Colpo di Stato in corso in Niger. Sono ore convulse nello stato africano nel quale il presidente Mohamed Bazoum è stato destituito dal suo incarico.
A parlare è un gruppo di militari del Paese, in un messaggio alla televisione nazionale in cui hanno confermato il colpo di Stato. I militari hanno dichiarato di agire per conto di un Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria e hanno anche annunciato la chiusura dei confini del Paese e l'imposizione del coprifuoco a livello nazionale. La Costituzione è stata sciolta. Non si è fatta attendere la replica social del presidente Mohamed Bazoum.
Che cosa sta succedendo in Niger
I militari nigerini hanno fatto un video in cui il colonnello Amadou Abdramane, con altri soldati in divisa dietro di lui, ha spiegato le ragioni del colpo di Stato:
Noi, le forze di difesa e di sicurezza abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete. Questo per via del continuo deterioramento della situazione della sicurezza e la scarsa governance economica e sociale.
Il colonnello ha invitato anche i paesi stranieri a non interferire.
Tutti i partner esterni sono invitati a non ingerire. Le frontiere terrestri e aeree sono chiuse fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata e da oggi è stabilito il coprifuoco dalle 22 alle 5 per tutto il territorio fino a nuovo avviso.
Le parole social del presidente Bazoum
Il presidente Bazoum ha scritto su Facebook un messaggio sintetico ma deciso:
Le conquiste faticosamente ottenute saranno salvaguardate. Tutti i nigerini che amano la democrazia e la libertà se ne occuperanno.
E il ministro degli Esteri Hassoumi Massoudou ha di fatto respinto il colpo di Stato militare, affermando che il "suo governo rappresenta le autorità legittime e legali del Paese.
Il potere legale e legittimo è quello esercitato dal presidente eletto del Niger, Mohamed Bazoum. Bazoum è in buona salute ed è attualmente tenuto prigioniero dai militari golpisti presso la presidenza di Niamey".
Le ragioni del colpo di Stato dei militari
I membri della guardia presidenziale del Niger hanno iniziato un ammutinamento circondando il palazzo presidenziale nella capitale Niamey e bloccando l'ufficio e la residenza del presidente Mohamed Bazoum. Bazoum è un alleato chiave dell'Occidente nella lotta contro la militanza islamista in Africa occidentale.
Alla base della rivolta ci sarebbe l'intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia Presidenziale. Naturalmente incideno anche una serie di fattori legati a insicurezza e situazione economica.
Le reazioni internazionali a quanto sta avvenendo in Niger
Gli Stati Uniti chiedono di liberare al più presto il presidente Bazoum e ristabilire la democrazia nel paese:
Parla il segretario di Stato americano Antony Blinken:
Ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato.
Blinken ha aggiunto che gli "Stati Uniti stanno dalla parte del popolo nigerino e dei partner regionali e internazionali, condannando questo tentativo di prendere il potere con la forza e ribaltare l'ordine costituzionale".
L’Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell si è espresso contro "tutti i tentativi di destabilizzare la democrazia e minacciare la stabilità del Niger".
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, "condanna fermamente il cambio di governo incostituzionale in Niger".
Guterres è "profondamente turbato dall'arresto del presidente Mohamed Bazoum e chiede la fine immediata di tutte le azioni che minano i principi democratici in Niger".
La presa di posizione dell'Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato che
i circa 170 italiani che vivono in Niger sono stati tutti contattati dall'Unità di crisi della Farnesina, e tutti sono stati invitati a rimanere nelle loro abitazioni. Per quanto riguarda i nostri connazionali ci sono notizie positive e tutti sono al sicuro. Vedremo come evolve la situazione. Il Niger è un paese strategico per la stabilità dell'area del Sahel, e seguiamo con la presidente del Consiglio minuto per minuto l'evolversi della situazione.
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