Estradizione di Assange: il giornalista a rischio ergastolo!

La Westminster Magistrates Court, mercoledì ha emesso l'ordine di estradizione per Julian Assange. Ora si attende la conferma del Ministro dell'Interno.

Nonostante i milioni di manifestanti a favore della libertà di stampa, a favore di un giornalismo libero e della libertà di opinione e contrari all’estradizione del fondatore di WikiLeaks Assange, negli Stati Uniti, la magistratura britannica ha deciso: Julian Assange sarà presto estradato in America. 

L’unico passo ulteriore che manca, affinché l’estradizione diventi operativa, è la firma del ministro dell’interno, Patel.

Julian Assange estradato: in America rischia il carcere a vita

Se l’estradizione dovesse davvero avere seguito, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange rischierebbe di restare in carcere a vita. La sua colpa? Aver pubblicato documenti segreti relativi alle guerre in Iraq e in Afghanistan; in pratica la sua colpa è aver fatto luce sulla verità… Ma si sa, oggigiorno la verità non piace quasi a nessuno, soprattutto a chi ci governa.

La Westminster Magistrates Court, mercoledì ha emesso l’ordine di estradizione, che ora è in attesa di essere approvato dal ministro dell’Interno britannico Priti Patel. Un portavoce del Premier Boris Johnson ha dichiarato che Patel ha due mesi di tempo per prendere una decisione.

Assange ha assistito all’udienza tramite video-call, dalla prigione di massima sicurezza di Belmarsh. In tribunale era presente sua moglie Stella Assange, che il giornalista ha sposato proprio poche settimane fa, in carcere.

Davanti al tribunale, i sostenitori di Assange hanno manifestato di nuovo per il suo rilascio. “Il giornalismo non è un crimine”, si legge su uno dei manifesti. Ed è la verità.

Gli avvocati di Assange da questo momento in poi hanno quattro settimane per presentare un ricorso motivato al ministro dell’interno Patel. Se il Ministro approverà comunque l’estradizione, i suoi avvocati potranno appellarsi alla Corte Suprema.

Qual è la storia di Julian Assange e quando è stato arrestato

Julian Assange è stato arrestato nell’aprile 2019 dopo aver trascorso anni nascosto nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Era stato arrestato per aver violato le condizioni di libertà su cauzione, riguardante un altro caso.

La magistratura americana vuole processare il 50enne giornalista per spionaggio e se l’accusa dovesse essere confermata, Assange rischia fino a 175 anni di carcere.

Il giornalista è accusato di aver rubato e pubblicato materiale segreto dalle operazioni militari statunitensi in Iraq e Afghanistan. Secondo i suoi detrattori, Assange avrebbe violato i segreti di stato e ha messo in pericolo la vita degli informatori statunitensi.

I suoi sostenitori, invece, lo considerano come un giornalista investigativo che ha portato alla luce terribili crimini di guerra e che piuttosto che essere arrestato dovrebbe essere preso ad esempio.

L’associazione “Reporter senza frontiere” chiede il rilascio di Assange

La disputa legale su una possibile estradizione negli USA va avanti da circa due anni. La Corte Suprema britannica proprio recentemente ha respinto un ricorso contro l’estradizione del giornalista nativo australiano.

L’organizzazione Reporter senza frontiere chiede da anni il rilascio del fondatore di WikiLeaks. “Chiediamo al ministro dell’Interno di agire in conformità con l’impegno della Gran Bretagna a difendere la libertà di stampa e a rifiutare l’estradizione“, ha detto all’agenzia di stampa Dpa, la rappresentante londinese dell’organizzazione, Rebecca Vincent, prima che venisse emanata la sentenza di estradizione.

Ma ora la decisione passa nelle mani del Ministro dell’interno e il caso del giornalista diventa nuovamente un caso politico.  

Anche l’Associazione tedesca dei giornalisti ha chiesto al ministro britannico Patel di non estradare il fondatore di Wikileaks. “Nessuno può aspettarsi che Julian Assange sia sottoposto ad un processo equo negli Stati Uniti” ha affermato il presidente nazionale di DJV Frank Überall.

Negli Stati Uniti Assange rischia davvero di finire in carcere e di morirci. La controversia sull’estradizione di Assange va avanti da due anni.

Quali sarebbero le colpe di Julian Assange?

Nel 2010, Julian Assange ha pubblicato informazioni segrete sulle operazioni militari americane in Iraq e Afghanistan sul sito web di WikiLeaks. Da allora, gli Stati Uniti hanno chiesto la sua estradizione.

Per la magistratura americana, Assange è considerato una spia e un traditore. L’australiano è in fuga e ha trovato asilo presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra per sette anni. Ora la magistratura britannica ha deciso per la sua estradizione negli USA.

Il governo degli Stati Uniti vuole accusarlo di spionaggio.

Per più di dieci anni, il governo degli Stati Uniti ha cercato di fare pressione sulla piattaforma di divulgazione di WikiLeaks. Ma il sito continua a pubblicare documenti segreti, e si dice che abbia svolto un ruolo cruciale anche nelle elezioni americane del 2016 e nella vittoria di Donald Trump.

Il destino di Assange verrà deciso nelle prossime settimane

“Le prossime quattro settimane potranno decidere se fermare l’estradizione di Julian Assange e ottenere il suo rilascio”, ha affermato Christian Mihr, amministratore delegato di RSF. “Con  questa petizione  raccogliamo tutte quelle voci che sostengono il giornalismo indipendente e la libertà di stampa. Il ministro dell’Interno britannico deve ora prendere posizione per proteggere la libera stampa rifiutando la richiesta di estradizione degli Stati Uniti e assicurando che Julian Assange venga rilasciato immediatamente“.

Nel gennaio 2021, un tribunale distrettuale rifiutò l’estradizione di Assange, adducendo come giustificazione la sua cattiva salute fisica e  mentale. L’Alta Corte britannica ha  annullato questa decisione nel dicembre 2021. Infine, la Corte Suprema del Regno Unito ha respinto l’appello del team legale di Assange a riconsiderare il caso, a marzo scorso.

Negli Stati Uniti, Julian Assange rischia  fino a 175 anni di carcere in relazione al rilascio di documenti militari e diplomatici da parte di Wikileaks nel 2010. Poiché i documenti denunciavano crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, il loro rilascio era di grande interesse pubblico. L’estradizione di Assange negli Stati Uniti sarebbe la morte della libertà di stampa nel mondo. 

Ma questo non è un problema dell’Italia visto che la nostra nazione è 77esima per la libertà di stampa. Il Regno Unito è al 33° posto su 180 paesi per libertà di stampa. 

In una precedente petizione internazionale, RSF aveva raccolto più di 110.000 voti contro l’estradizione di Assange e per il suo rilascio. La maggior parte delle firme è stata consegnata al governo britannico il 1 gennaio 2021, ma non è servito a granché.

Julian Assange considerato un combattente per la libertà di stampa

Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange una volta era considerato un combattente per la libertà e un giornalista appariscente. Oggi gli inglesi e gli americani lo trattano come un criminale. 

Nel suo libro sul caso Assange, Nils Melzer descrive come il fondatore di Wikileaks sia stato esposto all’arbitrarietà dello stato e alla tortura psicologica. Per Nils Melzer, il caso di Julian Assange è una storia di persecuzione. Nel suo libro, descrive come il fondatore di Wikileaks abbia sperimentato per anni l’arbitrarietà dello stato. E come lui stesso sia diventato un dissidente mentre lavorava al caso.

Ad Assange è stata sistematicamente rifiutata la cooperazione attraverso i canali diplomatici. “Questo ha scioccato anche me, perché qui non ho a che fare con alcuna dittatura, ma con gli stati costituzionali occidentali”, ha dichiarato Melzer e, purtroppo, questo non è un caso isolato.

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