Covid, a Malpensa tampone per chi arriva dalla Cina dopo l’esplosione dei contagi

L'esplosione del numero di contagi in Cina dopo l'allentamento delle restrizioni preoccupa. A Malpensa tornano i tamponi.

L’esplosione del numero dei contagi da Covid-19 in Cina torna preoccupare. Dopo le proteste dei cittadini per le durissime misure di contenimento della pandemia imposte dalle autorità, la Repubblica Popolare Cinese ha deciso per un forte allentamento delle restrizioni. Questa decisione ha però provocato un enorme aumento dei contagi, mettendo a dura prova gli ospedali del paese e facendo temere per la possibile diffusione di nuove varianti.

Pur cercando di evitare panico ingiustificato alcuni paesi iniziano ad introdurre misure precauzionali sui viaggiatori provenienti dalla Cina. E anche a Malpensa torna la richiesta di tampone.

Covid, a Malpensa tampone per chi arriva dalla Cina

A Malpensa dal 26 dicembre è tornato lo screening Covid per chi arriva dalla Repubblica Popolare Cinese. A tutti i passeggeri di voli provenienti dalla Cina sarà richiesto di sottoporsi ad un tampone per la ricerca di Sars-Cov-2.

La Regione Lombardia tuttavia ci ha tenuto a specificare come la misura sia puramente precauzionale e verrà attuata unicamente su base volontaria. Non è dunque obbligatorio sottoporsi ad un tampone per entrare nel nostro paese, ma lo screening sarà utile per tenere sotto controllo la diffusione delle varianti.

Misure simile o ancora più dure sono al vaglio di altri paesi. In Giappone ad esempio dal 30 dicembre sarà obbligatorio, per tutti i visitatori provenienti dalla Cina, sottoporsi ad un test covid.

Anche gli Stati Uniti valutano misure simili, preoccupati anche dall’effettiva trasparenza dei dati forniti dalle autorità cinesi.

L’Unione Europea invece non ha per il momento in programma l’adozione di misure restrittive a livello comunitario. I singoli paesi potranno invece singolarmente decidere per eventuali restrizioni precauzionali.

Il pericolo varianti, l’allerta dei virologi

Il pericolo maggiormente temuto, oltre a quello di una nuova diffusione del virus, è quello relativo allo sviluppo di possibile nuove varianti.

Un numero così alto di contagi rappresenta infatti ambiente fertile per lo sviluppo di nuove mutazioni del virus, stando alle parole di alcuni importanti virologi. Nei primi 20 giorni di dicembre in Cina si sono infatti registrati circa 250 milioni di contagi.

Tra i primi a parlare pubblicamente di questo rischio c’è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e consigliere dell’ex Ministro della Salute Roberto Speranza. Queste le parole di Ricciardi:

l rischio che i milioni di contagi Covid registrati dalla Cina favoriscano lo sviluppo di nuove varianti del coronavirus pandemico esiste. Il pericolo è che ne nasca una più patogenica, uno scenario possibile

Leggi anche: Decreto sicurezza 2023: ecco cosa prevede il testo

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