Inflazione record in Italia, la spesa alimentare mai così costosa: come cambiano i prezzi

Nonostante il lieve ritocco al ribasso dell'ISTAT l'inflazione raggiunge il +12,6% sui beni del carrello della spesa, la più alta dal giugno del 1983.

L’ISTAT ha comunicato i dati relativi all’inflazione nel mese di ottobre registrata nel nostro paese. Rispetto alle stime precedenti i dati segnano dei leggerissimi ritocchi al ribasso, ma resta la preoccupazione per aumenti mai visti dall’adozione della moneta unica. A spingere in su il dato dell’inflazione è chiaramente il vertiginoso aumento dei prezzi dei beni energetici, ulteriormente in salita rispetto al mese di settembre.

Ecco tutti i dati su come cambiano i prezzi.

Inflazione record in Italia: come cambiano i prezzi

I dati comunicati dall’ISTAT circa l’inflazione nel nostro paese dipingono una situazione molto difficile, anche se condivisa con i maggiori paesi occidentali. L’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) segna, al netto dei tabacchi, un +11,8% su base annua (dal +8,9% del mese precedente) e un +3,4% su base mensile. Valori ribassati di un leggero 0,1% rispetto alle stime preliminari che indicavano un +11,9% su base annua e un +3,5% su base mensile. È l’ISTAT stessa a rimarcare la portata storica di un tale dato sull’inflazione. Bisogna infatti tornare al 1984 (quando fu fu registrato un +11,9%) per vedere una variazione tendenziale dell’indice generale NIC superiore all’11,8%.

A preoccupare è inoltre il dato comunicato sull’aumento dei prezzi del carrello della spesa. L’inflazione su questi beni segna infatti un +12,6%, con un +8,9% per i prodotti ad alta frequenza di acquisto. Anche qui l’aumento segna un dato storico visto che bisogna tornare indietro fino al giugno 1983 (quando fu registrato un +13%) per rivedere un simile aumento.

Sono i beni energetici a spingere l’inflazione

L’ISTAT spiega come a spingere così in alto l’inflazione ci siano i prezzi dei beni energetici. La crescita di questi ultimi è infatti passata dal +44,5% di settembre al +71,1% di ottobre. A calare leggermente sono invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona che passano dal +5,7% di settembre al +5,2% di ottobre.

Livelli così alti dell’inflazione non sono chiaramente un male solo italiano, La maggior parte dei paesi occidentali sta infatti vivendo lo medesima situazione. Sono di oggi infatti i dati sull’inflazione nel Regno Unito che segnalano un aumento annuo del +11,1%, il dato più alto da oltre 40 anni.

Sarà dunque importante vedere le reazioni delle principali Banche centrali a questi dati, per vedere se spingeranno ulteriormente le politiche di aumento dei tassi di interessi già messe in campo negli scorsi mesi per cercare di riportare l’inflazione sotto controllo.

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