Crisi di Taiwan: le mire della Cina sull’isola, ma gli Stati Uniti non mollano la presa

Dopo la visita di Nancy Pelosi i rapporti tra USA e Cina sono diventati instabili, tanto da indurre Pechino a simulare un attacco sull'isola. Ecco il punto.

La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha destabilizzato gli equilibri già precari tra Cina e Stati Uniti. La più grande paura della Cina è che gli Stati Uniti possano incoraggiare Taiwan ad intraprendere la via dell’indipendenza, ma questo non è mai accaduto dopo il 1949, anno nel quale è stata proclamata la Repubblica Popolare Cinese. 

Un tempo era solo una palla di fango, ma adesso Taiwan è l’isola una delle economie più grandi al mondo ed è nel mirino cinese da più di un secolo. Perché? A causa della sua posizione strategica, essendo collocata nel Pacifico a largo della Cina, e per la sua economia, essendo il primo produttore di chip al mondo.

Per Xi Jinping “la riunificazione è doverosa, necessaria e inevitabile”, tanto da programmare la conquista dell’isola al 2049, anno nel quale si festeggia il centenario dell’impero cinese. Peccato però che a causa delle diverse invasioni, i taiwanesi conservano una cultura completamente diversa da quella cinese, soprattutto dopo la conquista giapponese.

La conquista di Taiwan da parte dei giapponesi nel 1845 comportò l’esportazione della loro cultura, ma anche dell’urbanizzazione. Infatti, Taipei, la maggiore metropoli di Taiwan, conserva ancora oggi la morfologia urbanistica delle metropoli giapponesi.

In sostanza, se anche maggioranza della popolazione taiwanese è di etnia Han, quella dei cinesi continentali, i loro usi e costumi sono molto più simili a quelli giapponesi che a quelli della Repubblica Popolare Cinese.

Ma il dominio giapponese su Taiwan durò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando in seguito alla sconfitta, il Giappone fu costretto a cederlo. Subito dopo però in Cina riscoppiò la guerra civile che vide la vittoria dei comunisti di Mao Zedong sui nazionalisti di Chiang Kai-shek e la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. Chard

L’appoggio degli Stati Uniti a Taiwan

Da allora la Cina continua a sostenere che Taiwan è solo una provincia occupata d forze secessioniste illegali e intima il governo dell’isola dal fare qualsiasi mossa che possa portare ad una dichiarazione d’indipendenza.

Va de sé il confronto con la crisi ucraina, ma mentre l’Ucraina è uno Stato indipendente e riconosciuto, Taiwan invece no; quindi, non gode di tutti quei diritti di cui, invece, gode l’Ucraina a livello internazionale.

E Pechino sembra voler mantenere questa posizione, esercitando delle pressioni continue sugli Stati per impedire il riconoscimento di Taiwan come Stato indipendente. Ma cosa ne pensano gli Stati Uniti? E cosa significa la visita di Nancy Pelosi a Taiwan?

Ricordiamo che gli Stati Uniti ebbero un ruolo importante nella guerra civile cinese, perché sostennero Chiang Kai-shek e lo aiutarono a fuggire a Taipei dopo la sconfitta. Inoltre, tutti i presidenti americani, sia democratici che repubblicani, appoggiarono la propaganda dell’Unica Cina, che per i primi decenni del dopoguerra faceva base a Taipei. 

Inoltre, grazie all’appoggio degli Stati Uniti, la Cina poté ottenere il seggio alle Nazioni Unite.

Le relazioni precarie tra Cina e Stati Uniti

Poi, però, le relazioni tra Usa e Cina migliorarono, a seguito dell’incontro fra il presidente Richard Nixon e Mao a Pechino nel 1972, che portò al riconoscimento diplomatico a gennaio del 1979 durante la presidenza Carter di Deng Xiaoping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese.

Questo comporto un cambio di rotta da parte degli americani, che da quel momento in poi cominciarono a considerare come Unica Cina non più Taipei, ma Pechino. Però, ad una condizione: la Cina non dovrà mai unificarsi a Taiwan.

Ovviamente, però, la Cina non sarà d’accordo, tanto che l’unificazione con l’isola è stata fissata al 2049, anno nel quale si festeggia il centenario della nascita della Repubblica Popolare Cinese.  Gli Stati Uniti, di contro, hanno lasciato intendere che scenderebbero in difesa di Taiwan nel caso in cui la Cina si muoverebbe per attaccarla.

Proprio per questo l’America continua a vendere armi a Taiwan, per decine di migliaia di dollari. Ma la Cina riuscirà mai a riprendersi Taiwan? La risposta a questa domanda potrebbe essere negativa, perché nel frattempo l’isola è diventata inespugnabile: l’unico modo della Cina per attaccare Taiwan è via mare, ma gli sbocchi al mare sono ben difesi.

Tuttavia, in diverse simulazioni chiamati “wargames”, gli scenari di conflitto tra Usa-Cina e Taiwan vengono vinti dai cinesi, anche se la speranza degli americani è che Taiwan possa resistere da sola ad un attacco, concedendo del tempo ai rinforzi di arrivare in soccorso.

Insomma, la situazione sembra tutt’altro che semplice da gestire.

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