Nord Corea: missile intercontinentale e nuove sanzioni USA!

Non passa inosservato lo stucchevole video musicale dal Nord Corea: il dittatore Kim Jong-un, forse sentendosi escluso dai giochi, mostra il suo missile!

Il divino leader della Nord Corea, Kim Jong-un, vestito in tenuta da yankee, si comporta come un bambino che non è stato invitato alla petardata di capodanno.

Il guaio è che lo fa con missili veri.

Che si senta escluso ingiustamente da tutto questo gran parlare di armi atomiche? 

Se così fosse, il party lo sta organizzando a casa sua, tanto per far sapere al mondo che i giocattoli di distruzione di massa ce li ha anche lui.

Parlare di Kim Jong-un e della Nord Corea è sempre complesso: si tratta di una dittatura che mantiene nell’ignoranza e nella povertà milioni di persone e dove il leader viene trattato come una divinità.

leggiamo su tempi.it

E d’altronde abbiamo visto già negli Stati islamici la pericolosità di una commistione tra religione e politica.

In definitiva il Nord Corea è un luogo ameno, dove basta veramente poco per guadagnarsi un piacevole soggiorno nei gulag.

Quando si parla di Kim non si può fare a meno che tirare in ballo delle nozioni di pedagogia: il leader coreano agli occhi occidentali sembra un pericolosissimo tardo adolescente.

Vediamo con quali nuove bravate il dittatore della Corea del Nord sta intrattenendo le cronache internazionali.

Sperando veramente che non intenda autoinvitarsi in uno dei conflitti in atto, così come il ragazzino offeso si presenta alla festa dei vicini cafoni che non l’hanno voluto per il barbecue di ferragosto.

Hollywood scansati, è arrivato Kim Jong-un!

Così ha fatto irruzione nei media di tutto il pianeta: con un video da eroe del gangsta rap:

“Pompose celebrazioni per il lancio del missile intercontinentale ICBM. Ritmo ammiccante e slow motion, l’inquadratura si allarga sul leader della Nord Corea mentre spunta da un hangar con passo gagliardo, scortato da due vassalli. Stagliato sullo sfondo il mostruoso missile.” 

scrive adnkronos.com, non senza un velo di malcelata ironia.

E non si può fare nient’altro che accogliere la visione di questo video con una grassa dose di umorismo.

Il leader nord coreano è fuori come un campanile ma ci tocca ammetterlo: ha stile.

Peraltro questa stucchevole perla del videomaking potete visualizzarla su YouTube, cliccando qui.

Peccato che i giocattolini che sfodera incutono più terrore che altro: in effetti, non si capisce bene che intenzioni abbia e questo suo intervento a gamba tesa sembra un tantino fuori luogo se relazionato a ciò che sta accadendo tra Russia e Ucraina. 

Vogliamo sperare dunque che si tratti di un atto di deterrenza propagandistico per dimostrare che lui non è da meno rispetto agli altri (ma lo sappiamo Kim, lo sappiamo..) e non sia invece il preludio a qualcosa di più concreto.

Nel frattempo, gli USA han già pensato bene di inserire il Nord Corea nella lista dei sanzionati:

“La Nonproliferation Act è un provvedimento che legittima gli States ad un’ingiunzione verso gli altri Stati qualora si riscontrassero degli eccessi in tema di armamenti nucleari.” 

Questo avviso parte dal Dipartimento di Stato americano, come segnalato da tgcom24.mediaset.it

La Corea del Nord e le sue leggi assurde, tra cui la pena di morte

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, non è estraneo a queste faraoniche dimostrazioni di potenza militare.

Siamo abituati a la fatto che mostrare i muscoli piace parecchio al giovanotto, così come gli piace assurgere agli onori della cronaca mondiale per le sue puerili gesta pregne di imperialismo sfrenato.

Farebbe ridere, se non facesse piangere: la popolazione del Nord Corea è tenuta sotto stretta sorveglianza, non hanno affacci sul mondo perchè pure internet a loro è preclusa, c’è chi rischia la vita per attraversare le linee di confine correndo e tentare la fuga dall’inferno.

E d’altro canto, le sanzioni di mamma America fanno ridere il dittatore Kim Jong-un: da una madre che non da il buon esempio non si prendono lezioni, anzi, si tende a contestarla con tutta la propria forza.

Infatti sappiamo che la pena di morte è a tutt’oggi in vigore anche in alcuni stati USA, la quale si fregia di pregiatissimi valori democratici, pertanto non sorprende che nel Nord Corea questa sia la prassi, laddove la parola “democrazia”, per coerenza, potrebbe essere stata depennata come sostantivo dal vocabolario.

“La Corea del Nord deve la sua fama all’isolamento impenetrabile di cui è permeata, ma nonostante sia chiusa ermeticamente qualcosa trapela. Difficile è distinguere il vero dal falso.”

fa notare dailybest.it

Ci sono un po’ di cose che però possiamo riconoscere come reali. 

Proviamo a riassumerle.

Tanto per cominciare il presidente del Nord Corea non è Kim Jong-un, ma è un defunto.

Proprio così, anche se suona allucinante: neppure suo padre lo era, in quanto aveva solamente ricevuto la nomina come Segretario generale eterno.

Ma di cosa si occupa Kim Jong-un allora?

Kim Jong-un presiede Partito dei Lavoratori che poi è l’unico partito contemplato nel Nord Corea, inoltre presiede la Commissione per gli affari di Stato, quella militare centrale e comanda l’esercito (per il quale dimostra di avere una passione abissale).

Il presidente della Corea del Nord è il nonno di Kim, Kim Il-sung, gran demiurgo dell’attuale Corea del Nord e Presidente eterno. 

Sulla data di nascita del Presidente eterno si calcola anche il calendario del Nord Corea: infatti loro non ritengono di trovarsi nel 2022 dopo Cristo come il resto del pianeta.

Anche sul fuso orario ci sarebbe un po’ da discutere, in quanto condividere la medesima posizione delle lancette sul quadrante con l’acerrimo nemico, il Giappone, disgustava il Presidente eterno.

Fortunatamente (o forse no) Kim Jong-un si è riprodotto: senza gli eredi sarebbe impossibile gestirsi tutte queste nomine eterne.

Si è vociferato anche di una presunta immunità del Nord Corea rispetto alla pandemia da Covid 19: su questo, nessuno sano di mente si azzarderebbe a mettere le mani sul fuoco.

La prendiamo così, come i media veicolati della stessa Nord Corea ce la consegnano, a suffragio della potenza disumana che sarebbe la caratteristica fondante di una delle nazioni più povere e disgraziate del pianeta (la maggioranza dei cittadini, va detto, vive in baracche e muore di fame).

Nord Corea: di quali armi strategiche è munita la dittatura di Kim Jong-un?

Domanda legittima, dopo l’ode missilistica dei giorni scorsi

La passione per gli ordigni bellici di Kim Jong-un è a modo suo ammantata di un insano romanticismo.

E si dal caso che Kim, quasi al pari di Putin, ami ostentare il suo arsenale.

Abbiamo visto un gran numero di sontuose parate calcare le strade della capitale Pyongyang, l’esibizione di potenza bellica è una tipicità nord coreana alla stregua dei nostri tortellini nazionali.

Sappiamo dunque di un colossale missile balistico intercontinentale, probabilmente il capostipite da cui si è generato il nuovo gioiello mostrato in video qualche giorno fa, chiamato teneramente Ankit Panda.

Bene, Ankit Panda è uno dei più mastodontici missili mobili a propellente liquido mai visti sulla faccia della terra.

C’è del freudiano in tutto ciò?

Ad ogni modo, quello dovrebbe essere quanto di più pernicioso esista nell’intero arsenale che viene spesso dotato di nuove primizie atte alla deterrenza (speriamo mai all’autodifesa).

Per quanto riguarda il nucleare nello specifico, l’Istituto Internazionale di Ricerche per la Pace di Stoccolma, nel lontano gennaio 2013, ipotizzò che la Corea del Nord fosse dotata di un numero minimo di sei testate nucleari.

Nel 2020 invece, il Research Center fo Nuclear Weapons Abolition dell’Università di Nagasaki stimò che l’arsenale di Kim avesse raggiunto la bellezza di ben trentacinque pezzi nel suo arsenale.

Parliamo quindi di ingenti investimenti in armi atomiche, mentre lo ricordiamo ancora una volta per correttezza: il popolo coreano è costretto per la maggior parte a mansioni umili che non è neanche completamente libero di scegliere e ha a malapena una baracca dove vivere e qualcosa di cui nutrirsi.

Il divario tra quattro ricchi e una moltitudine di poveri è qualcosa che si conosce grazie a coloro che hanno attraversato i confini correndo nella notte e scappando dai proiettili dell’esercito a guardia: uscire dal Nord Corea, per chi lo abita, è una scommessa quasi impossibile da vincere.

Il Nord Corea e le relazioni internazionali: cosa sappiamo?

Gli Stati Uniti nel 1990 vollero stipulare dei negoziati per bloccare il programma nucleare nordcoreano con la finalità di denuclearizzarle definitivamente il Nord Corea. 

Negoziati che fallirono miseramente nel 2002, ovvero nel momento in cui furono resi noti i piani desecretati sulla produzione di uranio arricchito.

Questo in seguito alla convocazione, da parte della Cina, del six-party talks, ovvero di colloqui a sei membri, concepiti appositamente per cercare una soluzione pacifica all’eccessiva intraprendenza nucleare nord coreana. 

Questi colloqui ebbero il merito di rallentare il programma nucleare del Nord Corea, incrementando più volte le sanzioni internazionali e imponendole di riflesso anche agli USA.

Ma come abbiamo visto, la passione non si spegne.

Il timore è che le stime esterne non siano del tutto aderenti alla realtà e che la Corea del Nord, a fronte di tante folkloristiche parate belliche dove sventola in faccia temibili ordegni alle altre potenze mondiali, abbia ancora qualcosa da nascondere nei suoi blindatissimi hangar. 

Anche Donald Trump, nel 2018, si era occupato della denuclearizzazione della penisola, ma sembrano tutti accordi e vertici che non hanno un seguito reale dal momento che il Nord Corea se la canta e se la suona entro le mura di casa sua ed è refrattario ad accogliere ingerenze esterne.

Il 31 ottobre 2018 la Corea del Sud  si dichiarò propensa ad un’ispezione internazionale, dopo che il legislatore sudcoreano Kim Min-ki del Partito Democratico di Corea rese noto che alcuni ufficiali dell’intelligence sudcoreana avevano indagato diversi siti nucleari della vicina Nord Corea. 

L’indagine internazionale si tenne in seguito al consenso di Pyongyang.

Kim Jung-un permise la chiusura della stazione di Sohae in modo tale che un team di esperti potesse assistere alle operazioni di smantellamento.

A fronte di tanta diplomazia, la sensazione che il dittatore possa dare il suo consenso ad un’operazione, rinunciando a qualcosa per nascondere qualcosa di più colossale, si fa abbastanza vivida.

Vedremo quali saranno le sue prossime mosse.

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