Migranti deportati in Africa! Il piano folle di Johnson

Un piano apparentemente folle, ma di cui sono già partiti fondi ed accordi internazionali. I migranti che arriveranno nel Regno Unito (ed anche quelli già arrivati) verranno ricollocati forzatamente in Africa, in particolare nella piccola nazione del Ruanda. Il governo di Londra ha già stanziato 140 miliardi per un progetto che molti reputano irrealizzabile.

Image

Nel 1938, un uomo chiamato Hermann Goering ebbe una brillante idea. La sua nazione, la Germania Nazista, stava cercando disperatamente una soluzione alla “Questione ebraica”, ovvero capire cosa fare dei “nemici del popolo” che “piagavano” il paese. 

Questi nemici erano gli ebrei, come certamente saprete, e la soluzione geniale che il Maresciallo Goering propose al suo leader Adolf Hitler fu quella di spedirli tutti via. Relegare gli ebrei di Germania in un’isola lontana così che non potessero più “turbare la quiete” del grande popolo tedesco. 

Nacque così il Piano Madagascar, ovvero la spedizione forzata degli ebrei su questa remota isola africana, all’epoca colonia francese. L’idea piacque così tanto ad Hitler che fu una delle clausole per la pace con la Francia a seguito dell’invasione del 1940. 

Come potrete immaginare, questo piano si rivelò essere molto poco pratico. Oltre al fatto che non si potevano solcare i mari mentre si era in guerra con il Regno Unito, la Germania non aveva proprio i mezzi per trasferire un numero così elevato di persone in un posto così lontano

Per non parlare, ovviamente, dell’assoluta barbarie di un’azione simile. Solamente un mostro come Hitler potrebbe stuzzicare l’idea di deportare forzatamente un’intera etnia di persone su un’isola remota, giusto?

Ebbene, proprio oggi nel XXI Secolo, un’idea molto simile ha stuzzicato il Premier britannico Boris Johnson. La sua brillante intuizione sarebbe quella di trasferire tutti i migranti che giungono in Inghilterra nella piccola nazione africana del Ruanda. 

Parleremo di questo piano nel dettaglio più avanti, quello che è importante sapere finora è che sono già partiti i fondi per questo assurdo progetto, ed ammontano a ben 140 milioni di sterline.

Oltre ad essere assurdo per motivi economici, il progetto di Johnson è ovviamente pazzesco anche per motivi morali. Come ha scritto questo articolo del Riformista, infatti:

Tutto questo succede in un periodo un po’ particolare nella storia dell’Europa e dell’Occidente. E cioè nei giorni nei quali tutti, i grandi giornali in testa, e i politici, e gli intellettuali più lucidi, ci spiegano che noi siamo gente che può rinunciare a tutto, ma non ai proprio valori occidentali. I nostri valori occidentali sono superiori a tutti gli altri valori. Indipendenza, libertà, giustizia.

Cerchiamo dunque di capire meglio perché questo piano è folle, sia a livello economico che a livello personale e morale. 

Iniziamo partendo dal descrivere i dettagli del “Piano Ruanda”. 

Il piano Ruanda spiegato semplicemente

Secondo il progetto di Boris Johnson, tutti i migranti che arrivano sulle sponde del Regno Unito dovrebbero essere immediatamente spediti in Ruanda, un minuscolo paese al centro dell’Africa. 

Una volta arrivati a Kigali, la capitale del Ruanda, i migranti continueranno ad essere finanziati dal governo inglese per 5 anni, finché non riceveranno un visto per rimanere nel paese se in regola, altrimenti verranno rispediti a casa loro. 

Come scrive questo articolo del Fatto Quotidiano, Johnson avrebbe descritto il suo piano come: 

Un deterrente all’immigrazione per salvare la vita di migliaia di persone che altrimenti potrebbero annegare nelle fredde acque della Manica. Un “approccio innovativo” per mettere fine al business degli scafisti senza scrupoli che si arricchiscono con la tratta dei disperati.

Secondo Johnson, quindi, i migranti sarebbero in un certo senso scoraggiati dall’arrivare in Regno Unito attraverso mezzi di fortuna come i gommoni sapendo che poi verranno comunque ricacciati via. 

Ai trafficanti di esseri umani, invece, ovvero coloro che guidano i gommoni su cui viaggiano i migranti, spetta il carcere a vita. In questo modo, l’afflusso di migranti dovrebbe diminuire significativamente secondo il Primo Ministro inglese. 

In effetti, l’annuncio di questo piano arriva poco dopo la notizia che solamente mercoledì scorso sono sbarcati sulle coste inglesi 600 migranti, che potrebbero anche aumentare nelle prossime settimane. 

Il piano di Johnson, però, è assolutamente folle sia dal punto di vista economico sia da quello umanitario. Vediamo perché. 

L’infattibilità economica di espellere i migranti

Come abbiamo detto, il progetto di Boris Johnson sul ricollocamento dei migranti in Ruanda è già in piena marcia. Il governo inglese, infatti, ha spedito 140 milioni di sterline a Kigali, accordandosi col governo del Ruanda per accogliere la prima tranche di migranti.

Si tratta di una cifra elevatissima. Se contiamo, infatti, che nel 2021 sono arrivati sulle coste britanniche 29.000 profughi, sarebbero circa 15 euro per migrante al giorno. In pratica, il governo del Regno Unito sarebbe disposto a pagare 5475 euro all’anno per ogni migrante per non stabilirsi nel paese, andando magari a lavorare altrove. 

Il Regno Unito sarebbe disposto a pagare 5475 euro per rinunciare alla forza lavoro di un nuovo cittadino, forza lavoro assolutamente necessaria a seguito della Brexit. 

Come certamente ricorderete, infatti, il Regno Unito ha una carenza gravissima di manodopera a seguito della separazione con l’Unione Europea. Come scriveva questo articolo dell’Internazionale, infatti: 

C’è chi invoca l’intervento dell’esercito: almeno duemila autisti con le stellette, per sostituire i camionisti mancanti e portare rifornimenti alle catene di fast food.

Chi chiede una revisione delle regole del dopo Brexit, per includere gli autisti dei tir tra i lavoratori altamente specializzati che possono entrare senza visto. Chi, dagli scranni del governo di Boris Johnson, si appella agli imprenditori perché assumano manodopera britannica.

Ricapitolando, il governo inglese vorrebbe pagare ai migranti 5475 euro all’anno per non lavorare nel proprio paese. Qualunque economista direbbe che questo è un fallimento su tutta la linea. 

Ma oltre all’assurdità sul piano economico, il piano di Johnson è mostruoso anche sul piano umanitario. 

Vediamo perché

Che paese è il Ruanda?

Nell’annunciare il suo progetto, Boris Johnson ha tenuto a precisare che: 

Siamo chiari, il Ruanda è uno dei paesi più sicuri al mondo, riconosciuto a livello globale per l’ospitalità e l’integrazione che offre ai migranti.

Il premier, innanzitutto, sembra essersi scordato che negli anni 90 (quindi non esattamente mille anni fa) il Ruanda è stato teatro di uno dei peggiori genocidi della storia umana

Il genocidio dell’etnia Tutsi da parte degli Hutu è ricordato come uno dei capitoli più bui della storia del paese, da cui di certo non si è ancora completamente ripreso. 

Ma al di là di questo, il PIL del Ruanda è di 7 milioni di dollari l’anno, al 143imo posto in classifica. Il PIL pro-capite è di 1.807 dollari, 166imo posto su 193. Il 44% della popolazione del Ruanda è sotto la soglia di povertà, nel senso che guadagna meno di un dollaro al giorno. 

Il Presidente del Ruanda, Paul Kagame, è in carica da 22 anni. Alle ultime elezioni ha ottenuto il 99% dei voti, più o meno quanto ottiene di solito Kim Jong-un in Nord Corea, ed è riuscito a modificare la Costituzione per rimanere al potere fino al 2034. 

In sostanza, Paul Kagame è un vero e proprio dittatore. Considerando, poi, che il Ruanda è uno dei paesi più corrotti del mondo, possiamo solo immaginare dove saranno finiti i 140 milioni di sterline inviati tanto calorosamente da Londra

Una cosa è certa: è difficile credere che questi soldi andranno nelle tasche dei migranti spediti dal Regno Unito, come inizialmente previsto dall’accordo. 

Infine, nel suo annuncio Johnson ha anche voluto rassicurare sul fatto che il Regno Unito potrà spedire “un numero infinito di migranti” nel paese africano. Il Ruanda, lo ricordiamo, ha una superficie territoriale dieci volte più piccola di quella del Regno Unito

Le proteste dell’opposizione

Le idee assurde di Johnson non sono state condivise con lo stesso entusiasmo da tutti i rappresentanti della politica inglese. In particolare, infatti, l’opposizione laburista (notoriamente più liberale rispetto al partito ora al governo) ha protestato vivamente. 

Come scrive questo articolo di AdnKronos

Ma a bocciare nettamente il piano di Johnson è il leader laburista Keir Starmer. "Credo che dobbiamo vedere questi piani per quello che sono: un disperato annuncio di un primo ministro che vuole distogliere l'attenzione del fatto che ha violato la legge", afferma.

Secondo Starmer si tratta infatti di un piano "destinato a non funzionare, che costerà miliardi di sterline ai contribuenti e che riflette un primo ministro che non ha risposte alle questioni che devono essere affrontate e non ha vergogna".

Starmer, inoltre, reputa che Johnson stia annunciando questo piano per distogliere l’attenzione sia dal cosiddetto Partygate sia dalla sua politica fallimentare per gestire l’emergenza migranti. 

Il primo caso riguarda uno scandalo venuto fuori qualche mese fa quando furono divulgate alcune foto di una riunione a Downing Street, sede del governo, in cui le più alte cariche della Gran Bretagna, Johnson compreso, stavano chiacchierando amorevolmente bevendo del vino. 

Tale riunione sarebbe avvenuta in pieno Coronavirus, quando era categoricamente vietato assembrarsi in casa e, men che meno, avere incontri di tipo sociale. 

Nel secondo caso, invece, Starmer si riferisce alla promessa fatta da Johnson che, con la Brexit, i migranti nel Regno Unito sarebbero scomparsi. Ovviamente, la realtà si è mostrata completamente diversa: la separazione con l’Europa non ha impedito ai gommoni pieni di migranti di attraversare la Manica. 

Insomma, un disastro su tutti i fronti che, secondo Starmer, sta cercando di essere sepolto attraverso queste politiche folli ed ingiuste sui migranti.

Intanto, però, questo ricollocamento forzato sta proseguendo, ed il Regno Unito continuerà a buttare soldi nel compiere un vero e proprio crimine. 

L’ipocrisia, inoltre, raggiunge i massimi livelli se consideriamo che i migranti ucraini non sono considerati in questo ricollocamento. Il motivo per cui esistono migranti buoni e migranti cattivi non è meglio specificato da Johnson e colleghi.