Guerra Ucraina: Mariupol sul punto di cadere! Civili uccisi

L'assedio di Mariupol continua, ma si pensa che finirà presto. La Russia tiene sotto assedio la città da quasi due mesi, mentre la guerra in Ucraina continua.

E mentre l’Europa festeggia la vittoria di Emmanuel Macron all’Eliseo, confermando la volontà aperta ed europea della Francia, in Ucraina la guerra continua. Il conflitto ha appena passato la soglia del secondo mese, essendo ufficialmente iniziato il 24 febbraio. 

Vi ricordate quando, nei primi giorni della guerra, pensavamo che l’Ucraina sarebbe caduta in pochi giorni? La Russia, capitanata dal presidente Vladimir Putin, era considerata una macchina da guerra inarrestabile, sia per numeri che per avanzamento tecnologico dell’esercito. 

Probabilmente, anche Putin si aspettava una veloce caduta dell’Ucraina, e magari anche che il presidente di Kiev Volodymyr Zelensky sarebbe fuggito dal paese con una valigetta piena di soldi. E invece è rimasto in Ucraina, a combattere a fianco dei suoi concittadini.

La resistenza ucraina è stata a dir poco eroica, ed ha fermato i russi in tutti gli assalti tranne in quello per Kherson, l’unica grande città conquistata dall’esercito di Mosca. Kiev, Kharkiv, Leopoli ed Odessa sono ancora fermamente in mano ucraina. 

Kiev e Kharkiv, i due maggiori centri del paese, erano stati assediati dai russi nelle prime settimane, ma si sono rivelati bocconi troppo grossi e le tattiche russe troppo obsolete per poter essere conquistate. Qualche settimana fa, infatti, i russi si sono ritirati dalla regione di Kiev, restituendola agli ucraini. 

Questa “ritirata strategica” è servita per concentrare un maggior numero di forze nel Donbass e nel sud del paese, dove i russi stanno concentrando la maggior parte delle loro risorse belliche. Ma una ritirata simile rimane comunque uno smacco per Putin, ed una vittoria significativa per Zelensky. 

Nel frattempo, però, l’assedio della città di Mariupol si è intensificato. Mariupol è uno strategico porto nel sud dell’Ucraina, precisamente nella regione del Donbass. La sua conquista è fondamentale per la Russia se vogliono controllare la regione, ma la resistenza della città continua. 

Come vedremo in questo articolo, tuttavia, i civili di Mariupol stanno soffrendo immensamente, vedendosi negati continuamente corridoi umanitari verso l’esterno. Sono dunque intrappolati nella città, rimanendo sotto le bombe della Russia. 

Una delle ultime resistenze nella città è nell’immensa acciaieria Azovstal, uno dei complessi industriali più grandi d’Europa e progettato per difendersi da un attacco nucleare. Nel complesso sarebbero rifugiati circa 1000 civili, e ci si stava organizzando per farli evacuare prima dell’assalto finale. 

Come riportato dalla vicepremier ucraina Iryna Vereshuk, però: 

I corridoi umanitari si aprono in base agli accordi delle due parti. Il corridoio, annunciato unilateralmente, non fornisce sicurezza e quindi, di fatto, non è un corridoio umanitario. Quindi, dichiaro ufficialmente e pubblicamente: non ci sono accordi sui corridoi umanitari da Azovstal oggi, purtroppo.

Vediamo dunque cosa sta succedendo ai civili ucraini e di Mariupol, iniziando dai primi. 

I crimini di guerra commessi dalla Russia

La ritirata della Russia dalla regione di Kiev ha anche rivelato gli atroci crimini di guerra commessi dall’esercito russo, il più famoso dei quali è il Massacro di Bucha. A Bucha, nel nord dell’Ucraina, i russi hanno ucciso centinaia di civili innocenti, gettando i loro corpi nelle fosse comuni scavate in giro per la città. 

Oggi, la portavoce del Ministro degli Esteri russo Irina Zakharova ha denunciato a sua volta dei presunti crimini di guerra compiuti dall’Ucraina nel Donbass, parlando dell’indifferenza degli occidentali di fronte a questi orrori. Secondo la Zakharova, infatti: 

In Italia e in altri Paesi occidentali, a nessuno interessava nulla di questo – ha proseguito la portavoce – e la Francia e la Germania, che fanno parte del Formato Normandia ed erano garanti degli accordi di Minsk, non sono riusciti a farli rispettare.

Se contro Kiev la Ue avesse deciso almeno una sanzione, a questo punto le cose sarebbero state diverse. Ma non avete fatto nulla, anzi, continuavate a fornire all’Ucraina aiuti per miliardi di dollari. L’Ucraina ha preso questo come una segnale di una impunità assoluta e una legittimazione delle sue azioni in Donbass”.

La portavoce ha aggiunto che Mosca “ha consegnato all’Italia le prove delle fosse comuni in Donbass”, dove sarebbero state sepolte le vittime dei massacri compiuti dalle forze ucraine. “Ma voi ne avete sentito parlare?”, ha aggiunto. 

Insomma, sembrerebbe che la Russia stia giustificando i propri crimini poiché la parte nemica ha commesso crimini a sua volta. In effetti, però, notizie di un presunto genocidio nei confronti delle minoranze russofone in Donbass erano già presenti prima della guerra. 

Se questo fosse vero, comunque, non toglie che andrebbe istituito un tribunale di guerra in cui vengono giudicati i crimini di ambo le parti, e donare giustizia alle popolazioni civili innocenti e martoriate dalla guerra. 

Ma è improbabile che un tribunale simile arrivi nel breve periodo, e soprattutto è improbabile che avrà il beneplacito della Russia. Proprio Vladimir Putin, infatti, ha recentemente insignito di una medaglia al valore i responsabili del massacro di Bucha, definendoli come “eroi”. 

Insomma, la guerra continua a mostrare il suo volto distruttore, e la cosa peggiore è che non vi sarà giustizia. 

Torniamo ora a concentrarci su quello che sta succedendo a Mariupol, per capire fino a che punto si sta spingendo questa guerra terribile, e qual è l’importanza strategica di questa città. 

L’assedio di Mariupol: perché è importante

Da quando la Russia ha occupato la Crimea nel 2014, Mariupol è diventato il secondo porto più grande dell’Ucraina. Si trova nella regione separatista del Donbass, e per questo è stata colpita quasi immediatamente dall’attacco russo. 

Dopo l’iniziale assalto, la città è stata completamente circondata ad inizio marzo, dando inizio a quello che è già diventato uno degli episodi più tristi e macabri del XXI secolo. Al di là dei tristissimi episodi umanitari, di cui parlerò più avanti, Mariupol è diventata una preda fondamentale per la strategia di Putin

Come scrivevo in questo articolo, infatti: 

Con il ritiro da Kiev, infatti, la maggiorparte delle risorse russe sono state concentrate sulla presa del Donbass. 

Se questo attacco dovesse fallire, cosa avrà Putin in mano per negoziare una pace a suo favore? L’occupazione della Crimea? Ma se non riesce neanche a muoversi dai suoi confini mentre le sanzioni stanno lentamente erodendo il paese… 

Così come Waterloo doveva essere una vittoria per Napoleone per poter avere delle carte sul tavolo, così Putin deve assolutamente vincere a Mariupol. 

Insomma, una città dall’importantissimo valore strategico e militare, che però continua a resistere eroicamente contro gli aggressori russi. Nonostante i numeri dell’esercito di Mosca, infatti, una battaglia urbana è tra le più difficili che possano essere fatte in una guerra. 

Combattere da casa a casa, quartiere per quartiere, mentre i soldati e cecchini nemici tengono continui attacchi alle tue truppe, è un incubo per qualunque esercito moderno. Tutti i più grandi eserciti della storia hanno avuto difficoltà nelle battaglie urbane, e quello russo non fa differenza. 

Tutto questo, però cade chiaramente sulle spalle dei civili, i quali si ritrovano nel fuoco incrociato dell’assedio senza alcuna possibilità di fuggire. Vediamo quindi qual è il fardello posato sui civili di Mariupol. 

I crimini di guerra a Mariupol: civili martoriati ed uccisi

Vi erano già stati parecchi tentativi di corridoi umanitari da Mariupol, tutti falliti per ingerenza da ambo le parti. Un corridoio umanitario, per chi non lo sapesse, sarebbe un vero e proprio trasporto di emergenza dei civili fuori da una zona di guerra. Perché funzioni, però vi è bisogno di una tregua

Eppure, le tregue per i corridoi umanitari di Mariupol sono state costantemente violate, sia da una parte che dall’altra, con rispettive accuse di crimini di guerra. Ed a pagare, sono sempre stati i civili. 

Anche la comunità internazionale ha voluto muoversi per Mariupol. Celebre, in Italia, la nostra volontà di ricostruire il meraviglioso Teatro di Mariupol, simbolo della cultura ucraina e distrutto dalle bombe dei russi. Ma persino l’ONU è intervenuta nel tentativo di migliorare la situazione civile nella città. 

Come scritto da questo articolo dell’ANSA, infatti: 

L’Onu chiede a sua volta una tregua “immediata” a Mariupol per evacuare i civili dalla città. Sono attesi a Kiev il segretario di stato Usa Antony Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin, è il primo viaggio in Ucraina di esponenti dell’amministrazione americana dall’inizio della guerra.

E dalla capitale ucraina c’è la richiesta di più sanzioni alla Russia: “Serve un embargo totale sul gas”.

Tuttavia, come dicevamo all’inizio, anche l’ultimo corridoio umanitario previsto è stato cancellato. I civili intrappolati nelle ultime sacche di resistenza cittadine rimarranno lì, in attesa dell’ultimo assalto russo che potrebbe essere definitivo per la battaglia. 

Il futuro di Mariupol: la resistenza è possibile?

E’ inutile negare che a Mariupol la situazione è disperata. La resistenza ucraina, per quanto eroica, si sta per spezzare e la città sta per cadere in mano russa. Tutte le sacche, infatti, stanno piano piano venendo liberate dall’esercito di Mosca. 

L’acciaieria Azovstal, la più grande di queste sacche di resistenza, ancora tiene contro i costanti attacchi di Mosca. E’ assolutamente improbabile che i russi riusciranno effettivamente ad espugnare questa fortezza, in quanto appunto quasi impossibile da prendere. Tuttavia, gli assediati potrebbero essere costretti ad arrendersi

Nell’acciaieria, infatti, vi sono oltre mille civili ucraini, e le loro condizioni sono a dir poco disperate. Per quanto, secondo alcune fonti, vi sia ancora la possibilità di ricevere cibo e munizioni, gli assediati sono troppi rispetto a quello che possono ricevere. 

I militari all’interno del complesso, però, non hanno del tutto perso le speranze. Il capitano dei marines ucraini assediati, infatti, pensa che con abbastanza supporto militare dall’occidente l’acciaieria potrà ancora resistere. 

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