Alternativa al gas russo c’è: il biogas! Ma Draghi dice no!

Il biogas, una ricchezza tutta italiana che potrebbe liberarci dal gas russo. Purtroppo, però, il governo non vuole saperne: non ci sono i fondi!

In Italia abbiamo una grande risorsa e proviene dagli scarti dei nostri giardini e dalle nostre case. Stiamo parlando dei rifiuti organici e della produzione di biometano. Una risposta alla crisi dell’energia legata all’importazione di gas russo.

Ma di cosa si tratta? E per quale motivo si investe e si è investito poco in questo settore? Nella regione Lombardia sono ormai diversi gli impianti di produzione di biogas e di biometano per la produzione di energia elettrica e secondo EBA il metano e il gas prodotto dai rifiuti potrebbe sostituire il 20% delle attuali importazioni di gas dall’UE e dalla Russia, risolvendo in parte il problema dell’energia.

Ma c’è di più. Se si riuscisse ad investire di più sulla produzione di biometano e di biogas, il nostro paese potrebbe non solo risolvere la crisi energetica, ma in un’ottica più ottimistica si riuscirebbe addirittura a diventare dei competitor.

Infatti, sempre secondo EBA, la produzione di biometano e di biogas potrebbe triplicare entro il 2050, fino a 100 miliardi di metri cubi. Una quantità che potrebbe soddisfare il fabbisogno di diverse famiglie.    

Ma quali sarebbero i vantaggi nella produzione di biometano e di biogas? Ovviamente i vantaggi sarebbero moltissimi: dalla cura dell’ambiente, all’economia circolare. Inoltre, investire sulla produzione di biometano e di biogas ci farebbe diventare più indipendenti.

A tal proposito si è espresso anche il Consorzio Italiano Biogas (CIB). In particolare, secondo quest’ultimo, l’immediata applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel settore dell’energia bio potrebbe garantire la produzione di 4 miliardi di metri cubi di biometano solamente entro il 2026, che equivarrebbe al 30% degli obiettivi energetici che il governo avrebbe intenzione di raggiungere con la produzione di energia da fonti come carbone, gas e petrolio.

Insomma, un’alternativa percorribile e, soprattutto, economica esiste. Ma allora perché non si è mai investito su questo settore dell’energia? In Italia esistono ancora troppi pochi impianti di produzione di biogas, soprattutto al sud, e sono ancora pochi gli accordi con il settore dell’agricoltura.

Proprio alcuni giorni fa Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, è intervenuto al convegno svoltosi a Codogno ed intitolato “Biometano in agricoltura: sfide e prospettive future”, organizzato da Agrimet, società del Gruppo AnkorGaz:

La Lombardia possiede più di 500 impianti di Biogas che forniscono circa l’8% del totale dell’energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili. Occorre realizzare il loro revamping per produrre biometano e allo stesso tempo incentivare immediatamente la nascita di nuovi perché, soprattutto a causa del conflitto russo-ucraino, possono costituire una risorsa fondamentale

Inoltre, continua Fontana, la giunta della Regione Lombardia ha chiesto al governo di rimodulare il PNRR per promuovere azioni finalizzate all’autonomia energetica, ma la risposta per il momento è negativa:

Un’altra ipotesi sono anche quegli impianti che producono biometano utilizzando la frazione umida dei rifiuti. Noi abbiamo chiesto al Governo di rimodulare il Pnrr per realizzare tali interventi, per il momento non ha intenzione di farlo, ma si impegna a recuperare altre risorse in Europa.

Quindi, il governo al momento non sembra prendere in considerazione la possibilità di investire sul settore delle bioenergie per risolvere il problema del caro energia e della crisi energetica legata all’importazione di gas naturale dalla Russia.

Ma anche in merito il presidente della Regione Lombardia si espresso dicendo che “È vero che i contratti chiusi dal Presidente del Consiglio con altri Stati sono importanti, ma l’obiettivo deve restare l’autonomia energetica. Dobbiamo sfruttare tutte le energie alternative presenti sul nostro territorio per evitare di dover dipendere da altri Paesi”.

Energia, Biogas e biometano in Italia: i dati e le prospettive

Come abbiamo già accennato in apertura, il biometano e il biogas potrebbero costituire una vera ricchezza per il nostro paese. Attualmente, gli impianti di biogas attivi nel nostro paese sono più di 2000, mentre gli impianti di produzione di biogas agricoli sono più di 1700.

Questi impianti tutti assieme producono circa 7 TWh di energia e costituiscono circa l’84,4% di produzione di energia rinnovabile proveniente dall’agricoltura.

In totale, al momento nel nostro paese di producono circa 5 miliardi di metri cubi di biogas. Ma, come abbiamo già accennato, il CIB vorrebbe raggiungere degli obiettivi molto più ambiziosi, tanto alti da poter non solo diventare autonomi, ma anche competitivi nei confronti degli altri Stati.

In particolare, secondo il CIB (Consorzio Italiano Biogas), infatti, “Per sbloccare il settore e raggiungere allo stesso tempo gli ambiziosi obiettivi Ue di decarbonizzazione è necessario continuare in fretta sulla strada delle riforme.

Il nostro Paese deve lavorare sul percorso di semplificazione normativa e accelerare l’emanazione del decreto di attuazione delle misure previste dal PNRR per il biometano – continua – Un ulteriore step da compiere è emanare al più presto il decreto FER2 per la prosecuzione elettrica di tutti gli impianti esistenti che per ragioni oggettive tecniche ed economiche non potranno riconvertirsi a biometano

Dunque, per il momento gli ostacoli sono solamente legati alla burocrazia, per questo motivo – continua il CIB – “dobbiamo continuare a lavorare con i territori per comunicare le ricadute positive delle iniziative di biogas e biometano in agricoltura e superare i fenomeni e i pregiudizi che possono ancora rallentare lo sviluppo del settore

Il Comitato evidenzia, inoltre, la necessità di operare una semplificazione della macchina burocratica e dei processi di qualifica degli impianti. Bisogna eliminare i pregiudizi che ancora vi sono in merito a questo settore perché solo così il settore può crescere. Il CIB, poi, ammonisce il governo sull’emanazione delle riforme: “attualmente i tempi sono insostenibili per le imprese

Risolvere il problema energetico attraverso l’innovazione: biometano e Made in Italy!

La produzione di biogas e del biometano in agricoltura, secondo il CIB, costituisce attualmente la seconda grandezza d’Europa e del mondo. Anche da questo punto di vista potremmo affermare che sia biogas che biometano costituiscono delle eccellenze del Made in Italy.

Anche qui, le aziende agricole costituiscono certamente una risorsa molto importante, e non solo. Anche gli allevamenti di animali potrebbero fornire, per ipotesi, un contributo molto importante nella produzione di biogas e di biometano.

In altre parti del mondo, come ad esempio negli Stati Uniti, la produzione di biometano derivante dagli scarti animali è già una realtà. Ma il nostro Made in Italy è eccellenza, per questo il CIB dice 

Made in Italy” e le nostre aziende rappresentano una leadership a livello mondiale nella fornitura di soluzioni per la produzione, la cogenerazione e l’upgrading del biogas e la sua distribuzione. Questo know-how si lega alla capacità di sviluppare modelli agricoli e agroindustriali di qualità e ha permesso di potenziare l’innovazione nelle fasi a monte e a valle dell’impianto di digestione anaerobica

Il nostro paese si sta muovendo anche verso la produzione di biogas dai rifiuti organici. Proprio quest’anno è stato inaugurato in Puglia il primo impianto di produzione di biometano a digestione anaerobica. Quest’ultimo è capace da solo di produrre 1,9 miliardi di metri cubi di biometano all’anno, riuscendo anche a ridurre la CO2 in atmosfera di circa 3700 tonnellate. 

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