Guerra e discriminazioni: profughi ucraini sì, ma non neri! 

Guerra e razzismo: ok all'accoglienza dei profughi ucraini, ma non neri. Il caso di Palermo e le ultime news sul decreto per l'assistenza agli sfollati.

E proprio poche ore fa è arrivata la firma del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi al nuovo decreto-legge per l’assistenza dei profughi provenienti dall’Ucraina, territorio in cui è ancora in atto il conflitto contro i russi del dittatore Vladimir Putin.

Del resto, abbiamo visto anche in questo nostro articolo, che la guerra in Ucraina ha scatenato una crisi migratoria con numeri oltre cinque volte superiori a quella conseguente la Guerra del Kosovo del 1999 e quattro volte quella successiva alle Guerre dei Balcani degli anni dal 1991 al 1995, con rispettivamente 750 mila profughi e 1 milione di profughi. 

Ad oggi, sono fuggiti dall’Ucraina, stando alle parole della Ministra Lamorgese, quattro milioni di cittadini. Di questi oltre 75 mila sono arrivati in Italia dallo scoppio della guerra il 24 febbraio 2022. 38.735 sono donne, 7.158 sono uomini e i restanti 29.222 sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni – dati del Ministero dell’Interno. 

La maggior parte dei profughi ucraini è giunta nelle principali città italiane: partendo da Milano, Bologna, Roma, arrivando fino a Napoli. 

Stando ai numeri dei cittadini sfollati, viene facile pensare che la parola più usata di questi ultimi giorni sia proprio  “accoglienza”. Ed è così, anche se non per tutti. Il termine “accoglienza”, infatti, viene meno quando i cittadini da accogliere hanno un colore diverso di pelle rispetto agli ospitanti

Andiamo a vedere nel dettaglio le nuove misure per l’accoglienza dei profughi e gli ultimi episodi di razzismo nei confronti di cittadini con la pelle nera, che hanno riguardato il nostro Paese.

Guerra, i profughi potranno restare il UE per tre anni

Sappiamo che a causa dello scoppio della Guerra e della conseguente ondata migratoria che ha coinvolto circa 4 milioni di cittadini ucraini, il Consiglio di Giustizia e affari interni dell’Unione Europea ha deciso che i profughi potranno godere di un permesso speciale di 12 mesi.

Si tratta di un permesso speciale di protezione valido unicamente per tutti i cittadini che, allo scoppio della guerra – 24 febbraio 2022 – risultavano essere stabilmente residenti in Ucraina. Una volta ottenuto il permesso, questo sarà rinnovabile di sei mesi in sei mesi, fino ad arrivare ad una durata massima di 3 anni.

Questo permesso speciale per i profughi in fuga dal conflitto è stato applicato, per la prima volta, dopo oltre 20 anni dalla direttiva dell’Unione Europea n. 55 del luglio 2001.

Si tratta di un documento che permetterà ai cittadini in fuga dal Paese in guerra, di muoversi liberamente in tutti i territori appartenenti all’Unione Europea. Inoltre, questi potranno: trovare un’abitazione, studiare, cercare un lavoro e ricevere assistenza medica. 

Mediante questo permesso speciale i cittadini ucraini in fuga potranno godere di maggiore libertà rispetto ad altri richiedenti asilo. In questo secondo caso, infatti, una volta che i cittadini saranno identificati, dovranno passare dal SAI o dal CAS e, per i primi due mesi dall’arrivo nel Paese non potranno trovare un impiego. 

In tutta Europa e nel nostro Paese si sono creati dei veri e propri movimenti di solidarietà, partendo anche la decreto che è stato approvato quest’oggi, che aiutano i più bisognosi in fuga dal conflitto. Parola d’ordine: accoglienza! Ma sarà così per tutti? Anche per chi ha la pelle scura?

Profughi ucraini in fuga dalla guerra, il decreto-legge approvato oggi 

Quello sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri e approvato quest’oggi, non è altro che un decreto che recepisce la decisione presa dal Consiglio UE lo scorso 4 marzo.

Vengono applicate, dunque, le norme sopracitate, partendo dal permesso di protezione temporanea per tutti i cittadini ucraini in fuga dalla guerra che potrà durare 12 mesi partendo proprio dalla data del 4 marzo. 

Tale protezione viene estesa anche a tutti i cittadini di paesi terzi e ai loro famigliari. Il permesso di soggiorno, inoltre, è valido per un anno, ma potrà anche essere prorogato di sei mesi + sei mesi per un anno.  

Mediante questo documento i profughi ucraini avranno accesso all’assistenza sanitaria del servizio nazionale, potranno trovare un impiego, oppure studiare.

Il decreto-legge consentirà anche a tutti cittadini ucraini presenti ad oggi nel nostro Paese di ricongiungersi con i propri familiari, ancora presenti in Ucraina.

Accoglienza per i profughi in fuga dalla guerra, ma non se sono neri!

Sono tantissime le famiglie italiane che si sono messe a disposizione per accogliere i profughi ucraini in fuga dalla guerra

Alcuni li hanno accolti nella seconda casa, in attesa di trovar loro un’altra sistemazione, altri, invece, hanno aperto proprio la porta della loro abitazione principale, collaborando con il proprio comune di residenza e con la propria Regione

Qualcosa, però, è andato storto per due profughi in fuga dall’Ucraina, prima accolti e poi rifiutati, a Palermo solo perché “con la pelle nera”.

La proprietaria della casa, infatti, si è dimostrata fin da subito disponibile ad accogliere due giovani studenti ventenni provenienti dall’Ucraina, luogo del conflitto, fino a quando, però, non ha capito che i due non erano dei “”normali profughi bianchi”” ma erano dei giovani ragazzi di origine nigeriana. 

I loro nomi sono Michael e Meshack e la loro storia è stata denunciata da suor Anna Alonzo, rimasta senza parole per l’accaduto. La suora ha raccontato che la donna in questione si era dapprima offerta, ma poi, visto il colore della pelle, si è ritirata. Ora, la suora sta cercando di iscrivere i due giovani all’Università. 

Niente aiuti a profughi con la pelle nera, neanche se scappano dalla guerra

Insomma, per alcune persone ci sono profughi di serie A e profughi di serie B. In questo caso, la signora di Palermo, aveva dato la disponibilità ad accogliere nella sua seconda casa i due ventenni che studiavano nella città di Kiev.

La suora ha poi dichiarato al Corriere della Sera:

Mi ha detto che non voleva ospitava due africani. Due profughi bianchi andavano bene, neri no.

Suor Anna Alonzo, allora, ha accolto i due giovani, trovandogli del cibo e dei vestiti e ha raccontato che i due erano stremati dal lungo viaggio. I due, ora si trovano nella Casa della Regina di Pace a Casteldaccia, dove la suora accoglie le ragazze nigeriane sottratte alla prostituzione. 

Ora l’obbiettivo di Suor Anna è duplice: trovare un alloggio ai due giovani studenti e iscriverli all’università.

Non è la prima volta che ci troviamo davanti a episodi di questo genere. Ma anzi, ci sono episodi anche più gravi da raccontare.

Subito dopo lo scoppio della guerra, infatti, numerosi profughi neri hanno raccontato di essere stati picchiati e allontanati al confine polacco poiché doveva essere data la precedenza ai bianchi.

Alcune notizie sono state smentite durante le settimane, ma nonostante tutto, sul tema era intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, che in un Tweet aveva dichiarato:

“gli africani che cercano l’evacuazione dall’Ucraina hanno pari opportunità di ritornare a loro Paesi d’origine in sicurezza. Siamo grati per gli sforzi del governo ucraino su questo fronte.”

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