Green Pass prorogato dall’UE: ecco cosa cambia per l’Italia e per gli Stati europei

L'Unione Europea ha deciso di prorogare la validità del Green Pass! Mascherine obbligatorie fino al 30 settembre 2022!

Il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno deciso preventivamente di prorogare di un anno la validità del Green Pass, fino al 30 giungo 2023. Si tratta, come abbiamo detto, di una misura preventiva nel caso in cui dovessero emergere nuove varianti e le autorità dovessero intervenire con nuove misure d’emergenza.

Il Green Pass ha, dunque, una nuova data di scadenza ma servirà solamente per gli spostamenti da un paese ad un altro e facilitare la libertà di circolazione, ma con una deroga: spetterà ai singoli Stati membri se continuare ad utilizzarlo o meno.

Il 15 giugno 2022, invece, sarà la volta delle mascherine. Sarà il Consiglio dei Ministri a decidere se prorogare o meno l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine sui mezzi di trasporto. Ad ogni modo, sempre a partire da questa data, le mascherine non dovranno più essere utilizzate nei luoghi al chiuso come nei cinema, nei teatri e nelle manifestazioni sportive al chiuso.

“La decisione è stata ponderata dal governo e dal ministro Roberto Speranza e dal sottosegretario alla salute, Andrea Costa, dopo le recenti pressioni del Codacons. In particolare, però, il ministro della Salute ha parlato di “valutazioni in corso” sui treni, negli aerei e nei bus.”

Ma vediamo di esaminare la questione più in dettaglio.

Il Green pass è stato prorogato: ecco cosa vuol dire

Come già accennato in apertura, il Parlamento europeo in accordo con il Consiglio ha deciso di prorogare la validità della certificazione verde fino al 30 giugno 2023. In sostanza, si è raggiunto un accordo per prolungare di un anno la vita del Green Pass. 

L’obiettivo è quello di avere a disposizione uno strumento utile a facilitare gli spostamenti nel caso in cui si dovesse intervenire nuovamente con la nascita di nuove varianti preoccupanti. La certificazione verde, dunque, avrà validità fino al 30 giungo 2023, a meno che non arrivino nuove proroghe.

Questo cosa comporterà per gli Stati membri? In realtà non cambierà nulla perché, come scrive anche Today, gli Stati non saranno tenuti ad imporre delle restrizioni:

“Gli Stati dovranno astenersi dall’imporre restrizioni alla libera circolazione per i titolari del certificato: potranno imporle solo se proporzionate, necessarie e non discriminatorie, allo scopo di tutelare la salute pubblica.” 

Dunque, oggetto della proroga non è l’obbligo di utilizzo del Green Pass, ma la normativa, ossia la “base legale” che consentirebbe agli Stati di richiedere la certificazione verde solamente ai viaggiatori che entrano in un Paese. 

Il fatto che la “carta verde” sia stata prorogata per un altro anno, dunque, non vuol dire che verranno reintrodotte misure restrittive come quelle che abbiamo conosciuto lo scorso inverno”. Qui, decideranno i governi nazionali.

Va, però, puntualizzato che a livello di Unione Europeo, la proroga non implicherà necessariamente che per spostarsi servirà il Green Pass. Anche su questo punto, decideranno i singoli Stati. 

Stop alle mascherine dal 15 giugno: ecco dove

Mentre è già praticamente deciso che non sarà più necessario indossare mascherine nei cinema, nei teatri e nelle manifestazioni sportive, per i mezzi di trasporto il Consiglio dei ministri ha voluto prendere una decisione diversa. 

In particolare, il governo sembra avere prorogato l’obbligo dell’uso delle mascherine Ffp2 per i mezzi di trasporto come treni, navi e trasporto pubblico locale fino al 30 settembre 2022, in accoglimento del decreto del ministro dei Trasporti Enrico Giovannini.

Per gli aerei, invece, l’obbligo è stato revocato.

È stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a comunicarlo alle telecamere di Tg1 Mattina, puntualizzando che “ci troviamo di fronte ad un nuovo passo verso la normalità”. L’obbligo dovrebbe permanere anche per le Rsa e le strutture sanitarie, considerata la presenza di persone fragili e a rischio di contratta la malattia in forma grave.

Inoltre, dice il sottosegretario, altro “segnale importante è stato quello di consentire l’esame di stato di terza media e della maturità senza protezione delle vie aeree”. In realtà, la discussione che metteva in dubbio l’uso della mascherina anche per gli esami di maturità è emersa dopo un sollecito del Codacons, come abbiamo scritto in uno dei nostri precedenti articoli.

“Una situazione del tutto paradossale – denuncia il Codacons – Gli studenti sono obbligati di giorno ad indossare la mascherina, pur sedendo distanziati ai banchi, ma possono toglierla la sera per andare al pub o in discoteca e trascorrere il tempo assembrati.

Si tratta – puntualizza – di una illegittima disparità di trattamento tra studenti e lavoratori, un atto amministrativo illogico e non fondato su alcuna motivazione razionale “

In realtà, dice sempre il sottosegretario Costa, revocare l’obbligo dell’uso delle mascherine comporta un atto di fiducia nei confronti di quei cittadini che “sono certamente più consapevoli, dato che per anni e mezzo hanno continuativamente aderito a tutte le regole e le restrizioni imposte e che hanno responsabilmente aderito alla campagna di vaccinazione.”

Tuttavia, le mascherine continueranno ad essere raccomandate nei luoghi di lavoro e alla maturità 2022, ma saranno le singole scuole a decidere, come spiega anche Cristiana Costarelli – preside dell’Anp Lazio:

“Per gli scritti è una questione di rispetto indossare una mascherina chirurgica anche rispetto a chi ha fragilità. Per gli orali è un falso problema: il candidato sarà a due metri di distanza dalla commissione.

Non abbiamo un nuovo protocollo anti-Covid sugli esami. I precedenti sono ormai superati anche dalla fine dello stato di emergenza. Il candidato è dunque autorizzato mentre parla a non indossare la mascherina. Attendiamo indicazioni scritte”

Altri pareri simili a quello di Costarelli arrivano anche dal sottosegretario leghista all’istruzione, Rossano Sasso – il quale puntualizza che: 

“Può essere un’opzione da valutare l’ipotesi di far tenere la mascherina ai maturandi solo per gli scritti e non per gli orali: ricalcherebbe un po’ quanto accade in Parlamento: deputati, senatori e membri del governo la indossano quando sono seduti al proprio posto e la abbassano quando sono chiamati a intervenire. 

Personalmente sarei per indossarla solo quando si gira nei corridoi e in caso di assembramenti, ma al ministero della Salute hanno evidentemente una preclusione nei confronti del mondo dell’istruzione: hanno tolto le restrizioni dappertutto tranne che a scuola”

Tuttavia, fino a poco tempo fa, le sue dichiarazioni erano state diverse, come abbiamo scritto in un nostro precedente articolo:

“Personalmente sarei per eliminare l’obbligo fin da ora, ma almeno all’esame di maturità studenti e insegnanti dovrebbero poter stare in classe senza più vincoli: vediamo se Speranza si farà guidare dal buon senso, evitando di estendere l’obbligo dopo la naturale scadenza di metà giugno.”

Però la comunità medica sembra non essere d’accordo con una revoca totale dell’obbligo. Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma, sottolinea che “Il virus non guarda il calendario e dal 15 giugno non sparisce di botto. La questione sul togliere l’obbligo delle mascherine al chiuso è di tipo politico. Continuare anche dopo il 15 giugno a portare la mascherina al chiuso o in caso di assembramento è una buona norma

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