Approvato il Ddl Autonomia, esulta la maggioranza: “promessa elettorale mantenuta”

Il Cdm approva l’autonomia differenziata, ma l’opposizione avverte: si tratta soltanto di una presa in giro.

Il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni è stato approvato nel Consiglio dei Ministri di oggi, 2 febbraio. La maggioranza esprime soddisfazione, ma non mancano le critiche da parte dell’opposizione.

Per la Lega si tratta di un’altra promessa mantenuta, ma voci dagli oppositori parlano di una bozza “irricevibile”. Vediamo perché.

Approvato il ddl autonomia: cos’è l’autonomia differenziata

Il testo del disegno di legge, voluto dal ministro leghista Calderoli, attribuirà alle regioni 23 materie di competenza statale.

Con l’autonomia differenziata, le regioni avranno la possibilità di legiferare nelle materie che attualmente sono di competenza concorrente, insieme ad altre tre materie di competenza statale.

Oltre alla competenza normativa, però, quello che rimarrebbe alla regione sarebbero anche gli introiti fiscali, quello che più fa gola ad alcune regioni del nord Italia più popolose.

Prima di definire l’autonomia differenziata, come è anche previsto dal disegno di legge, bisogna assicurare alle regioni, i Livelli Essenziali delle Prestazioni.

I cosiddetti “Lep“, però, nonostante siano fondamentali per garantire i “diritti civili e sociali”, non sono stati pienamente presi in considerazione dal provvedimento, e questa circostanza porterebbe le regioni a poter richiedere l’autonomia, anche senza il DPCM sui Lep.

La secessione dei ricchi

Nel ddl Autonomia, così come è stato approvato in Cdm, l’intesa per arrivare all’autonomia differenziata potrà essere raggiunta tra regioni e governo anche senza il DPCM per la definizione dei Lep.

Il criterio per la distribuzione dei finanziamenti, prenderà come riferimento la “spesa storica” della regione, quest’ultima determinata rispetto all’ambito per il quale la stessa richiede la sua autonomia.

Se il ddl sull’autonomia differenziata, dunque, venisse approvato tout court, i finanziamenti maggiori andrebbero alle regioni più popolose, quelle che tra l’altro hanno un reddito pro capite più elevato.

È il caso della Lombardia e del Veneto, che lamentano di versare alle casse statali 83 miliardi in più rispetto a quanto ritorna loro indietro.

In ogni caso, l’opposizione sottolinea le criticità presenti nella bozza e le mancanze del provvedimento.

Le critiche dall’opposizione

Secondo Calenda, “L’approvazione del ddl autonomia è l’ennesima presa in giro elettorale”.

Il leader di Azione sostiene che il ddl arriverà in parlamento soltanto tra 6 mesi, e l’approvazione tempestiva avviene in vista delle elezioni regionali.

Dal PD parla la candidata alla segreteria Elly Schlein, che ritiene come l’approvazione del Ddl in consiglio dei ministri sia stato uno sbaglio, in quanto, a rigore, il provvedimento doveva passare prima dalla conferenza stato-regioni, cosa che accadrà soltanto in seguito.

Secondo Bonaccini, inoltre, il ddl in bozza “è irricevibile”, nonostante la maggioranza si ostini a festeggiare questo momento come storico per l’Italia.

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