “separati” per “colpa” dell’occidente? Sono tutte frasi che abbiamo già sentito, ma non a Taiwan bensì in Ucraina

E’ esattamente la retorica utilizzata da Vladimir Putin prima di invadere l’Ucraina e, come sappiamo, far scoppiare una terribile guerra che continua tutt’oggi. 

E’ dunque possibile che la Cina faccia lo stesso? Invadere Taiwan con le stesse scuse usate da Putin? Ebbene, la questione è complessa. 

Sebbene Ucraina e Taiwan possano sembrare situazioni simili, in realtà non lo sono affatto. Innanzitutto, la separazione fra Ucraina e Russia è molto più recente di quella fra Cina e Taiwan. 

L’Ucraina è diventata indipendente nel 1991, “appena” 30 anni fa, mentre la separazione delle due cine sussiste dal 1949, quasi tre generazioni fa. 

Da allora, gli abitanti di Taiwan non si sentono cinesi tanto più di quanto i cinesi si sentano vicini a Taiwan. 

Ucraini e russi hanno letteralmente legami di parentela di primo grado in milioni e milioni di casi. Non è il caso di Taiwan. 

Non solo, ma mentre l’Ucraina è stata letteralmente separata dal territorio russo, facendo nascere un governo dove prima non c’era nulla, il governo di Taiwan è lo stesso della Cina Nazionalista che prima della guerra deteneva il potere a Pechino. 

In sostanza, Taiwan è una vera e propria nazione storica semplicemente “migrata” su un’isola. La verità, però, è che la Cina Nazionalista esiste da molto prima della Cina Comunista, e questo è un fattore storico che non possiamo ignorare. 

Le due situazioni, quindi, non sono affatto paragonabili ed è difficile capire se la Cina stia valutando una vera invasione o meno

La visita di Pelosi: cosa cambia?

Non appena i media americani hanno rivelato che Nancy Pelosi visiterà Taiwan domenica prossima, il governo cinese ha immediatamente reagito con ostilità. 

Zhao Lijian, il portavoce del governo di Pechino, ha infatti detto

Se la speaker della Camera dei rappresentanti visiterà Taipei, la Cina adotterà misure risolute ed energiche per difendere fermamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e gli Stati Uniti dovranno essere pienamente responsabili di tutte le conseguenze.

Non sappiamo esattamente cosa intendano con “tutte le conseguenze”. Di certo non è intenzione della Cina quella di fare marcia indietro e lasciare che gli Stati Uniti rafforzino il loro legame con Taiwan. 

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