Elezioni 2022, dove ha dominato "partito dell'astensionismo" in Italia

Chi è il vero protagonista delle elezioni politiche del 2022? Il "partito dell'astensionismo." La differenza tra l'affluenza alle urne del 2022 e quella del 2018 è dir poco impressionante.

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Lo possiamo definire "partito dell'astensionismo" anche se un partito non è, ma allo stato dei fatti potrebbe essere la seconda forza (o debolezza) delle elezioni politiche che si sono svolte ieri, 25 settembre 2022. Il dato di coloro che hanno deciso di non votare è altissimo, il più alto della storia della Repubblica Italiana.

Elezioni 2022, ancora una volta protagonista il "partito dell'astensionismo"

36%, ecco il dato. Poco meno della coalizione del centrodestra, poco più della coalizione di centrosinistra. Il vero protagonista delle elezioni è stato ancora una volta l'astensionismo. Alle 23.00, con l'ultimo aggiornamento sull'affluenza alle urne oltre le 2.00, è arrivato il verdetto finale: il 63,91% degli aventi diritto hanno votato. Si tratta del numero più basso di sempre. Comparato con il 72,94% alla Camera e con il 73,00% al Senato del 2018, si tratta del 9,03% in meno. Vediamo quali sono le aree geografiche in cui hanno votato meno italiani.

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Affluenza alle 12.00: nord, centro e sud

I primi risultati facevano ben sperare: il 19,21% degli aventi diritto aveva già votato. Le Regioni del nord avevano un trend in forte crescita, molto bene al centro. Anche al sud la situazione non sembrava male, almeno comparata con i dati delle elezioni del 2018. In molte Regioni meridionali, come in Campania, l'allerta meteo aveva però influito sulla mobilità, rendendo a tratti impossibile recarsi ai seggi. La Campania, infatti, alle 12.00, era l'ultima Regione per affluenza alle urne. La Regioni che invece avevano registrato un aumento dell'affluenza alle urne rispetto al 2018 erano state: Toscana, Veneto, Piemonte e Liguria. 

Affluenza alle 19.00: nord, centro e sud

Dopo 7 ore dal primo rilevamento sull'affluenza alle urne, il "partito dell'astensionismo" ha trovato terreno fertile per la sua ascesa. Il dato era ovviamente aumentato dalle 12.00, ma solo perché non poteva calare. La percentuale era stata però quasi imbarazzante: solo il 51% degli aventi diritto di voto si erano recati alle urne. Il dato era in forte calo: mentre la metà degli elettori aveva già votato, un'altra metà (escludendo i fuori sede che erano quasi impossibilitati a votare) non aveva trovato cinque minuti del proprio tempo per recarsi alle urne.

Questa percentuale diventa impressionante se si paragona a quella del 2018, quando alle 19.00 avevano votato il 58,40% degli aventi diritto.

Alle 19.00, il disastro elettorale alle urne non è da attribuire solo al sud che ha sempre mantenuto dei numeri molto bassi, soprattutto in Calabria e in Campania, dove avevano rispettivamente votato alle 19.00 solo il 36% e il 39% degli aventi diritto. Il trend negativo si era registrato in tutta Italia, anche nelle Regioni del centro e del nord. Lombardia, Emilia Romagna, Lazio avevano registrato il segno "meno" nel rapporto percentuale tra le elezioni del 2022 e le elezioni del 2018. Il grosso crollo invece c'era stato in Toscana, Veneto, Piemonte e Liguria. In queste Regioni (come già accennato in precedenza), alle 12.00, il dato sull'affluenza era addirittura superiore a quello del 2018. Le 7 ore successive sono state però fatali per loro ed hanno allineato i dati negativi al resto della nostra Nazione.