Legge Elettorale: perché cambiare conviene a Pd e M5S e Lega

Nuova Legge Elettorale per Camera e Senato: continua il dibattito. Perché cambiare conviene a Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e forse anche alla Lega.

La Legge Elettorale, si sa, non è uno di quei dibattiti che appassionano l’opinione pubblica. Spesso si tratta di tecnicicismi, di combinazioni per addetti ai lavori.

Ma in una democrazia compiuta la legge elettorale riguarda tutti perchè si tratta del meccanismo con il quale i voti, le libere espressioni dei cittadini al momento delle elezioni vengono tradotte in seggi. Dal voto dei cittadini alla rappresentanza parlamentare.

E una legge o un’altra possono portare a situazioni decisamente diverse tra di loro. E a governi diversi. E Governi diversi possono portare a situazioni e decisioni molto diverse tra di loro che vanno ad impattare in maniera decisa sulla vita delle persone.

Manca un anno o giù di lì alle prossime elezioni previste per la primavera del 2023. Perchè in questa fase si vogliono cambiare i meccanismi elettorali rispetto all’attuale Legge Rosato?

Chi la vuole cambiare e perchè se ne dibatte in Parlamento? Perchè soprattutto Partito Democratico e Movimento 5 Stelle vogliono cambiare la Legge Elettorale? E perchè anche Forza Italia e Lega non ne sono sostanzialmente contrari e potrebbero avere interessi a cambiare. Di certo contraria è Fratelli d’Italia. Ecco l’analisi della situazione attuale.

Legge Elettorale: cosa è in vigore adesso e come si vorrebbe cambiare

Dell’attuale Legge Elettorale per Camera e Senato parliamo ampiamente in questo articolo sempre per Trend Online. Qui preme sottolineare che la Legge Elettorale attuale detta Legge Rosato o Rosatellum è stata applicata per la prima volta nelle elezioni politiche del 2018.

E’ una legge mista tra maggioritario e proporzionale e sostanzialmente favorisce la formazione di coalizioni elettorali per quel che riguarda soprattutto i collegi.

I maggiori detrattori di questa legge sottolineano principalmente due aspetti negativi: il primo legato al fatto che nella parte proporzionale ci siano liste bloccate in cui i parlamentari sono sostanzialmente nominati da parte dei leader di partito.

E, non secondo aspetto, unisce in coalizioni obbligate partiti che poi alla prova dei fatti non rimangono uniti dopo le elezioni.

Prova ne è, sostengono i critici alla Legge Rosato, che si sono verificati tre governi tutti con maggioranze diverse in questa legislatura. E quale sarebbe la prospettiva alla quale molti stanno guardando in questa fase?

Il ritorno ad un sistema proporzionale nel quale ogni partito sarebbe libero di correre alle elezioni in maniera autonoma con le proprie proposte e poi alleanze e trattative si andrebbero a fare ad elezioni avvenute. I sostenitori del maggioritario avranno di certo una percezione negativa di questo che si prefigurerebbe come un ritorno alla situazione che esisteva nella Prima Repubblica.

Legge Elettorale: il cambiamento verso il proporzionale potrebbe non dispiacere a tanti

Cambiare la Legge Elettorale però non è una cosa da poco. Manca ancora un anno al termine della legislatura, sembra tanto ma per i tempi parlamentari potrebbe non esserlo.

Per di più in una situazione nella quale si è ancora alle prese con la pandemia da Covid e c’è una guerra in Ucraina dagli esiti finali ancora imprevedibili per tutti.

Sostanzialmente questa riforma elettorale in senso proporzionale a chi potrebbe piacere? Di certo non dispiacerebbe al Partito Democratico.

Enrico Letta è uno dei più critici contro la Legge Rosato che ritiene essere non una buona legge elettorale. In questi anni nonostante il buon rapporto personale tra Enrico Letta e Giuseppe Conte è evidente che l’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle è stata quasi obbligata per interesse reciproco dalla piega che hanno preso i fatti della politica e dalla possibilità di fare il Governo insieme dopo la caduta dell’esperienza gialloverde ad opera di Matteo Salvini.

Una Legge Elettorale di stampo proporzionale potrebbe accontentare tutti. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle non sarebbero costretti a dare vita ad una coalizione come se rimanesse la Legge Rosato ma potrebbero andare al voto in maniera autonoma. Senza accordi. Cosa che non dispiacerebbe a entrambe le parti.

Ci si potrebbe pesare nelle urne senza dovere costruire cartelli elettorali prima delle elezioni.

Legge Elettorale: le tante anime del Partito Democratico e la galassia dei partiti di centro 

Il Movimento 5 Stelle è nato con l’idea di base di nessuna alleanza con gli altri partiti e un’anima decisamente proporzionalista si troverebbe a proprio agio in una campagna elettorale di protesta e senza nessun rapporto obbligato con altre forze.

Il Partito Democratico ha molte anime sul tema anche se un approccio del partito legato alla stagione dell’Ulivo è sempre stato più maggioritario che proporzionale.

Ma ora, Letta ha fatto capire che il giudizio sulla Legge Rosato non è per nulla positivo e quindi non ci sarebbe nessuna preclusione ad arrivare anche a un sistema proporzionale.

A una legge elettorale in senso proporzionale guardano con interesse anche diversi partiti dell’area di centro che potrebbero unirsi per potere superare un eventuale sbarramento (2%, 3%? 5%?) che potrebbe essere messo.

Ma questi partiti potrebbero poi diventare l’ago della bilancia dopo le elezioni per la formazione di una maggioranza o di un’altra. 

Chi altro potrebbe essere interessato ad approvare una legge elettorale in tal senso in questo contesto politico? Un interlocutore interessato a dialogare con Conte e Letta tra i grandi partiti potrebbe esserci. E si tratta di Matteo Salvini.

Legge Elettorale: perchè il proporzionale potrebbe convenire anche a Matteo Salvini

Si diceva della Lega. Perchè la Lega dovrebbe andare a questo tavolo? Il centrodestra, se rimane la Legge Rosato, è dato in grande vantaggio in ogni tipo di sondaggio su una eventuale alleanza di centrosinistra. 

La Lega si trova ad affrontare una nuova decisione complicata come al momento di entrare al Governo Draghi.

La Lega in questa fase è ampiamente dietro Fratelli d’Italia nei sondaggi politici.

Quindi il Carroccio ha tre possibilità di scelta in questa fase.

Rimanere con l’attuale Legge Elettorale Rosato e quindi fare quindi a tutti gli effetti la seconda forza della coalizione che a quel punto sarebbe trainata dalla Meloni, premier in caso di vittoria del centrodestra.

Seconda situazione potrebbe essere quella di manenere la Legge Elettorale attuale e fare una lista unica con Forza Italia sulla base del Comune approccio al Governo Draghi e in questa maniera cercare di essere prima forza del centrodestra.

Oppure terza ipotesi sedersi al tavolo con Conte e Letta varare una legge elettorale di stampo proporzionale. Essere comunque al centro di ogni gioco di formazione del nuovo governo post elezioni di fatto emarginando in questa maniera Fratelli d’Italia a destra.

Questa terza ipotesi ha sicuramene dei pro anche se ha il forte contro delle prevedibili forti protese di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni che avrebbe buon gioco ad accusare la Lega di avere rotto l’alleanza di centrodestra vedendo crescere ancora di più i consensi a Fratelli d’Italia.

Che avrà gioco facile di accusare tutti per questo ritorno al proporzionale che prelude ad una sorta di nuovo Governo Draghi o chi per lui di tutti post elezioni.

Legge Elettorale: Fratelli d’Italia si oppone al proporzionale

Chi di dubbi non ne ha è di certo Fratelli d’Italia decisamente contraria ad ogni ritorno al proporzionale e favorevole al mantenimento della legge elettorale Rosato attuale.

Anche Forza Italia che pregiudizialmente non ha nessun preclusione su un ritorno al proporzionale dovrà decidere la sua linea: se fare un “viaggio” con la Lega, un listone unico per arrivare davanti a Fratelli d’Italia o andare col proporzionale per conto proprio su posizioni più moderate.

La partita è ancora tutta da giocare. E si entrerà nel vivo dopo le elezioni amministrative e i referendum di giugno.

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