Legge di Bilancio, il tempo stringe: ecco entro quando deve essere approvata

Ormai il tempo scarseggia per varare la Legge di Bilancio. Ecco quando deve essere approvata, e cosa succede se si va in esercizio provvisorio.

Mancano poco più di due settimane alla fine dell’anno, e la Legge di Bilancio è ancora in alto mare.

E per quanto possano cambiare proposte, emendamenti e riforme, non possono di certo cambiare la data di scadenza, ormai imminente.

Se entro quella data la Legge non è pronta, scatta l’esercizio provvisorio, una disposizione costituzionale malvista da tutti, soprattutto dalla maggioranza dello stesso Governo.

Va detto che la storia della Legge di Bilancio non è così rosea: non sono mancate le scadenze all’ultimo minuto, così come il passaggio all’esercizio provvisorio.

Il problema è che sono eventi che bisogna evitare se non si vuole mettere in crisi la stabilità del paese.

Legge di Bilancio, il tempo stringe: ecco entro quando deve essere approvata

Il calendario per la stesura, la presentazione, la discussione e il voto della Legge di Bilancio cambia ogni anno, a seconda di quando si inizia.

Eccezionalmente quest’anno, con le elezioni anticipate al 25 settembre, il Governo Meloni ha avviato i lavori sulla Legge di Bilancio dal 21 novembre, 11 giorni dopo l’approvazione del Decreto Quater.

In realtà il calendario ufficiale doveva essere differente, come quello previsto dall’articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196:

  • 10 aprile 2022, presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) al Parlamento,

  • 27 settembre 2022, presentazione alle Camere della Nota di aggiornamento del DEF,

  • 15 ottobre 2022, presentazione del Documento Programmatico di Bilancio,

  • 20 ottobre 2022, presentazione alle Camere del disegno di legge del bilancio dello Stato,

  • 30 novembre 2022, parere dalla Commissione UE sul DPB.

  • 20 dicembre 2022, presentazione alle Camere per il voto finale.

Ufficialmente la Legge di Bilancio 2023 deve essere approvata entro l’ultimo giorno dell’anno, ovvero il 31 dicembre 2022.

Possono anche votarla alle 23,30, l’essenziale è che venga fatto prima della scadenza, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio. Dopo quella data possono essere introdotti ulteriori disegni di legge collegati alla Manovra.

Purtroppo tutt’oggi sono in alto mare: il 20 dicembre doveva esserci il debutto alle Camere, ma causa polemiche in seno alla Commissione Bilancio si dovrà aspettare ancora un po’.

Le date record per l’approvazione della Legge di Bilancio

A livello storico il governo Meloni non è il solo ad aver portato la Legge di Bilancio verso la fine dell’anno.

Basti solo guardare la data di approvazione della Manovra negli ultimi dieci anni (tra parentesi la data di presentazione del Disegno di Legge alle Camere):

  • 2022, 30 dicembre (11 novembre)

  • 2021, 30 dicembre (18 novembre)

  • 2020, 24 dicembre (2 novembre)

  • 2019, 30 dicembre (31 ottobre)

  • 2018, 23 dicembre (29 ottobre)

  • 2017, 7 dicembre (29 ottobre)

  • 2016, 22 dicembre (25 ottobre)

  • 2015, 22 dicembre (23 ottobre)

  • 2014, 23 dicembre (21 ottobre)

  • 2013, 21 dicembre (16 ottobre)

  • 2012, 12 dicembre (18 ottobre)

Quest’anno inoltre è un’eccezione totale, essendoci stato il primo caso di elezioni anticipate in autunno (in genere si sono svolte in primavera, a volte in estate).

Mai nella storia è stato seguito il calendario della Legge di Bilancio da due parlamenti diversi.

Le problematiche relative alla Legge di Bilancio riguardano l’incompatibilità di certe proposte con alcune fazioni interne alla maggioranza, o negli ultimi dieci anni con le direttive europee.

Basti solo pensare alla polemica relativa al POS, la cui modifica è stata spuntata dalla Legge di Bilancio dopo quasi due settimane di tira-e-molla.

Leggi anche: Pos, salta la norma e il governo torna ai crediti d’imposta sulle commissioni in Manovra

Cosa succede quando scatta l’esercizio provvisorio

Non sono mancati invece i casi in cui il Governo in carica abbia sfondato la data di scadenza del 31 dicembre. Anzi, durante la Prima Repubblica era quasi la norma.

In quel caso, il governo ha dovuto subire l’esercizio provvisorio. Si tratta di un tipo di disposizione prevista dall’art. 81 della Costituzione, e prevede che:

“L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”.

E’ una misura emergenziale, che permette di portare a termire l’iter legislativo, ma con una serie di limitazioni. La più importate è la spesa pubblica in “dodicesimi”. Si dovrà gestire la spesa pubblica considerando solo una 12esima parte dei capitoli di spesa, e solo per ogni mese (appunto 12).

Da questo meccanismo sono fatte salve le spese obbligatorie (es. pagamento degli stipendi pubblici), ma non la tenuta del Governo. Andare in esercizio provvisorio significherebbe dimostrare di essere un Governo debole, incapace di rispettare gli obblighi e le promesse.

Se per Unione Europea e mercati internazionali viene garantito l’esercizio e la spesa pubblica anche con un maggior rigore, per la Meloni sarebbe un affronto al proprio elettorato.

Se durante la Prima Repubblica veniva utilizzato quasi sempre (dal 1948 al 1987 sono andati 29 volte in esercizio provvisorio), nella Seconda Repubblica, ovvero gli ultimi trent’anni, tutti lo hanno evitato.

Perché sarebbe segno che la coalizione non è così unita come invece è stato fatto credere.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si pone il problema, anzi, sostiene che “Chi evoca l’esercizio provvisorio cerca l’esercizio provvisorio“.

Il punto è chi in effetti lo sta cercando, visto che al momento le polemiche sono tutte interne alla maggioranza.

Leggi anche: Esercizio provvisorio: cos’è e che succede se il governo non approva la Manovra in tempo

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