Draghi oggi alla Camera e al Quirinale. Cosa succede ora? Le tappe. Ipotesi voto 2 ottobre

Il premier Draghi oggi alla Camera e poi salirà al Quirinale per le dimissioni. Cosa succede ora? Le tappe e i passaggi. Ipotesi elezioni il 2 ottobre.

Dopo la giornata campale di mercoledì 20 luglio sul fronte crisi di Governo che cosa succederà oggi, giovedì 21 luglio?

Il presidente Mario Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato ma il fatto politico notevole è che non hanno votato la fiducia alla risoluzione definita Pier Ferdinando Casini dal nome del senatore suo estensore – che sosteneva che il Senato approvava le dichiarazioni del premier – Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle.

Tre dei principali partiti di governo che appoggiavano l’eterogenea maggioranza guidata dall’ex numero 1 della Banca Centrale Europea si sono sfilati.

E adesso che succede? Nella mattinata di giovedì 21 luglio il presidente del consiglio Mario Draghi dovrebbe salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. E dovrebbe parlare pubblicamente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Vediamo tutti i passaggi e le prossime tappe. 

Draghi verso le dimissioni giovedì mattina: che cosa succede ora?

In questa fase di comunicazioni in calendario era stato messo anche il dibattito alla Camera.

Perchè se ripartenza doveva essere ovviamente il passaggio doveva essere in entrambi i rami del Parlamento. Invece ora giovedì 21 luglio alle 9 Draghi è atteso alla Camera e dovrebbe comunicare ai deputati la sua intenzione di dimettersi.

Ci sarà con ogni probabilità una riunione del Consiglio dei Ministri per annunciare uffucialmente l’intenzione di dimettersi anche ai membri del Governo. E poi Mario Draghi  dovrebbe salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Draghi ha deciso di non recarsi al Quirinale nella serata di mercoledì

Il premier ha deciso di effettuare anche il passaggio formale alla Camera prima di andare a dimettersi dal Capo dello Stato.

Dopo il rifiuto della settimana scorsa sembra inverosimile a questo punto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella possa fare qualcosa di diverso rispetto ad accettarle.

Sembra altamente improbabile o meglio impossibile viste le dinamiche della giornata di mercoledì che Mattarella possa anche dare un nuovo incarico al premier per formare un nuovo Governo.

Come sembra altamente improbabile a pochi mesi dalla fine della legislatura che possa dare vita ad esempio ad un Governo di scopo per arrivare alla data delle elezioni o addirittura dare l’incarico ad un’altra personalità per cercare di formare un nuovo governo. Nei giorni scorsi era stato anche fatto il nome dell’attuale presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato.

Ma sono tutte strade che quasi certamente non saranno percorse.

Mattarella potrebbe fare consultazioni lampo solo con i presidenti delle Camere

A questo punto tutti gli indizi portano al fatto che Mattarella, in presenza della situazione attuale possa prendere una sola decisione ovvero lo scioglimento delle camere per andare al voto.

Il presidente della Repubblica potrebbe avviare un giro di consultazioni al Quirinale in primis con i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati e poi con tutte le forze politiche.

Oppure potrebbe fermarsi anche solo alle due cariche istituzionali senza nemmeno sentire i rappresentanti delle forze politiche (peraltro molti dei quali sono già stati sentiti da Mattarella nella convulsa giornata di mercoledì 20 luglio) e dare il via alle procedure di scioglimento delle Camere.

Uno sciogliemento che sarebbe anticipato di qualche mese rispetto alla scadenza naturale della legislatura. 

La data più probabile in questo caso per andare a votare potrebbe essere quella di domenica 2 ottobre. Potrebbero esserci i tempi tecnici anche per votare domenica 25 settembre ma questa data coincide con l’inizio delle celebrazioni relative al Capodanno ebraico e quindi si vorrebbe evitare.

In base allo scioglimento delle Camere e alla decisione della data del voto i partiti sapranno quali sono le scadenze per la presentazione delle liste.

Governo Draghi in carica per il disbrigo degli affari correnti

Dopo aver rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, il capo dello Stato Sergio Mattarella chiederà al premier Mario Draghi di rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.

In questa maniera Draghi potrebbe rimanere in carica al Govenro ancora per diversi mesi fino all’insediamento del nuovo governo. Quindi se le elezioni saranno in una delle prime domeniche di ottobre, Draghi potrebbe rimanere in carica fino a novembre

Con le elezioni a ottobre il nuovo governo si insedia in autunno avanzato

Uno dei problemi principali del voto per le elezioni politiche in autunno è legato al fatto che il nuovo esecutivo si insedierebbe in autunno inoltrato, tra fine ottobre e primi novembre nella migliore delle ipotesi, cioè in piena sessione di bilancio.

Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, Mattarella aprirebbe le consultazioni, il cui esito dipende dalla chiarezza o meno del risultato elettorale.

Ad esempio alle ultime elezioni politiche nel 2018 si votò il 4 marzo e il governo Conte giurò il primo giugno, cioè quasi tre mesi dopo.

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