Chi sceglie i ministri e come si forma il nuovo governo: la spiegazione chiara e semplice

Chi nomina il Presidente del Consiglio e i ministri? Vediamo tutti i passaggi per la formazione del nuovo governo, dalle consultazioni al voto di fiducia.

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Dopo le elezioni dello scorso 25 settembre che ha visto il trionfo di Giorgia Meloni e della coalizione di centrodestra, è tempo di chiudersi nelle stanze istituzionali e discutere la formazione del nuovo esecutivo che guiderà il Paese per i prossimi cinque anni. Bisognerà scegliere il capo del governo, i ministri, i viceministri, i sottosegretari e tutti i dirigenti dei ministeri. In questo articolo spieghiamo qual è l’iter di formazione di un nuovo governo e le prassi che si sono consolidate negli anni.

Come funziona l'elezione dei presidenti delle Camere e formazione dei gruppi parlamentari

Il primo passaggio è l’elezione dei presidenti di Camera e Senato da parte dei membri eletti. Il voto avviene a scrutinio segreto e prevede soglie di maggioranza diverse. Per la Camera, è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti per la prima votazione, mentre dalla seconda bastano i due terzi dei voti. Dopo il terzo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza assoluta. Questa vale per il Senato già a partire dal primo scrutinio, che dai successivi si riduce a maggioranza semplice.

Dopo l’elezione dei due presidenti, i parlamentari eletti dovranno dichiarare a quale gruppo vogliono iscriversi. Il numero minimo per costituire un gruppo parlamentare è di 20 per la Camera e di 10 per il Senato.

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Le consultazioni 

I rappresentati dei gruppi parlamentari devono recarsi dal Presidente della Repubblica per discutere delle figure idonee a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio e della compagine governativa. A seconda dell’esito delle elezioni, questa fase preparatoria può risultare più o meno complessa.

Il conferimento dell’incarico al nuovo governo

Negli anni si è affermata la consuetudine che vede il Presidente della Repubblica designare una personalità di spicco incaricato di effettuare un mandato esplorativo, il quale incontra i capi politici degli altri partiti per trovare un accordo sulla formazione del governo, contrattando sul programma e i nomi per i ministeri. È facile intuire che questa prassi si sia diffusa per la sistematica frammentazione politica e dei partiti che non riescono a raggiungere la maggioranza dei seggi parlamentari.

L’incaricato accetta, di norma, con riserva, e da questo momento il suo operato non può essere interferito dall’intervento del Presidente della Repubblica. Dopo il mandato esplorativo, la persona designata scioglie la riserva, comunicando al Presidente l’esistenza o meno di una maggioranza di governo. A questo punto dovrà proporre una lista di nomi che andranno a comporre il futuro esecutivo e con i relativi ministeri assegnatogli.

A questo punto ci sono tre passaggi previsti dalla Costituzione. Il primo è la nomina ufficiale da parte del Presidente della Repubblica del Presidente del Consiglio. Spetta sempre al Capo dello Stato la nomina dei ministri, che giurano fedeltà alla Costituzione Italiana. La nuova squadra di governo accetta le dimissioni di quello uscente. Ha luogo il passaggio delle consegne, che in Italia viene ufficializzato con la cerimonia della campanella, che inaugura l’insediamento del nuovo esecutivo (la campanella si utilizza in sede del Consiglio dei ministri per dare inizio alle riunioni).

Il voto di fiducia

Dopo aver prestato giuramento e siglato, il nuovo governo deve presentarsi in Parlamento, entro dieci giorni dal decreto di nomina, per ottenere la fiducia da entrambe le Camere. Prima del voto, è uso comune che il Presidente incaricato giuri fedeltà alla Repubblica pronunciando le seguenti parole “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”.