Festa della Vittoria: quello che Putin ha e non ha detto!

Il discorso di Putin durante la Giornata della Vittoria si è mostrato molto diverso da quello che ci aspettavamo. Ecco cosa ha detto!

La festa della Giornata della Vittoria avuto luogo ieri nella capitale russa, Mosca, ha fatto parlare molto in queste ore. Molti aspettavano con ansia il discorso del leader e capo dello Stato russo, Vladimir Putin, considerate anche le ultime scarne e pragmatiche dichiarazioni in merito alla “operazione militare speciale” in Ucraina.

Tuttavia, l’attesa è stata delusa da un altrettanto pragmatico discorso inaugurale. Il discorso si è rivelato cauto in certi passaggi, ma anche trascinato e stanco in altri. Ma ciò che ha sorpreso maggiormente e che accende anche una piccola scintilla di speranza sono, in realtà, le parole non dette, più che le parole dette.

Della guerra in Ucraina, o come direbbero in Russia, della “operazione militare speciale” non si fa cenno. Si tratta di un discorso commemorativo e di elogio agli eroi che hanno perso la vita, sia durante la prima Grande Guerra Patriottica che durante la guerra nel Donbass.

Putin cerca di onorare la memoria dei martiri e dei civili che hanno perso la vita durante i bombardamenti e agli attacchi dei neonazisti. Ma poi si ricorda anche il motivo per il quale la Russia stia intervenendo nel conflitto

Putin sa benissimo che il suo discorso sarà ascoltato in tutto il mondo, quindi, usando dei termini pacati, oserei dire anche ammaliatori, espone le sue ragioni, le ragioni della Russia. E’ sembrato come se volesse giustificarsi al mondo intero.

A conferma di questa ipotesi, attraverso un’analisi del discorso integrale, possiamo notare che il termine Vittoria, oggetto della festa, è stato utilizzato solamente 5 volte, mentre i termini come guerra (8 volte), Russia (11 volte), soldati (8 volte), memoria (5 volte) e sicurezza (4 volte) sono i termini più utilizzati.

Putin giustifica l’invasione dell’Ucraina 

Già dopo i primi saluti di apertura, Putin comincia a spiegare il motivo per cui è iniziata “l’operazione militare speciale” nel Donbass:

Quindi ora, in questi giorni stai combattendo per la nostra gente nel Donbass. Per la sicurezza della nostra Patria – la Russia.

I soldati russi stanno difendendo la sicurezza della Russia. È questa, in sintesi, la ragione principale che ha portato la Russia ad invadere l’Ucraina. Si riconosce anche il prezzo in termini di vite umane che la Russia sta evidentemente pagando.

Ma delle morti dei civili in Ucraina non si fa cenno. E come si potrebbe anche solo accennare delle morti dei civili, delle famiglie e dei bambini ucraini? La Russia ha sempre negato questo punto, così come lo negano anche i giornalisti russi intervistati spesso nei nostri talk show. Ad ogni modo Putin si rivolge spesso ai soldati russi e al loro sacrificio in Ucraina:

Stai combattendo per la Patria, per il suo futuro, in modo che nessuno dimentichi le lezioni della Seconda Guerra Mondiale. In modo che non ci sia posto nel mondo per carnefici, punitori e nazisti. […]

 La morte di ognuno dei nostri soldati e dei nostri ufficiali è un dolore che grava su tutti noi. Daremo un sostegno speciale ai figli dei compagni morti e feriti. Firmato oggi il DPR in merito.

Ma prima di arrivare alla commemorazione delle vittime e dei soldati russi, Putin fa un breve parallelo tra i veterani del 1945 e i soldati dell’esercito russo che stanno combattendo nel Donbass. Un paragone che, in realtà, è durato poco per poi passare al riassunto dei motivi che hanno portato la Russia ad invadere l’Ucraina.

Uno dei motivi principali, come abbiamo appena detto, è la sicurezza dei confini russi, ma non solo.

Nonostante tutte le divergenze nei rapporti internazionali, la Russia si è sempre battuta per creare un sistema di sicurezza equo e paritario, un sistema di vitale necessità per tutta la comunità mondiale. Nel dicembre scorso abbiamo proposto di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza. 

La Russia esortava l’Occidente ad un dialogo onesto, alla ricerca di soluzioni ragionevoli e di compromesso, alla considerazione dei reciproci interessi. Tutto invano. I paesi della Nato non ci hanno voluto ascoltare e ciò significa che avevano ben altri piani. Ci si preparava a una ennesima aggressione nel Donbass, all’invasione nelle nostre terre storiche, inclusa la Crimea. 

A Kiev intanto veniva dichiarata possibile l’acquisizione dell’arma nucleare. Siccome esisteva una minaccia immediata ai nostri confini, la Russia ha fermato preventivamente l’aggressione. Era l’unica decisione corretta e tempestiva da prendere

Qui, il chiaro esplicito dissing contro la Nato. Secondo lo zar russo, i piani della Nato erano diversi da quelli che lei aveva precedentemente dichiarato. Si tratta di una motivazione più volte esposta e dichiarata anche dai ministri più vicini a Putin.

Proprio la scorsa settimana, anche il ministro degli esteri Lavrov, invitato a partecipare ad una intervista in remoto, ha esplicitato le stesse identiche motivazioni. Ma Putin continua il suo discorso demolendo i valori etici e morali dell’occidente e ad inneggiare le proprie tradizioni.

La Russia difende la propria identità contro le ingerenze della Nato

Lui definisce la Russia un paese diverso dagli altri. Un paese che non abbandona le proprie tradizioni e un paese che rispetta tutti i popoli e le culture. Una dichiarazione che cozza con la realtà dei fatti. Mentre fa queste dichiarazioni, attacca apertamente gli Stati Uniti, definendoli gli artefici “dell’abolizioni di valori millenari” e della russofobia.

Un degrado morale che è diventato la base di ciniche falsificazioni della storia della Seconda guerra mondiale, della fomentazione della russofobia, dell’esaltazione dei traditori, arrivando a cancellare il coraggio di coloro che ottennero tra le sofferenze la Vittoria

Si tratta, questa, di vera propaganda russa e di una deformazione della realtà. Sappiamo benissimo che, in realtà, non è così. L’occidente ha sempre ricordato il sacrificio dei nostri soldati e delle famiglie che hanno perso la vita durante il secondo conflitto mondiale.

Ma ha anche deciso di portarsi avanti con il cambiamento, con il progresso, cercando di unirsi pacificamente attraverso la creazione di unioni e alleanze, quello che la Russia ha sempre evitato di fare proprio per evitare che l’occidente potesse influenzare la cultura russa.

La sicurezza alla quale Putin fa riferimento è quindi riferita alla protezione delle loro tradizioni, dell’amor di patria e della cultura russa. La Russia difende i suoi confini e la propria identità. Come se noi occidentali l’avessimo persa.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, noi italiani abbiamo deciso di cedere parte della nostra sovranità per riuscire a costituire delle alleanze che potessero portare ad una pace mondiale, abbandonando il patriottismo malato. Quell’amor di Patria che stava distruggendo le altre nazioni.

Creare delle alleanze, avvicinarsi ad altre culture, non significa perdere la propria identità, perché gli italiani rimarranno sempre tali, così come lo sono i francesi, i tedeschi, gli spagnoli, gli inglesi e così via. E ancora, Putin conclude il suo discorso onorando ancora una volta i fratelli che hanno perso la vita in battaglia e quelli che ancora stanno lottando in battaglia, “coprendosi a vicenda da proiettili e schegge come fratelli”.

Ma non solo. Nonostante l’attacco alla Nato e agli Stati Uniti, Putin riconosce anche il sacrificio di americani, inglesi e francesi – alleati contro la Resistenza.

Tutto per difendere la Patria, il benessere e la sicurezza della Russia. In sostanza, quello di Putin è stato un discorso tutto sommato cauto, con qualche schiaffo e anche qualche carezza. La nostra speranza è che la guerra finisca presto e, soprattutto, che il conflitto non si trasformi in una nuova guerra fredda.

Ma la percezione è che una nuova guerra fredda stia per concretizzarsi proprio davanti i nostri occhi.

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