Negoziati tra Russia e Ucraina: 3 punti chiave per la pace!

I negoziati mediati dalla Turchia per raggiungere un accordo di pace tra Russia e Ucraina si snodano su 3 punti fondamentali: vediamo quali sono.

C’è una speranza di pace dopo i negoziati tra Russia e Ucraina avvenuti a Istanbul?

Sono ripresi lo scorso martedì mattina i dialoghi tra le delegazioni dei due paesi belligeranti, con la mediazione del leader turco Erdogan.

Inizialmente si era diffusa la notizia che i negoziati si sarebbero svolti in due giorni, ma nel pomeriggio, un portavoce degli Affari esteri turco avrebbe dichiarato che i colloqui non avrebbero superato la prima giornata.

Arrivare alla pace e al cessate il fuoco il prima possibile sarà benefico per entrambi i Paesi convolti nel conflitto, aveva asserito Erdogan alle due delegazioni prima dell’incontro.

L’estensione della lotta non è vantaggioso per nessuno, non c’è nessun perdente in una pace legittima secondo il leader turco.

Nel primo pomeriggio, al termine dell’incontro che ha riacceso la speranza di pace, ma per ora non la garantisce, è stato incoraggiato un cauto ottimismo per l’annuncio russo di ridurre l’attività militare nei pressi di Kiev, anche perchè i rappresentanti della diplomazia di entrambe le parti hanno discusso di un possibile cessate il fuoco.

“L’incontro mediato dalla Turchia lascia trapelare dei timidi passi avanti. L’Ucraina garantisce la propria neutralità, la Russia non si mette di traverso di fronte all’entrata di Kiev nell’UE. Non è passata l’idea del ritiro delle truppe russe. E’ palese una scarsa fiducia verso Putin.”

leggiamo su ilsole24ore.com

L’auspicio del leader turco espresso ai diplomatici è volto al rapido raggiungimento per una soluzione che risolva le rispettive problematiche dei due Paesi.

La Comunità Internazionale, si comporterà di conseguenza.

“Il Financial Times ha pubblicato i quattro punti al vaglio delle due delegazioni, sottolineando che Putin rinuncia alla “denazificazione” e alla smilitarizzazione di Kiev, per quanto agli ucraini saranno preclusi gli armamenti nucleari. Nonostante ciò i dialoghi potrebbero rivelarsi un buco nell’acqua.”

come riportato da open.online

Non solo, gli esponenti russi hanno dichiarato di essere pronti ad accelerare un possibile incontro tra il presidente Putin e il presidente Zelensky.

Il Cremlino dunque si rende disponibile al faccia a faccia? 

Da quanto ha lasciato intendere il capo negoziatore di Mosca Vladimir Medinskij parrebbe davvero di si!

A patto però che il progetto di pace tra Ucraina e Russia si davvero pronto.

“Una predisposizione alla pace resa più tangibile, dopo trentaquattro giorni di conflitto incessante, dalla mitigazione bellica delle truppe moscovite nelle regioni di Kiev e Chernihiv, pur senza analogie nel resto dell’Ucraina. Un’attenuazione testimoniata dai monitoraggi dello stesso Pentagono.”

leggiamo su ansa.it

Negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia: gli ultimi colloqui e le reazioni a caldo di politici e diplomatici 

Oggetto di discussione sono stati anche le potenziali concessioni da parte dei funzionari ucraini sui territori che l’Ucraina è quasi certa di aver perso di aver perso nel conflitto contro la Russia.

E’ stato proposto un processo negoziale della durata di 15 anni sullo status della Crimea, annessa alla Russia 8 anni fa.

In merito al controllo dell’autoproclamata repubblica del Donbass, nella parte orientale del Paese, che la Russia non riconosce più come facente parte dell’Ucraina, la questione potrebbe essere oggetto dei colloqui faccia a faccia tra Putin e Zelensky, ammesso che si verifichino le condizioni per cui questo scambio diretto avvenga.

Il prossimo passo vedrebbe quindi protagonisti il ministro degli esteri Lavrov, moscovita, e il suo omologo ucraino Dmytro Ivanovyč Kuleba, per dare formalità all’intesa comune raggiunta martedì come avrebbe asserito il ministro degli Affari Esteri turco in un commento televisivo.

Questa guerra che ha causato la morte di migliaia di persone e lo sfollamento di milioni di altre dovrebbe cessare, ha ribadito pubblicamente Erdogan.

A colloqui aperti, lo scorso martedì, gli attacchi bellici russi sono continuati, tranne che nelle zone oggetto di attenuazione, così come è proseguita la controffensiva ucraina in tutto il territorio.

Il Segretario di Stato statunitense Antony John Blinken, si è dichiarato scettico in merito alle promesse della Russia nel corso dei colloqui di Istanbul: per lui, esiste ciò che dice la Russia e ciò che mette in atto la Russia.

Lo ha detto, con  un filo di malcelato sarcasmo, nel corso di un viaggio diplomatico in Marocco.

Ha poi aggiunto: ciò che la Russia sta portando avanti è la costante brutalizzazione dell’Ucraina e della sua popolazione, che continua anche mentre noi staimo qui a discuterne.

Il presidente Zelensky ha detto che mentre le forze russe erano state allontanate da Kiev, la battaglia per la messa in sicurezza della città è ben lontana dall’essere terminata: è troppo presto per darsi delle certezze, a suo avviso.

Negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia: perchè rischiano di risolversi in un flop?

Dicevamo, tutti questi negoziati potrebbero tranquillamente essere parole al vento e condurre a un flop bello e buono.

Il motivo?

Nè la russia nè l’Ucraina hanno proposto un vero e proprio compromesso sui temi caldi della contrattazione: sembra che le due parti stiano ancora tirandosi la coperta da un angolo all’altro nel tentativo di rastrellare più vantaggi possibile.

Le tematiche più calde sono ovviamente quelle inerenti alle questioni territoriali in Ucraina.

Putin non rinuncerà facilmente a  il riconoscimento della Crimea di Donetsk e Luhansk.

Nel frattempo, gli analisti internazionali insinuano come possibilità che la nuova fissazione di Putin potrebbe risiedere nell’ingerenza nel territorio coreano, specificatamente nella bipartizione del Paese. 

Risulta infatti palese che se lo zar avesse mirato esclusivamente al riconoscimento delle repubbliche indipendentiste non avrebbe mai tentato la presa di Kiev e non avrebbe fissato un tassello su mariupol nella sua personale carta geografica che somiglia sempre più a una battaglia a Risiko, sulla pelle di vittime in carne ed ossa.

Negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia: i tre aspetti fondamentali su cui si snodano i possibili accordi

Gli obbiettivi in oggetto durante i negoziati sono stati quindi tre:

Il primo aspetto riguarda completa rinuncia da parte dell’Ucraina al proprio ingresso nella NATO e il mantenimento della neutralità, posto che Mosca non farà nulla per impedire invece l’annessione di Kiev all’Unione Europea, rendendo lo stato di Zelensky una sorta di parafulmine tra la Russia e l’inviso Occidente.

Il secondo aspetto invece è prettamente territoriale: Mosca pretende l’adempimento del risultato del referendum di annessione della Crimea ed è probabile che questo obiettivo verrà messo a canestro.

Rimane sospeso invece il Donbass insieme alle repubbliche popolari russofone che il Cremlino vuole con sè: questo aspetto mette partocolarmente in crisi l’ambizione di integrità territoriale ucraina ed è indubbiamente il nodo più critico dei negoziati.

Terzo aspetto: il referendum. Per come l’ha concepita  Zelensky ,Turchia e Italia  dovrebbero essere i essere i garanti del cessate il fuoco. Ma il presidente ucraino sostiene per giunta che la pace dovrebbe essere oggetto di voto referendario con occhio di riguardo alla neutralità e quindi la rinuncia alla NATO.

Se l’esito di tale auspicato referendum dovesse essere negativo, tanti saluti negoziati: si ricomincia il conflitto da zero.

Un quarto punto che non verrà certamente trascurato sono le sanzioni: è altamente probabile che Putin ponga come conditio sine qua non il fatto di stracciare i provvedimenti punitivi attuati nei suoi confronti da parte dell’Occidente.

E su quest’ultima richiesta, Zelensky non potrebbe assolutamente metterci il becco: ovvero non potrebbe fornire assicurazioni in tal senso.

Negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia: le impressioni dei leader internazionali e dei mercati

Le Borse internazionali manifestano un certa fiducia in merito al ripristino della pace, al contrario della NATO che invece rimane ancorata alla propria diffidenza.

leggiamo su avvenire.it

Si cerca di studiare le prossime mosse in un’ottica di coesione e senza dare troppo peso alle promesse di Putin, ritenute illusorie.

Biden si è confrontato per più di un’ora con Boris Johnson, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Mario Draghi e  Macron. 

Stando a quanto fatto trapelare da Washington, i leader europei sono ancora orientati verso una recrudescenza delle sanzioni nei confronti di Mosca, in quanto la cieca ferocia con cui ha attaccato l’Ucraina deve costituire un precedente che non può rimanere impunito.

Inoltre hanno concertato di offrire altro appoggio militare a Kiev, con la pretesa che il corridoio umanitario a Mariupol non rimanga una bazzecola russa per tenere calmi gli animi, ma diventi effettivo e funzionante, perchè da quella misura di salvezza dipende la vita di tanti civili.

E Macron, reduce da una chiamata a Putin, ne sa qualcosa, così come ha recepito una certa resistenza anche lo stesso Mario Draghi.

Biden in particolare ha affermato di non dare credito alle parole del Cremlino, ma vuole vedere finalmente dei fatti concreti.

E mentre la Russia si decide a dare seguito alle sue stesse parole, l’Occidente continuerà a batterla a suon di sanzioni e armamenti ulteriori a Kiev.

L’Occidente ha deciso: nel dubbio, e finchè Putin non darà un segnale tangibile volto a far capire che questa pace la vuole per davvero, continuerà a colpirlo.

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