Autonomia differenziata, la riforma di Calderoli arriva oggi in Cdm: ecco il testo

Autonomia differenziata, la riforma seguita dal Ministro Roberto Calderoli arriva oggi in Consiglio dei ministri. Ecco il testo.

E’ arrivato il giorno in cui il disegno di legge sulla cosiddetta Autonomia Differenziata e preparato dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli arriva in consiglio dei ministri.

Oggi, giovedì 2 febbraio nel consiglio dei ministri programmato per le ore 16 a Palazzo Chigi verrà presentato il disegno di legge tanto caro alla Lega. E’ stata effettuata una prima disamina in data 30 gennaio dalla quale sono uscite alcune modifiche al testo iniziale.

Si tratterebbe di un primo esame di questo tema che poi sarà oggetto anche di un ulteriore Consiglio dei Ministri. Fortemente voluto dal Carroccio, il testo approda sul tavolo del Governo a pochi giorni dalle elezioni regionali nel Lazio e Lombardia, un banco di prova importante per la maggioranza, a cominciare dal Carroccio, sotto il profilo del consenso elettorale. Vediamo cosa contiene il testo.

Autonomia differenziata oggi in Consiglio dei ministri: cambiamenti relativi al voto delle Camere

Si diceva delle modifiche che sono state apportate al Disegno di Legge rispetto al testo uscito dall’intesa, raggiunta a dicembre, tra il ministro per gli Affari regionali Calderoli e la Conferenza delle Regioni

Una riguarderebbe un ruolo del Parlamento. Senza entrare in troppi tecnicismi da addetti ai lavori e per semplificare al massimo la situazione, prima dell’intesa finale tra lo Stato e le Regioni sui poteri delegati ci sarà un voto di indirizzo da parte della Camera e del Senato.

Nelle prime bozze della riforma dell’autonomia le intese con le Regioni andavano gestite con solo il coinvolgimento dei parlamentari delle commissioni competenti per materia di Camera e Senato. Invece con queste ulteriori modifiche ci sarà un voto nell’assemblea plenaria sia a Montecitorio che a Palazzo Madama.

Autonomia differenziata oggi in Consiglio dei ministri: i livelli essenziali delle prestazioni (LEP)

L’attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che garantiscano i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.

Il testo all’articolo 3 prevede: “I livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale con relativi costi e fabbisogni standard sono determinati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri”.

Di cosa si sta parlando? I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) sono i diritti civili e sociali (ovvero i servizi) che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. I Lep però non sono mai stati definiti. È uno degli obiettivi della legge sull’Autonomia, che lega la definizione alla possibilità per le Regioni di chiedere allo Stato la gestione di alcune materie. Una volta decisi i Lep attraverso dei Dpcm, quindi, si stabiliranno i “costi e fabbisogni standard”.

Autonomia differenziata oggi in Consiglio dei ministri: il fondo per evitare iniquità

L’articolo 9 del DDL affronta il tema delle ”misure perequative” e la questione della promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà, sottolineando come finalità: la rimozione degli squilibri economici e sociali, nell’ottica prescritta dall’articolo 119 della Costituzione.

I governatori del Sud hanno insistito sul fatto che venisse inserito all’interno della bozza di legge sull’Autonomia, perché se con questa riforma si darà il via a un nuovo modo di ripartire le risorse dello Stato, è anche necessario che tutte le Regioni partano dallo stesso punto di partenza. Altrimenti – questo è il rischio – le disuguaglianze che si sono create finora saranno ancora più ampie in futuro.

Autonomia differenziata, ecco la durata prevista

Lo stesso accordo tra Stato e Regione avrà una (prima) durata non superiore ai 10 anni. L’intesa può prevedere inoltre i casi e le modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione della sua efficacia.

Allo scadere della durata, l’intesa si intende rinnovata per altri 10 anni, salvo una diversa volontà dello Stato o della Regione. Che però deve essere manifestata almeno sei mesi prima della scadenza. L’articolo 8 afferma che da questa riforma “non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Autonomia differenziata, i commenti dei politici: Matteo Salvini “Autonomia migliorerà il Paese”

Il presidente del Veneto, l’esponente della Lega Luca Zaia, parla senza mezzi termini di ”una giornata storica”.

Per il leader della Lega Matteo Salvini “l’autonomia migliorerà il Paese e conviene a tutti, i comuni del centro e del sud ci guadagnerebbero di più”.

Critiche dal Partito Democratico: “L’articolo 8 conferma tutti i nostri sospetti – spiega il Pd Francesco Boccia -: dall’applicazione del Ddl non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. È la riprova che non investono un centesimo per ridurre le diseguaglianze”.

“È uno schiaffo ai cittadini del Sud e rischia di essere una presa in giro per quelli del Nord“, secondo Mara Carfagna (Azione-Terzo Polo).

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