Maxi multa per Vinted per pubblicità ingannevole: ecco i motivi della sanzione

L'app più usata per vendere vestiti di seconda mano è stata multata. Scopriamo il motivo della maxi sanzione.

La società leader nel mercato di seconda mano (vestiti ma non solo) è entrata nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche pubblicitarie scorrette, che avrebbero ingannato volontariamente e consapevolmente acquirenti e venditori. Vinted ha infatti sempre puntato buona parte della sua comunicazione pubblicitaria sulla gratuità delle operazioni di compravendita, assicurando inoltre l’assenza totale di commissioni.

Tuttavia, le cose non stanno proprio così. Ecco tutte le ragioni per cui Vinted sarà costretta a pagare 1,5 milioni di euro di multa.

L’ira dei consumatori e le indagini della finanza: ecco come si è arrivati alla multa record di Vinted

Già a febbraio 2021 sulle scrivanie dell’Antitrust erano cominciate a fioccare le segnalazioni dei consumatori e dei loro rappresentanti legali. Infatti, nonostante quanto dichiarato nei vari spot pubblicitari, Vinted aveva effettivamente applicato costi di pagamento e di spedizione dei prodotti. Non solo, ma sembrerebbe che alcuni utenti si siano visti bloccare l’account in seguito ai reclami presentati alla piattaforma proprio in merito alla mancanza di trasparenza sui costi aggiuntivi.

Non è passato molto tempo prima che le autorità competenti avviassero un procedimento istruttorio, volto a verificare se effettivamente Vintage avesse fatto uso di pubblicità ingannevole riguardo ai costi reali delle transazioni commerciali. L’istruttoria si è conclusa il 10 novembre, e la multa salatissima che Vinted dovrà pagare sancisce inequivocabilmente la sua colpevolezza.

La società non ha infatti indicato in modo chiaro, nei propri messaggi pubblicitari, l’esistenza di costi ulteriori che i potenziali clienti si sarebbero trovati a pagare in aggiunta al prezzo del prodotto, ovvero la commissione dovuta per la “protezione acquisti” e le spese di spedizione.

Non solo pubblicità ingannevole, anche il sito di Vinted non è mai stato del tutto trasparente

Ma non solo. Secondo La Società Garante della concorrenza e del Mercato, anche il prezzo effettivo degli oggetti messi in vendita sulla piattaforma non sarebbe stato soggetto alle regole di trasparenza. Sulla home page, infatti, non sempre compariva il prezzo effettivo, né si menzionano commissioni di alcun tipo. Quanto emerge evidenzia un comportamento profondamente immorale da parte dell’azienda, che viene così a violare alcuni dei principi che l’avevano invece resa popolare negli ultimi anni. Vinted infatti si era presentata come un’opportunità green, contro lo spreco e l’inquinamento causato dall’eccessivo consumo di indumenti, ma anche l’occasione per ottenere articoli a basso prezzo, vicina quindi alle esigenze delle fasce medio basse. Nel comunicato rilasciato dalle autorità competenti, si può infatti leggere:

“Le condotte scorrette attuate da Vinted a partire almeno da dicembre 2020 risultano integrare una pratica commerciale scorretta […] in quanto idonea a ingannare i consumatori su modalità e costi delle operazioni di compravendita eseguibili sulla piattaforma, e dunque a indurli ad assumere una decisione circa l’acquisto di un prodotto sul sito www.vinted.it che non avrebbero altrimenti preso”.

Non resta altro che aspettare come Vinted cercherà di risolvere questa situazione pruriginosa, che segna un duro colpo alla sua immagine. Come prevede la legge, avrà sessanta giorni di tempo per notificare delle iniziative al riguardo.

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