Misteriosa epatite preoccupa Oms, Aifa: vaccino non c’entra!

La misteriosa epatite acuta sta allertando le autorità sanitarie americane e l'Oms tiene sotto controllo la situazione. A chiarire i dubbi, l'Aifa!

Mentre gli Stati Uniti continuano ad indagare sulla misteriosa epatite che al momento colpisce solamente i bambini, il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco fa il punto della situazione. Secondo alcuni studi condotti sui bambini colpiti dalla cosiddetta epatite acuta, non sembra esserci alcun collegamento tra il vaccino anti-covid e l’adenovirus. 

A confermarlo è il presidente dell’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco), il virologo Giorgio Palù in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Dopo la segnalazione dei primi casi nel Regno Unito, l’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di monitorare e tenere sotto controllo la situazione, ma un l’ipotesi secondo il quale ci sarebbe un collegamento con il vaccino ormai è da escludere completamente, dice il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù:

Sì, è un’ipotesi definitivamente abbandonata dopo l’attenta indagine condotta dalla Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria.

L’epatite acuta colpisce solamente i bambini sani sotto i dieci anni, non vaccinati. La spiegazione più ovvia è che possa essere nato un nuovo virus. Il presidente dell’Aifa ha poi aggiunto che:

Dal 20 aprile sono stati segnalati 166 casi di epatite acuta, 111 nel Regno Unito, i primi descritti a livello internazionale

Inoltre, dice sempre il presidente dell’Aifa, l’epatite sembra colpire perlopiù bambini sotto i cinque anni, fino ai dieci anni di età. Sono stati segnalati dei casi negli Stati Uniti (12), in Giappone (1) e in Israele (12).

Non esiste nessuna correlazione con il SARS-CoV-2, anche perché i bambini colpiti sono nella maggior parte tutti non vaccinati e negativi al covid 19. A conferma del fatto che non ci sia nessuna relazione con il vaccino e con il covid è la sintomatologia, come riferisce il presidente dell’Aifa:

La sintomatologia non è riconducibile direttamente al Covid, anche se il 16% dei casi erano positivi a Sars-CoV-2. Una percentuale molto vicina a quella che si riscontra nella popolazione pediatrica, considerando che molti bimbi hanno avuto l’infezione in assenza assoluta di sintomi

Ma dopo aver effettuato alcuni test, i bambini risultavano positivi ad un adenovirus, che per il momento è l’unico indiziato. Prima di spiegare cosa sarebbe un adenovirus e quali sintomi produce, ricordiamo che fino ad ora sono stati segnalati nel Regno Unito 53 episodi di bambini positivi all’adenovirus F41.

In particolare, come conferma anche il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, “su 53 episodi esaminati dall’Agenzia britannica, 40 erano positivi all’adenovirus, e questo sembra ora il maggiore imputato, dato che è un microrganismo noto come causa di infezioni respiratorie e gastroenteriche in bambini e negli adolescenti.

Inoltre, aggiunge anche che “sono in corso approfondimenti di genetica e su campioni di fegato per capire se si tratti di un ceppo diverso da quelli conosciuti”. C’è, quindi, la possibilità che l’adenovirus possa essere il diretto responsabile della nascita delle epatiti acute? La risposta del presidente è la seguente:

Non si può escludere del tutto – ma continua – Bisognerebbe però dimostrarlo e i dati sono ancora troppo pochi e recenti. Ricordo che nell’89 i futuri premi Nobel per la medicina, Houghton, Alter e Rice, identificarono il virus C come causa di un’epatite allora definita non A-non B

Nel frattempo, negli Stati Uniti i casi di epatiti acute continuano a crescere, ed è subito allarme. Al momento sono stati segnalati in 25 Stati circa 109 casi. A molti bambini è stato necessario effettuare un trapianto di fegato per riuscire a salvarli, mentre altri però non ce l’hanno fatta.

Ma cosa sarebbero gli adenovirus? E quali sarebbero i sintomi strettamente collegati ad un’infezione da adenovirus? Vediamo di fare il punto sulla questione.

Gli adenovirus, cosa sono e come ci si può contagiare?

Attualmente, i casi di epatite acuta sono stati segnalati anche in diverse parti d’Europa, ma come abbiamo visto la situazione si sta aggravando anche negli Stati Uniti. La colpa potrebbe essere attribuita ad un nuovo adenovirus, di origine sconosciuta.

A conferma di questa ipotesi è la positività di molti bambini al virus in questione. Però i sintomi da infiammazione da adenovirus sono completamente diversi dai sintomi rilevati fino ad ora. Come tutti sanno, l’epatite è causata da un virus e attualmente conosciamo solamente 5 virus dell’epatite. Questi sono stata catalogati con le lettere A – B – C – D – E.

Ma cosa c’entrano gli adenovirus? Degli adenovirus ne avevamo parlato in uno dei nostri articoli, nel quale si scrive che:

Gli adenovirus sono dei virus molto comuni che generalmente possono causare una serie di malattie, come infezioni all’apparato respiratorio, al sistema digerente, alla congiuntiva dell’occhio e un’infezione alle vie urinarie.

Momentaneamente siamo a conoscenza di circa 100 sierotipi e solamente 57 di questi sono in grado di contagiare direttamente l’uomo attraverso il contatto con una persona infetta, attraverso l’inalazione delle particelle aeree o entrando in contatto con i liquidi corporei infetti.

L’unico modo per evitare di essere contagiati è evitare di entrare in contatto con tutto ciò che è infetto, o semplicemente attraverso la disinfezione di tutte le superficie e delle mani. 

I sintomi causati da un’infezione da adenovirus

L’infezione da adenovirus provoca dei sintomi che coinvolgono le alte vie respiratorie e può provocare, quindi, dei sintomi simili all’influenza. In sostanza, l’infezione da adenovirus può provocare raffreddori, mal di gola o tosse.

Nei bambini sono molto comuni le infezioni da adenovirus e molto probabilmente questa è una delle difficoltà principali nell’individuazione del problema. Altri sintomi possono essere anche la nascita di congiuntivite o influenza.

Più rara è, invece, la comparsa di sintomi quali bronchite o polmonite. Tuttavia, gli adenovirus possono anche provocare infezioni a carico dello stomaco o dell’intestino, tanto da causare anche vomito, nausea e diarrea.

Tutti questi sintomi sopracitati possono anche aggravarsi di fronte ad un sistema immunitario particolarmente indebolito da particolari terapie o malattie. 

Adenovirus e epatite: può esserci una relazione?

Come già puntualizzato in apertura, secondo il presidente dell’Aifa, al momento non è stata rilevata una relazione tra epatite e adenovirus. Tuttavia, non è nemmeno da escludere. Tutte le affermazioni, però, devono essere supportate da dati e prove.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (l’Oms), “quello che si sa di questo patogeno non basta a spiegare la gravità dei sintomi osservati”. Infatti, quello che i medici hanno riscontrato in bambini sani era, appunto, l’aggravarsi dell’infezione senza alcun motivo conosciuto.

Al momento, come ricorda anche l’Organizzazione mondiale della Sanità e anche l’Agenzia italiana del farmaco, l’unico modo per arrivare alla soluzione del problema è il monitoraggio costante dei sintomi e dei casi. Proprio per questo, l’OMS ha lanciato un appello ai medici:

di fronte ai casi sospetti, in questa fase è opportuno effettuare test su sangue, siero, urine, feci e campioni respiratori per ricercare il virus. Senza per questo escludere la presenza di altre cause di origine infettiva.

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