Elezioni, 101 simboli presentati al Viminale. C’è pure Italiani con Draghi ma è a rischio

Elezioni Politiche 2022, sono 101 i simboli presentati al Viminale. C'è pure Italiani con Draghi ma è a rischio e potrebbe non essere ammesso.

Nel pomeriggio di domenica 14 agosto si sono chiusi i termini per presentare i simboli dei partiti che correranno alle prossime elezioni politiche di domenica 25 settembre. Sono in tutto 101 i contrassegni che sono stati depositati al Ministero dell’Interno. 

Ecco la nota ufficiale del Viminale:

Sono 101 i contrassegni depositati al Viminale da parte dei partiti o dei gruppi politici organizzati che intendono presentare liste di candidati per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica prevista per il prossimo 25 settembre. I contrassegni sono destinati a contraddistinguere le liste nei singoli collegi plurinominali e i candidati nei singoli collegi uninominali.

Ora parte un lavoro di analisi del ministero dell’Interno sui contrassegni presentati. Ad esempio per le elezioni politiche del 2018 sono stati 103 i contrassegni presentati ma ne sono stati ammessi alle elezioni solo 75. C’è anche un piccolo giallo su una lista presentata denominata Italiani per Draghi. Da Palazzo Chigi si fa sapere che non c’è l’avallo del premier per questo simbolo che quindi con ogni probabilità non sarà ammesso. Vediamo il punto sui simboli presentati.

Elezioni Politiche 25 settembre 2022, sono stati presentati 101 simboli

Sono stati 101 i contrassegni presentati per le elezioni politiche. Sono stati presentati 101 simboli da parte di 98 soggetti politici. Ora prende il via la fase istruttoria da parte del Ministero dell’Interno che analizzerà i simboli che sono stati presentati.

Entro 48 ore ovvero entro la mezzanotte del 16 agosto verranno notificati i simboli che saranno ammessi alle elezioni politiche del 25 settembre e quelli che invece saranno respinti. 

Per chi si vede respingere la presentazione del simbolo sono concesse altre 48 ore per potere presentare eventuali integrazioni alla documentazione, modifiche al simbolo presentato o semplicemente per fare ricorso contro la ricusazione del simbolo.

La situazione della presentazione dei simboli si chiude definitivamente il 18 agosto. La Cassazione poi avrà altre due giornate per decidere su eventuali ulteriori ricorsi.

I partiti che sono promossi e possono presentarsi alle elezioni devono presentare la lista dei propri candidati nelle Corti d’appello nelle date del 21 e 22 agosto.

Le operazioni per il deposito dei simboli hanno preso avvio venerdì 12 agosto scorso alle ore 8 e si sono concluse domenica 14 agosto alle ore 16.

Il numero d’ordine da assegnare ai contrassegni sulle schede elettorali sarà stabilito in seguito, dopo la presentazione delle liste, tramite sorteggio effettuato da ogni ufficio centrale circoscrizionale per la Camera dei deputati, e da ogni ufficio elettorale regionale per il Senato della Repubblica, alla presenza dei delegati di lista.

Elezioni Politiche 25 settembre 2022, presentato anche un simbolo Italiani con Draghi ma è a rischio esclusione

La giornata della presentazione dei contrassegni elettorali porta con se anche un piccolo giallo. Tra gli ultimi simboli che sono stati depositati nella giornata di domenica 14 agosto prima della chiusura, è arrivato anche un simbolo “Italiani con Draghi- Rinascimento”. Unico logo tra tutti i contrassegni presentati che ha il nome del presidente del consiglio.

Da Palazzo Chigi trapela che la presentazione di questo simbolo è una iniziativa di cui il premier Mario Draghi non era al corrente e non ha nessun avallo da parte del premier. E’ altamente probabile quindi che questo simbolo sia tra quelli che non verrà ritenuto ammissibile dall’analisi realizzata dal ministero dell’Interno. Il contrassegno infatti potrebbe non essere ammesso, mancando l’autorizzazione del diretto interessato. 

Elezioni Politiche 2022, la presentazione dei simboli, il dibattito sul simbolo di Fratelli d’Italia. Meloni: “Ne andiamo fieri”

Un tema su cui si è dibattuto molto nei giorni scorsi è stato quello legato al simbolo di Fratelli d’Italia nel quale rimane ben visibile la fiamma. Diverse personalità come ad esempio la senatrice a vita Liliana Segre avevano chiesto a Giorgia Meloni di togliere questo riferimento dal simbolo del partito. Non è stata questa la scelta di Meloni che ha motivato la sua decisione in un’intervista al Corriere della Sera:

La fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia nulla ha a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del percorso fatto da una destra democratica nella nostra storia repubblicana. Ne andiamo fieri. 

Sul tema da registrare anche i tweet di Carlo Calenda leader di Azione e oggi della lista unica con Italia Viva.

Calenda scrive:

Ho riconosciuto, unico avversario, a la nettezza delle affermazioni di Giorgia Meloni sul ripudio del fascismo. È tuttavia un grave errore tenere il simbolo di un partito fascista come l’MSI nel simbolo. È chiaro che Meloni non ha dimestichezza con le relazioni internazionali. 

“All’estero l’ostentata matrice missina – analizza Calenda – di renderà impossibile avere normali relazioni con i partner internazionali. Il rischio non è il fascismo in Italia, ma l’isolamento. Un dramma per un paese che vive di Made in Italy e di sostegno finanziario Ue”. 

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