Pena di morte: torna la fucilazione, “meglio dell’iniezione”

Ha fatto discutere la decisione del South Carolina di reintrodurre la fucilazione come metodo di pena di morte, viste le difficoltà dell'iniezione letale.

Dal 18 marzo 2022 in America, in uno degli stati federali in cui è legale la pena di morte, il South Carolina, è tornata la fucilazione tra i metodi di esecuzione che i detenuti nel braccio della morte possono scegliere, al posto dell’iniezione letale e della sedia elettrica.

In verità questo metodo di esecuzione era stato reintrodotto già a maggio 2021 per tentare di sopperire alla enorme difficoltà di reperire la miscela di veleni mortali di cui è composta l’iniezione letale, tremendamente dolorosa, a tal punto che le case farmaceutiche si sono rifiutate di esportare i medicinali necessari negli USA, proprio per motivi umanitari e di coscienza.  

Ed è proprio per queste materiali e insuperabili difficoltà che in South Carolina non si procede ad una esecuzione dal 2011. Fino ad oggi, infatti, i condannati a morte del paese americano hanno potuto scegliere solo tra iniezione letale e sedia elettrica (ma sapendo bene della difficoltà di reperire i medicinali per l’iniezione mortale) hanno quasi tutti optato per la prima, in questo modo hanno rimandato di anni la loro esecuzione. 

A Maggio 2021 fu reintrodotta la fucilazione come metodo di pena di morte

Per ovviare a questo problema a maggio 2021 il governo del South Carolina ha deciso di reintrodurre il metodo della fucilazione, al posto della sedia elettrica e della iniezione letale, come riportano i giornali americani come il Wall Street Journal. 

A poco meno di un anno dalla reintroduzione della fucilazione come metodo di pena di morte, un detenuto del braccio della morte in South Carolina ha scelto proprio la fucilazione, piuttosto che la sedia elettrica, per la sua esecuzione che avverrà il 29 aprile. 

Sarà la prima volta dal 2011 che in South Carolina un condannato a morte venga ucciso da un plotone di esecuzione attraverso fucilazione.

Chi è il condannato a morte che ha scelto la fucilazione come pena di morte?

Si tratta di Richard Bernard Moore, 57 anni, condannato a morte nel 2001 per l’omicidio compiuto nel settembre 1999 dell’impiegato di un minimarket James Mahoney a Spartanburg.

Il suo caso è diventato famoso in tutto il mondo perché in South Carolina non si usa la fucilazione come metodo di pena di morte, dal 2011. 

L’uomo ha scelto la fucilazione perché non essendoci farmaci a disposizione per la disumana iniezione letale, resterebbe solo la sedia elettrica. 

Ma i suoi avvocati stanno tentando il tutto per tutto per fare in modo che la pena capitale venga interrotta, perché considerata sproporzionata al suo specifico caso; inoltre i suoi avvocati ritengono la fucilazione e la sedia elettrica due metodi di pena di morte contrari alla Costituzione Americana

Ma il prigioniero ha fatto la sua scelta: meglio la fucilazione che la sedia elettrica e il 29 di aprile, a meno che i suoi avvocati non riescano a fare un miracolo giudiziario, l’uomo sarà giustiziato da un plotone di esecuzione.

Pena di morte negli Usa: da dove nasce la difficoltà di applicare l’iniezione letale?

L’iniezione letale si è rivelata un fallimento sotto tutti i fronti. Fatta passare all’inizio come il metodo più indolore per causare la morte dei condannati a morte, si è ben presto rivelato, invece, il metodo più doloroso, perché la morte sopraggiunge, spesso, dopo ore di sofferenze atroci a causa del mix di veleni iniettati nel sangue del condannato. 

Questo ha portato le case farmaceutiche a fare marcia indietro e, per motivi umanitari, a non rifornire più gli stati americani che utilizzano la pena di morte, dei medicinali necessari ad effettuare l’iniezione letale. 

A causa di questa decisione, le esecuzioni sono rimaste bloccate per anni a meno che il condannato non abbia scelto la sedia elettrica. 

Moore, per esempio, si è opposto fermamente alla morte per folgorazione (che permetterebbe all morte di sopravvenire comunque dopo 15/20 minuti di tempo, con più scariche di 1900 volt) e di aver scelto il plotone di esecuzione, che permetterebbe una morte sicuramente più rapida. Moore ha specificato di non ritenere la fucilazione più costituzionale della sedia elettrica, ma di averla scelta solo perché costretto a scegliere. 

“Sono costretto a scegliere tra due metodi di esecuzione incostituzionali”, ha affermato Moore nella dichiarazione.

Come si può permettere che in America la pena di morte venga eseguita con metodi incostituzionali?!

L’ottavo emendamento vieta di imporre cauzioni esorbitanti e ammende eccessive, e di fare ricorso a pene crudeli e inusitate.

Gli avvocati di Moore hanno chiesto alla Corte Suprema dello stato del South Carolina almeno di rimandare la sua morte, affinché un altro tribunale possa stabilire se la fucilazione e la sedia elettrica sono metodi costituzionali o meno, oppure troppo crudeli e insoliti.  

Tra qualche giorno si conoscerà la decisione della Corte Suprema americana sul caso Moore. 

Come viene organizzata la pena di morte per fucilazione?

Il carcere dov’è rinchiuso Moore ha dichiarato di aver terminato, con più di 50 mila dollari, i lavori di ristrutturazione della camera per l’esecuzione, che si affaccerà su un muro.

I boia, in questo caso, saranno tre agenti penitenziari che punteranno i loro fucili dritto al cuore del condannato a morte. 

Cosa c’è che non va nella pena di morte per iniezione letale?

L’iniezione letale non è il metodo costituzionale che si pensava quando fu introdotta. Il mix di farmaci utilizzati, infatti, provoca dolore intenso e gravissimi problemi respiratori al condannato, con sensazioni associate di annegamento, asfissia, panico e terrore nella stragrande maggioranza dei casi.

L’agonia, si dice che possa durare anche 15 minuti, ma in alcuni casi estremi è arrivata a durare anche un’ora. Un’ora di agonia è davvero disumano e anti-costituzionale!

NPR (National Public Radio) ha esaminato più di 200 rapporti di autopsia derivanti da esecuzioni con iniezioni letali in nove stati tra il 1990 e il 2019. L’indagine ha trovato prove di edema polmonare nell’84% dei casi. L’edema polmonare si verifica quando i polmoni si riempiono di liquido ed è proprio questo a provocare la terribile sensazione di soffocamento o annegamento nel condannato a morte.

Tutti i medici che hanno studiato le autopsie hanno convenuto che i condannati a morte per iniezione letale, hanno sofferto per edema polmonare, un metodo dolorosissimo sia fisicamente che emotivamente, perché provocando il senso di annegamento e soffocamento, ha indotto di conseguenza un terribile attacco di panico e terrore, proprio come accade con la tecnica di tortura waterboarding, ovvero l’annegamento simulato.

La pena di morte per iniezione letale provocava la terribile morte per edema polmonare!

Lo studio NPR ha ampliato le prove scoperte per la prima volta nel 2016, quando l’anestesista dell’Emory University Hospital, il dottor Joel Zivet e il patologo anatomico Mark Edgar, riscontrarono l’edema polmonare in circa tre quarti degli esami autoptici dei condannati a morte. 

In alcuni casi i medici hanno anche trovato addirittura schiuma nelle vie aree dei condannati, il che dimostra che molti di loro erano vivi e cercavano di respirare mentre i polmoni si riempivano di liquido. Una sensazione indicibile e terribile! 

Questo stava a dimostrare che era proprio il primo farmaco dei tre somministrati, a causare l’edema polmonare, perché il secondo farmaco nella maggior parte dei protocolli è un paralitico che interrompe del tutto la respirazione della persona, mentre il terzo provoca l’arresto cardiaco.

Pena di morte: ma prima dell’iniezione letale non viene svolta un’anestesia?

Così dovrebbe essere, ma il nuovo studio ha sollevato seri dubbi e serie preoccupazioni sul fatto che molti dei condannati 

NPR riferisce anche che i medici hanno sollevato serie preoccupazioni sul fatto che molte persone non vengano anestetizzate adeguatamente, il che significa che sentono tutto il dolore dei veleni somministrati e il soffocamento causati dall’edema polmonare, nonché il bruciore dolorosissimo del cloruro di potassio, il terzo farmaco che viene usato nei protocolli, come farmaco finale per fermare il cuore. 

I condannati non possono nemmeno urlare dal dolore, perché sono già paralizzati dal secondo farmaco. Insomma più che una pena di morte, una tortura vera e propria. 

L’anestetico che si dovrebbe usare per la pena di morte per iniezione letale, in realtà non lo è

Il midazolam, ovvero il primo farmaco che viene somministrato durante l’iniezione letale, non è un vero anestetico. Come ha testimoniato uno dei suoi inventori, il midazolam induce sonnolenza o sonno, ma non impedisce al paziente di provare dolore, come un vero anestetico durante un intervento chirurgico. Molte persone giustiziate negli ultimi anni hanno mostrato segni di dolore: hanno ansimato, mostrato segni di soffocamento, attacchi di panico e tosse.

Nel 2014, Joseph Wood rimase senza fiato e annaspò per quasi due ore prima di morire; quello stesso anno, in Oklahoma, Clayton Lockett si contorse sul tavolo delle esecuzioni per 33 minuti prima di morire per un arresto cardiaco.

Prove di edema polmonare sono state presentate ai tribunali federali in numerosi stati, tra cui Georgia, Arkansas, Missouri, Tennessee e Ohio.

L’Ohio, per esempio, ha sospeso le esecuzioni a causa delle preoccupazioni per l’edema polmonare e la carenza di farmaci. Anche lo stato del Mississipi ha seguito questa scia. 

La Corte Suprema non si è ancora pronunciata sulla questione se il tremendo dolore associato all’edema polmonare provocato dalle iniezioni letali, violi o meno l’Ottavo Emendamento.

Intanto al momento sono le case farmaceutiche che si stanno ribellando e per motivi umanitari non stanno inviando i farmaci richiesti per le esecuzioni. 

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