Il sindaco di Milano Beppe Sala è stato costretto a stoppare la registrazione all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali. Vuol dire che i bambini con due mamme o due papà, nati o adottati all’estero, non potranno più optare per la registrazione diretta nei registri comunali.
La decisione si deve ad una direttiva del Ministero dell’Interno arrivata presso la prefettura milanese che si riferisce alla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, che nel nostro pese è consentita soltanto a coppie eterosessuali.
Stop della registrazione all’anagrafe dei figli di coppie gay, cosa è successo
In mancanza di una legge nazionale sul tema, il sindaco di Milano Sala aveva colmato il vuoto normativo consentendo la registrazione anagrafica ai figli delle coppie di genitori omosessuali. Ora invece il Comune deve fare un passo indietro in tema di diritti civili con grande dispiacere del sindaco che ha manifestato il suo impegno verso le famiglie arcobaleno:
«Ora mi faccio carico di portare avanti questa battaglia»
Lo stop colpisce i figli di due padri che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata o di due madri che hanno optato per la procreazione assistita all’estero.
Cosa ne pensa Beppe Sala
La reazione del sindaco di Milano è stata immediata. Il via libera alla registrazione all’anagrafe difatti è stata una sua decisione. Nel suo podcast quotidiano “Buongiorno Milano” ha parlato apertamente della misura imposta dal governo:
“La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare con l’apparato amministrativo del Comune e io, vista la presa di posizione della Procura non posso esporre un funzionario pubblico a rischi personali ma è un passo indietro evidente, dal punto di vista politico e sociale e mi metto nei panni di quei genitori che pensavano che a Milano di poter contare su questa possibilità.”
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