Draghi esorta l’UE: approfondire l’integrazione economica

Draghi all'UE: L'Europa deve fronteggiare una crisi securitaria, energetica, umanitaria ed economica, inoltre deve abbandonare il requisito dell'unanimità

Draghi esorta l’UE: approfondire l’integrazione economica 

Il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi ha invitato l’Europarlamento ad abbandonare il requisito dell’unanimità sulle decisioni di politica estera‎, affermando che un’Europa capace di prendere decisioni tempestive è un’Europa decisamente più credibile.

Dopo aver esortato Bruxelles a semplificare i suoi processi decisionali, ha parlato di economia. È molto importante, infatti, approfondire l’integrazione economica mentre si cerca di rispondere allo sconvolgimento socioeconomico innescato dall’invasione russa dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio 2022. ‎

‎Il primo ministro Draghi ha dichiarato ieri, al Parlamento europeo, che l’UE ha bisogno di abbracciare il “federalismo pragmatico” in molteplici aree politiche, tra cui la difesa, la politica estera e la condivisione degli oneri economici, data la crisi che si sta svolgendo nei territori orientali.

Se le riforme dovessero richiedere all’UE di riaprire i suoi trattati ed apportare modificazioni, allora dovrebbe essere pronta a farlo. ‎Draghi è stato molto chiaro con i suoi colleghi e nel suo intervento al Parlamento Europeo ha dichiarato:

‎”Le istituzioni create dai nostri predecessori negli ultimi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate, data la realtà che ci troviamo ad affrontare oggi. Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico: un federalismo che comprenda tutte le aree interessate dalle trasformazioni in atto: dall’economia, all’energia, alla sicurezza“.‎

Draghi e l’UE: le posizioni nei confronti della guerra in Ucraina

‎L’UE ha risposto molto rapidamente alla crisi conseguente allo scoppio della guerra in ucraina, scatenando molteplici cicli di sanzioni contro Mosca e offrendo protezione ai rifugiati ucraini in tutto il territorio dell’Unione Europea. 

Tuttavia, la crisi sta spingendo alcuni politici a chiedere riforme più audaci data, la minaccia della Russia.‎ Tra le ultime novità la proposta della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per imporre un divieto sulle importazioni di petrolio russo. 

Stando alle ultime dichiarazioni l’embargo sarà strutturato e graduale e offrirà agli Stati membri UE fino a sei mesi di tempo per eliminare gradualmente gli acquisti di greggio russo e fino alla fine dell’anno per smettere di acquistare prodotti petroliferi raffinati di ogni genere.

Questo divieto verrà applicato a tutto il petrolio russo commercializzato, sia attraverso i porti, che attraverso i gasdotti.

“Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell’anno.”

Tornando al Premier Draghi, invece, ha invitato l’UE ad abbandonare il requisito che stabilisce che la maggior parte delle decisioni comuni di politica estera e di sicurezza siano adottate solo all’unanimità tra gli Stati membri. 

La proposta di Draghi è arrivata proprio nella settimana in cui l’Europa sta pensando ‎‎se e come imporre nuove sanzioni alla Russia, tra cui un embargo petrolifero, come dicevamo prima, proposta dalla Presidente della Commissione UE.

Sembra scontato, ma questa proposta ha incontrato delle opposizioni da parte delle capitali dell’UE, tra cui Budapest. ‎Proprio per questo Draghi ha dichiarato:

‎”Dobbiamo superare questo principio di unanimità, che porta a una logica di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata. Un’Europa capace di prendere decisioni tempestive è un’Europa che risulta più credibile ‎‎sia nei confronti dei‎‎ suoi cittadini, che ‎‎nei confronti‎‎ del mondo”.‎

‎Tra le altre proposte del Premier Draghi ci sono meccanismi congiunti per la gestione della migrazione e un maggiore coordinamento in materia di difesa

Draghi vuole l’UE ancora più unita! Le parole del Premier

‎Continuano le ostilità fra Roma e Mosca a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, per volontà della Russia. 

‎La repulsione per la guerra in Ucraina pone fine alla vecchia amicizia di Roma con Mosca‎. Nel suo discorso tenutosi ieri con la Commissione UE, Mario Draghi ha parlato di una frammentazione importante della spesa per la difesa dell’Unione Europea. In particolare, il premier ha affermato che c’è stata 

“una distribuzione profondamente inefficiente delle risorse, che ostacola la costruzione di una vera difesa europea”.

Per affrontare questa problematica, ha esortato l’UE a convocare una conferenza sulla razionalizzazione e l’ottimizzazione della spesa per la difesa da parte degli Stati membri.‎ Draghi ha anche rilanciato gli appelli all’UE affinché si basi sulla sua risposta congiunta alla crisi del Covid-19, anche nel campo dell’indebitamento comune. ‎

‎Ciò potrebbe comportare l’estensione di un programma congiunto di assicurazione contro la disoccupazione dell’Unione Europea per consentire prestiti agli Stati membri che necessitano di aiuto, per mitigare l’aumento dei costi energetici. ‎

Draghi, le conclusioni del suo discorso all’UE

‎Draghi ha, poi, sostenuto che l’UE dovrebbe basarsi sul suo piano di ricostruzione economica NextGenerationEU da 800 miliardi di euro per sostenere gli investimenti mirati nella difesa e nella sicurezza industriale. ‎

‎Il Presidente del Consiglio dei ministri, ex capo della BCE, ha poi ribadito il forte sostegno di Roma all’Ucraina e alla sua adesione all’UE.

‎”In una guerra di aggressione non ci può essere equivalenza tra coloro che invadono e coloro che resistono. Proteggere l’Ucraina significa proteggere noi stessi e il progetto di sicurezza e democrazia che abbiamo costruito insieme in 70 anni”.‎

‎Draghi ha anche affermato il sostegno dell’Italia all’UE per muoversi rapidamente per l’espansione e l’inclusione di altri membri, parlando dell’apertura immediata dei colloqui di adesione con Albania e Macedonia del Nord, dando nuovo impulso ai colloqui con Serbia e Montenegro e prestando maggiore attenzione alle “legittime aspettative” della Bosnia-Erzegovina e del Kosovo.‎

‎”Siamo a favore dell’ingresso di tutti questi paesi.  Dobbiamo seguire il percorso di ingresso che abbiamo tracciato, ma dobbiamo muoverci il più rapidamente possibile”.‎

Il Premier Draghi, inoltre, ha parlato della guerra che sta proseguendo dal 24 febbraio 2022 e ha parlato di una delle crisi più gravi della storia per tutta l’Unione Europea. La crisi, infatti, non riguarda solo l’economia europea, ma è una crisi securitaria, energetica, umanitaria ed economica. 

Draghi ha concluso il suo discorso all’Europarlamento così:

L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica.

Ora, dobbiamo attendere il resto dell’UE, in particolare per quel che concerne l’annessione della stessa Ucraina fra gli Stati membri.

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