Legge di Bilancio 2023, testo integrale: ecco novità e differenze rispetto alla bozza

Ecco il testo integrale della Legge di Bilancio 2023: che cosa cambia dalla bozza approvata dal Consiglio dei Ministri? Ecco novità e differenze.

Il Governo è al lavoro per l’approvazione della Legge di Bilancio 2023: dopo la prima bozza approvata dal Consiglio dei Ministri il 22 novembre scorso, sono state apportate alcune modifiche alle misure per rendere la Manovra ottimale e per allocare al meglio le risorse a disposizione.

Risorse limitate quelle a disposizione: si parla di un gettito da 35 miliardi di euro, 21 miliardi dei quali saranno utilizzati per contrastare il caro energia e il caro bollette.

Ma non solo: ci sono parecchie misure per il lavoro, il reddito di cittadinanza, le pensioni, i giovani e la famiglia.

Quali sono le novità e cosa cambia rispetto alla bozza? Ecco il testo integrale della Legge di Bilancio 2023: cosa prevede, quali sono le misure e quanto sarà approvato.

Legge di Bilancio 2023: il testo integrale

Dopo l’approvazione del disegno di legge sulla Manovra 2023 da parte del Consiglio dei Ministri (il 22 novembre scorso), si è tenuta la conferenza stampa della premier Giorgia Meloni che si è detta “molto soddisfatta” per aver scritto “un testo che non si limita a un lavoro ragionieristico solo in un mese”.

Rispetto alla bozza, però, nelle ultime ore sono state apportate alcune novità al testo Legge di Bilancio 2023: quali sono le differenze le novità?

Il testo integrale della Legge di Bilancio 2023 (aggiornato al 29 novembre 2022) è disponibile a questo indirizzo, riportato dal quotidiano La Repubblica.

I tempi per l’approvazione stringono: per evitare l’esercizio provvisorio è necessario confermare definitivamente la Manovra entro la fine dell’anno.

Legge di Bilancio 2023, novità: cosa cambia rispetto alla bozza

Sono state apportate non poche modifiche alla bozza della Legge di Bilancio 2023 circolata il 22 novembre scorso: il Governo e le forze politiche hanno ritenuto opportuno ritoccare alcune misure.

Quali sono le novità e cosa cambia? Cerchiamo di scoprirlo analizzando ogni singolo punto.

Opzione Donna, salta il requisito legato al numero dei figli

In primis, è scoppiato il caos sulla norma inserita in Legge di Bilancio che prevedeva una modifica sui requisiti di Opzione Donna, che sarebbero stati legati al numero di figli.

Così facendo, le mamme avrebbero potuto anticipare la pensione a 58 anni se avevano due figli, oppure attendere i 60 anni se non ne avevano. Alcuni esponenti politici ritenevano la norma incostituzionale e dunque il Governo ha dovuto fare marcia indietro.

Dovrebbero quindi essere confermati i requisiti attuali per l’anticipo pensionistico femminile:

  • 58 anni di età per le dipendenti,

  • 59 anni di età per le autonome.

In entrambi i casi occorrono almeno 35 anni di contributi versati.

Obbligo del POS, nessuna sanzione per chi rifiuta pagamenti inferiori a 60 euro

Un’altra questione controversa riguarda l’obbligo di utilizzo del POS: nelle ultime ore si è generata confusione tra i commercianti, che ad oggi non hanno capito come potrebbero cambiare le regole.

Sappiamo che il POS è stato reso obbligatorio a partire dal 30 giugno 2022 per tutti i commercianti. Rifiutare un pagamento elettronico, quindi, avrebbe comportato una doppia sanzione: 30 euro fissi, più una variabile al 4% applicato all’importo di transazione rifiutata.

Successivamente, però, il Governo aveva previsto l’esenzione dall’obbligo del POS per alcune tipologie di negozi: per esempio, i tabaccai potevano esimersi limitatamente alla vendita di sigarette e valori bollati.

Ad oggi, il Governo vorrebbe modificare ancora le regole sull’utilizzo del POS: la norma inserita nella Manovra 2023 prevede l’innalzamento della soglia minima da 30 euro a 60 euro. Che cosa significa?

I commercianti potranno rifiutare i pagamenti elettronici solo se di importo inferiore a 60 euro. Ma le discussioni sono ancora aperte: molti considerano la norma una sorta di “lascia passare” per gli evasori fiscali.

Superbonus, il grande assente in Manovra

Ad essere assente nel testo della Manovra 2023 sembra essere il Superbonus 110%, per il quale era stata ipotizzata una proroga al 31 dicembre 2022 per la presentazione delle Cilas.

Secondo quanto previsto dall’ultimo decreto aiuti quater, il Superbonus passa dal 110% al 90% dal 1° gennaio 2023, e la platea dei suoi beneficiari si riduce: il prossimo anno lo potranno richiedere i condomini (al 90%) e le villette, purché i proprietari possiedano un reddito non superiore a 15.000 euro.

Alle villette spetta ancora il 110% fino al 31 marzo 2023, purché abbiano rispettato le regole sullo stato di avanzamento dei lavori al 30% entro il mese di settembre 2022.

Flat tax a tre vie, tregua fiscale, aiuti contro il caro bollette

Sembrano invece confermate le misure che riguardano l’introduzione della flat tax per i lavoratori autonomi, con innalzamento del regime forfettario fino a 85.000 euro, e anche la detassazione dei fringe benefits per i lavoratori dipendenti.

Le novità da ricordare sono principalmente tre:

  • una tassa piatta al 15% per gli autonomi;

  • l’innalzamento del regime forfettario da 65.000 euro a 85.000 euro;

  • detassazione dei premi produttività.

Per quanto riguarda la tregua fiscale, il Governo si muoverà in due direzioni: da un lato è previsto lo stralcio delle cartelle con importo inferiore a 1.000 euro; mentre dall’altro lato sono previsti sconti su interessi e sanzioni. Ma come ha ripetuto Giorgia Meloni in conferenza stampa: Non ci sarà nessun condono”.

Infine, verranno confermati e prorogati gli aiuti dell’ex Governo contro il caro energia: la novità principale riguarda l’estensione del limite reddituale per accedere al bonus bollette, previsto dal 1° gennaio 2023 per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro.

Pensioni, lavoro e reddito di cittadinanza

Confermato quanto previsto dalla bozza della Manovra 2023 sui temi di pensioni, lavoro e reddito di cittadinanza.

Capitolo pensioni: confermata la proroga di Opzione Donna e Ape Social, introdotta Quota 103 fino al 31 dicembre 2023. Rimane anche la Legge Fornero, in attesa della riforma delle pensioni 2024.

Sul tema del lavoro il Governo ha optato per un doppio taglio del cuneo fiscale: fino a 2 punti per i redditi sotto i 35.000 euro (confermata la misura dell’ex Governo Draghi), e fino a 3 punti per i reddito sotto i 20.000 euro. Detassazione dei fringe benefits fino a 3.000 euro all’anno.

Infine, sono previste nuove regole per il reddito di cittadinanza: il sussidio si perde al primo rifiuto di offerte di lavoro, mentre gli individui occupabili tra i 18 e i 59 anni potranno ottenere un massimo di otto ricariche RdC, seguendo al contempo dei corsi di formazione e avvicinamento al lavoro obbligatori.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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