ISTAT: LGTB discriminati sul lavoro! E' ancora possibile?

I dati allarmanti dell'ISTAT relativi alle discriminazioni subite in campo professionale da persone LGTB aprono diverse riflessioni: di tipo umano, legale e politico. Il diritto alla parità di trattamento è sancito dal nostro ordinamento. I trattamenti vessatori o persecutori sul lavoro rientrano nel mobbing. Sporgere denuncia all'ispettorato del lavoro è possibile!

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Purtroppo i dati ISTAT parlano chiaro: l'identità sessuale e l'intimità della vita privata, in Italia, incidono ancora sul trattamento che si riceve in ambito lavorativo.

"Un lavoratore su cinque afferma di aver aggirato la compagnia dei colleghi in un contesto estraneo a quello professionale, per non mettersi nella condizione di dover ammettere il proprio orientamento sessuale." 

leggiamo sul sito ufficiale istat.it

Ma dov'è lo scandalo?

Sembra ben più scandaloso scandaloso che oggi, nell'anno di grazia 2022 le persone non possano vivere con libertà e disinvoltura le proprie preferenze affettive.

Perchè ridurre il discorso al mero comparto sessuale è allo stesso modo oltraggioso della dignità di quelle persone: ognuno di noi si innamora, instaura relazioni con il prossimo, sceglie liberamente il proprio compagno o la propria compagna: perchè questa libertà ad alcuni è ancora preclusa, celata occhi di chi li circonda?

Vero, abbiamo manifestazioni come il Gay Pride e un sacco di persone coraggiose che con il loro coming out spianano la strada ad altre che incontrano difficoltà relazionali, famigliari, lavorative: resta scandaloso il fatto che si debba ancora ricorrere a termini come orgoglio e coraggio.

Soprattutto, perchè parliamo di una condizione del tutto naturale e che andrebbe vissuta con la massima serenità.

Che certe penalizzazioni trovino il loro ambiente nel settore lavorativo poi, è ancora più sconcertante.

Si tratta di un settore che dovrebbe essere meritocratico, premiante, mai squalificante, a meno che il soggetto penalizzato non abbia davvero compiuto un torto all'azienda o abbia tenuto un comportamento sanzionabile: ma questo vale per tutti.

Si può essere ancora discriminati per come si conduce la propria vita intima e privata?

Lo stato italiano, duole dirlo, su questi temi si dimostra ancora arretrato. 

Il disegno approvato alla Camera e noto come legge Mancino, non è stato sufficiente a far passare il suo ampliamento, ovvero il ddl Zan contro i reati omo-transfobici, che a causa del dissenso di Lega e Fratelli d'Italia si è arenato al Senato.

La diversità dovrebbe essere vissuta come ricchezza culturale e come contributo alla comunità: per quale motivo in molti ambienti essa viene ancora demonizzata?

La caccia alle streghe deve finire, anche perchè non vi è nessun tipo di stregoneria alla base di questi temi: parliamo di persone normali, che rivendicano il proprio diritto all'amore, alla relazione, alla felicità.

Cosa dice la legge in tema di diritti dei lavoratori?

"Accesso all’occupazione e all'impego: il nostro ordimento giuridico sancisce un principio di equità. Non ci si può rifiutare di assumere persone con orientamenti sessuali LGTB e l'quità deve essere estesa anche dopo la firma del contratto, ovvero nel rapporto ordinario con tutti i dipendenti."

spiega laleggepertutti.it

I principi di uguaglianza e parità di diritti restano invariati di fronte a tutte le condizioni riconducibili al sesso, all'età, all'orientamento sessuale, politico e religioso. 

Chiunque opponga un fermo rifiuto alla collaborazione con un altro individuo, adducendo come motivazione l'appartenenza a un orientamento sessuale differente dal proprio, incorre nella violazione della normativa sul tema del diritto del lavoro.

ISTAT: i dati delle discriminazioni sul lavoro verso i soggetti LGTB e cosa ne pensano i partiti

"Le tendenze inerenti all'orientamento sessuale grava sulla possibilità di una carriera che talvolta è negata, o bloccata. Per fortuna almeno lo stipendio rimane equo. Il 26% degli intervistati è stato vittima di vessazioni in ambito professionale." 

leggiamo su repubblica.it

Un dato sconcertante rivela anche come questo genere di prevaricazioni si abbattano soprattutto sul sesso femminile, lesbiche o bisessuali che siano.

Dispetti, sberleffi, trattamenti squalificanti.

Molte persone hanno optato per un cambio radicale, volto a salvaguardare la propria dignità e la tranquillità dei propri cari: hanno quindi preferito cambiare città, casa, Paese, con i disagi che ne conseguono.

Sono state costrette a fuggire, in poche parole.

In un momento storico come questo, dove una guerra crudele sta infiammando una buona porzione dell'Europa e ci si riempie la bocca con i concetti relativi ai diritti civili, leggere questi dati provoca una certa costernazione.

Creare dei baratri e delle differenze sostanziali tra esseri umani è la miccia che fa esplodere conflitti anche nelle città, nelle strade, nelle dimore.

Non tentare un parallelo è impossibile, tanto più che la questione è anche politica, oltre che umana: se non si riesce a garantire una tutela dalle aggressioni, fisiche o verbali che siano, come si fa poi a inneggiare nella pace nel mondo?

La pace tra i popoli passa anche attraverso la pace tra individui.

Lega e Fratelli D'Italia, con la volontà di opporsi a un disegno di legge promosso da PD e Movimento 5 Stelle, si sono opposti alla difesa di esseri umani che non hanno nulla di biologicamente diverso da loro, dimostrando un certo grado di ottusità.

Capiamo l'affezione per la religione Cattolica, tipica del movimenti di centro destra, e non discutiamo il legittimo orientamento religioso di nessuno.

Ma permettere che persone innocenti vengano vituperate sul posto di lavoro per delle inflessioni che non riguardano altri che loro stessi e che non costituiscono reato, non è forse contrario ai precetti della pietas cristiana?

ISTAT: LEGTB dati allarmanti. Come si esprime Papa Francesco in merito a questi temi

"In replica alla negazione delle unioni LGTB, partita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il Papa ha dichiarato che la questione va avanti e se ne parlerà ancora."

leggiamo ilfattoquotidiano.it

Il Pontefice dunque si dimostra molto aperto e sensibile di fronte al tema dell'abbattimento di ogni discriminazione.

La cosa ci fa molto piacere, specialmente se è un'apertura sentita e rimarcata dalla massima autorità Cattolica nel mondo.

Tirare in ballo questioni morali, pedagogiche e religiose per non far passare al Senato una legge voluta dall'opposizione, non è stata una gran mossa da parte di Salvini, Meloni&co.

Pur ricamando sui vari aspetti che Papa Francesco sta utilizzando per colmare un divario civile che stride con la modernità, egli sembra piuttosto bendisposto verso i temi LGTB.

E per modernità si intende sia il fatto di levare le ragnatele da certi dogmi politici nazionali, sia la modernità riformista di cui il Pontefice sta dando prova, tentando di scardinare un sistema obsoleto e forse poco solidale verso coloro che vengono definiti impropriamente "diversi".

La benedizione alle unioni LGTB proposta da Papa Francesco è infatti un primo tentativo: non si pretende di far convolare i gay a nozze (cosa normalissima altrove, dove il tasso di ipocrisia generale è meno consistente) ma di avvallare operazioni liturgiche per l'ottenimento di corrispondenze spirituali.

Mentre il divieto di matrimonio civile tra persone dello stesso stesso è stato dichiarato incostituzionale (e meno male!) per i credenti LGTB la faccenda si fa un po' più travagliata.

E di credenti gay ce ne sono: di fatto, il loro orientamento religioso non incontra nessuna contraddizione ontologica nella fede verso un Dio descritto come amorevole, compassionevole e inclusivo.

ISTAT, LGTB e datori di lavoro: i comportamenti discriminatori, sono sanzionabili?

La Corte Suprema si è espressa in modo inequivocabile in tema di diritti civili LGTB.

I licenziamenti, o peggio le discriminazioni sul lavoro verso i dipendenti, a causa del loro orientamento sessuale, dunque, sono del tutto illegittimi.

Anche se, ha fatto storia in senso contrario, la sentenza verso un noto avvocato italiano.

Il professionista, di fronte ai microfoni di una trasmissione radiofonica, avrebbe asserito di non desiderare collaboratori LGTB nel suo entourage.

In reazione a tale dichiarazione, l’Associazione Avvocatura per i Diritti LGBTI, ha preso provvedimenti verso il noto avvocato presso il Tribunale di Bergamo.

In secondo luogo, presso Corte d’Appello di Brescia che, con sentenza emessa nel gennaio 2015, ha condannato il professionista alla sanzione pecuniaria ammontante a diecimila euro e ordinato la pubblicazione della suddetta sentenza su una celebre testata nazionale. 

In seguito, l'avvocato ha fatto ricorso presso la Corte di Cassazione, adducendo ben 9 tesi a sostegno della sua innocenza, due dei quali hanno trovato consenso presso i giudici, rendendo necessario il rinvio del caso alla Corte di Giustizia UE.

Per farla breve, il ricorrente si avvalso del diritto di esprimere liberamente la propria opinione, in un contesto di intrattenimento, nel quale non stava offrendo nessuna posizione lavorativa aperta: restando aleatoria, la sua esternazione non ha costituito dunque un atto pregiudizievole.

E il noto professionista si è salvato in corner.

Cosa che non sarebbe accaduta se la stessa dichiarazione o peggio, una qualunque forma di maltrattamento, fosse avvenuta nel suo ufficio e dopo l'assunzione.

Le vessazioni del datore di lavoro, specie se reiterate, penalizzanti o persecutorie, vengono racchiuse nel sottoinsieme più ampio del mobbing.

Se si riesce a dimostrare di essere vittime di comportamenti aggressivi, sabotanti, che minano sia le possibilità di carriera che la salute della persona, occorre compilare il modulo per sporgere denuncia, tutte le informazioni utili le trovate qui, sul sito ufficiale dell'Ispettorato del Lavoro.