Ucraina, emergenza farmaci: serve la pillola del giorno dopo

L'emergenza farmaci in Ucraina continua e, purtroppo, serve anche la pillola del giorno dopo.

La guerra tra Russia ed Ucraina è uno dei peggiori scenari della storia contemporanea e, il fatto davvero drammatico è che, tutta questa distruzione e morte, sembra non voler proprio finire.

Non sappiamo quanto ancora durerà questo conflitto. Nulla in nostro possesso – inteso come documentazioni, dichiarazioni o interviste – sembra volerci rincuorare raccontando che tutto presto finirà.

Quello che però sappiamo con certezza è che, la grande macchina della solidarietà, si è subito attivata cercando di aiutare il popolo ucraino non solo con beni di prima necessità ma anche con i medicinali.

Forse ancora in pochi lo sanno ma, assieme al carico di medicinali, sono state inviate anche le pillole del giorno dopo. Tutto questo con non poco sdegno da parte di molte persone.

Gli sviluppi della guerra in Ucraina

La situazione è drammatica. Gran parte dell’Ucraina è distrutta e migliaia sono ormai i morti civili ed tanti bambini sono rimasti orfani.

Sono svariati i contenuti video che ci mostrano i combattimenti, sempre più crudi e sempre più violenti.

Il Ministero degli Affari Interni dell’Ucraina ha diffuso un video nel quale si vedono colpi simultanei di artiglieria esplosi contro quelle che sono state descritte come “attrazzature militari russe” nella regione di Kharkiv dove i bombardamenti continuano.

Al momento, i combattimenti più intensi si stanno svolgendo nell’est del Paese. Qui, le forze ucraine non si stanno solo difendendo: in alcune località l’esercito sta contrattaccando i russi.

E’ in pericolo anche la Moldavia?

Ora a preoccupare è anche il confine moldavo. La gente ha paura che la guerra possa non restare circoscritta all’Ucraina ma, bensì, che possa in qualche modo – per un motivo o per un altroespandersi e perdere totalmente il controllo. I tre attacchi che si sono manifestati nei giorni scorsi a ridosso della Transnistria incutono terrore. Una Repubblica, quest’ultima, che si è autoproclamata indipendente dove nemmeno i giornalisti possono entrare. Di conseguenza, le informazioni in nostro possesso sono davvero poche.

Era concesso accedervi solo come turisti ma ora, vista la massima allerta, non è più possibile. Infatti, i cittadini moldavi si interrogano e riflettono, con non poca paura, e si chiedono: “il prossimo obiettivo saremo noi?

Vi ricordiamo inoltre che la Moldavia, tutt’oggi, è considerata il Paese più povero di tutta Europa per cui, una ipotetica guerra, oltre ovviamente al dolore della morte e alla conseguente distruzione, lascerebbe degli strascichi spaventosi. Non sarebbe nemmeno pensabile sostenere tali costi.

Ma perché ai russi interessa così tanto la Transnistria? In realtà, rispondere a questo spunto di riflessione è molto semplice. A Putin “serve” la Transnistria perché possiede una posizione geografica perfetta: un’ottima posizione che gli permetterebbe di accerchiare gli ucraini. Attaccarli in quel punto specifico significherebbe “soffocarli” ed obbligarli alla resa. Cosa che, attualmente non stanno affatto accadendo, anzi.

L’esercito ucraino si sta dimostrando alquanto combattivo e, grazie alle armi, donate dall’Europa e dall’America, è in grado di sostenere i combattimenti.

Nel frattempo, anche il gas è un argomento molto delicato. E’ stata difatti sospesa la fornitura di gas a Polonia e ad Bulgaria per effetto del mancato pagamento in rubli di quest’ultime. E, ovviamente, il costo del gas continua a salire sempre di più andando poi ad intaccare l’economia domestica dei cittadini di tutta Europa, Italia soprattutto.

Putin non può permettersi di perdere la guerra

Tutti noi vorremmo svegliarci domani mattina e leggere ovunque sul web che la guerra in Ucraina è terminata. Nessuna mente sana vorrebbe mai una guerra sanguignosa, decine di migliaia di morti sulla coscienza ed un Paese distrutto dalle bombe. E questo, crediamo sia un pensiero abbasta comune a tutti. Per lo meno, vogliamo sperare che sia così.

Tuttavia però, ci dimentichiamo di una “sfumatura” tutt’altro che secondaria: Putin, non può permettersi di perdere questa assurda e folle guerra. Per una personalità come la sua, è del tutto fuori discussione.

Agli occhi del mondo, lui ha perso già il primo giorno di battaglia. Ha perso qualsiasi forma di credibilità, di buon senso. Nessuno avrà mai più rispetto per un uomo come lui.

Ma nella sua mente, arrendersi e far vedere che “non ce l’ha fatta“, sarebbe un disonore.

Putin proviene da un’altra era geologica e quindi, mantenere l’immagine è tutto. E’ fondamentale.

Stupri commessi dai russi: la guerra è anche questa

Se pensate che la guerra sia solo bombe e carri armati, vi sbagliate. La guerra “ha un contorno” macabro, sfumature che non si vedono.

Queste sfumature si chiamano stupri, violenze sessuali ed abusi. Non solo verso le donne di qualsiasi età, queste atrocità vengono commesse anche su poveri bambini e bambine innocenti.

Tutto ciò non è una novità: gli eserciti invasori hanno sempre commesso questi orribili gesti. 

Dai racconti che ci stanno arrivando in questi giorni dalle donne ucraine, stiamo apprendendo dell’inferno che quest’ultime stanno passando. 

Soldati russi che osservano le donne mentre banalmente stanno facendo la spesa per i propri figli, per poi inseguirle fino a casa e commettere atti di violenza

E’ molto importante raccontare queste cose, anche se fanno male, anche se richiamano il nostro pieno disgusto. E’ importante denunciare, raccontare la verità nuda e cruda. Tutti devono sapere.

Lo stesso Presidente Zelensky lo ha denunciato in uno dei suoi tanti filmati dove parla, e racconta, dando notizie del suo Paese ormai martoriato dalla guerra. E’ un’accusa pesantissima questa che, tutto il Governo Ucraino, ha deciso di rendere pubblica.

Gli stessi cittadini delle città occupate dalle forze armate russe, durante l’avanzata ucraina, lo stanno gridando da giorni. E quello che lascia davvero tutti sconcertati, è che non si tratta di uno o due episodi isolati – che comunque mai sarebbero tollerabili – ma sono bensì tante le testimonianze di questo orribile orrore.

Oltre alle parole di Zelensky, anche il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ne ha parlato. E lo ha fatto intervenendo in videoconferenza alla Chatham House. Ovvero, un Istituto di politica internazionale con sede a Londra.

Ecco qualche stralcio del suo intervento:

Quando le bombe cadono sulle vostre città, quando i soldati violentano le donne nelle città occupate, è difficile parlare dell’efficienza del diritto internazionale. Ma quest’ultimo è l’unico strumento di civiltà a nostra disposizione per assicurarsi che alla fine tutti coloro che hanno reso possibile questa guerra, saranno assicurati alla giustizia.

La maggiorparte di tali racconti arrivano da Kherson: qui sono decine e decine le testimonianze.

E nel peggiore dei casi, dopo aver violentato la donna in questione, l’uccidono a sangue freddo.

Una barbaria che si sperava non facesse più parte del mondo civilizzato, e invece purtroppo, la cattiveria umana non si annulla mano a mano che passano i secoli.

Aiuti umanitari: non solo cibo 

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il mondo, Italia compresa, si è subito mobilitato per prestare soccorso. Beni di prima necessità come cibo o prodotti per l’igiene personale sono subito stati forniti: sia alla popolazione stessa ma anche alle nazioni che si trovano ai confini. Polonia e Moldavia ne sono l’esempio.

Gli italiani, da questo punto di vista, sono un popolo meraviglioso e hanno aiutato come potevano. Hanno donato talmente tanto che, certe associazioni, hanno espressamente chiesto di non portare più nulla.

Anche la Lav, la Lega Anti Vivisezione – una associazione animalista – si è immediatamente attivata per portare supporto agli animali rimasti soli, o ai canili in gravi difficoltà. Non solo ha portato cibo, ma ha anche prelevato gli animali che è riuscita a recupare per donare loro una primissima assistenza e, in secondo luogo, per trovare nuove famiglie disponibili a donare, a questi esseri innocenti, una nuova vita in Italia.

Non dimentichiamoci dei farmaci: anch’essi fondamentali. Oltre ad esistere i feriti di guerra, esistono anche i pazienti oncologici, gli anziati e persone con patologie croniche. L’ONUOrganizzazione delle Nazioni Unite – fino ad ora, ha inviato, in dieci regioni ucraine, 40 tonnellate di farmaci e oltre 30 kit di emergenza per la gestione delle violenze sessuali.

Infine, dobbiamo purtroppo fare i conti con le violenze. Rapporti sessuali che, nella maggior parte dei casi, non sono protetti e quindi a rischio gravidanza. Ed è per questo motivo che l’Ong decide di inviare 2.880 confezioni di pillola del giorno dopo.

La pillola del giorno dopo – contraccezione di emergenza farmacologica – prima del conflitto, era assolutamente legale in Ucraina ed ampiamente disponibile. Da quando però è scoppiata la guerra, la produzione si è fermata, così come molte altre realtà. Ma non dobbiamo far finta di nulla: l’emergenza c’è e quindi, le donne hanno il diritto di essere supportate al 100% in qualsiasi scelta esse vogliano compiere.

Pillola del giorno dopo: in cosa consiste

La pillola del giorno dopo è appunto una pasticca contraccettiva. Quest’ultima contiene un progestinico, un preparato farmacologico che si chiama Levonorgestrel.

La sua assunzione può arrivare fino a 72 ore dopo aver consumato il rapporto e il suo scopo è quello di inibire l’ovulazione qualora questa non sia ancora avvenuta.

Il meccanismo con cui questo farmaco riduce la possibilità di una gravidanza indesiderata, consiste nel ritardare l’ovulazione qualora questa non si sia ancora manifestata.

Se però l’ovulazione è già avvenuta o non si riesce ad inibirla, è possibile che la gravidanza si instauri ugualmente nonostante l’assunzione di tale pillora.

Per tanto, se dopo circa 15-20 giorni dall’assunzione non si è ancora manifestata la mestruazione, è necessario eseguire un test di gravidanza. Infatti, il tasso di fallimento di questo metodo si aggira verso il 3-6%. Dunque, una percentuale abbasta alta e, di questo, bisogna prenderne atto fin dalla sua assunzione. Tutto, chiaramente cambia in base a quale giorno del ciclo ci si trovi.

La possibilità di successo è direttamente proporzionale alla velocità di assunzione.

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