PNRR, quanti soldi ha speso l’Italia (e quanti ne deve ancora spendere)

Grazie all'Unione Europea abbiamo avuto accesso ai fondi del PNRR. Ma quanti soldi ha effettivamente speso l'Italia? I numeri non sono incoraggianti.

L’Italia continua ad andare a rilento rispetto al resto dell’Unione Europea (UE). Questa situazione potrebbe tagliare fuori l’Italia dal prossimo pacchetto di tranche del PNRR. Parlando di dati, scopriamo adesso quanti soldi del PNRR ha effettivamente speso la nostra Nazione.

PNRR, quanti soldi ha speso l’Italia (e quanti ne deve ancora spendere)

A fornire un quadro completo delle spese dello stato italiano relative al PNRR è stata la Corte di Conti. I magistrati della Corte hanno spiegato che nel triennio 2020-2023 sono stati utilizzati solo il 6,4% dei fondi messi a disposizione dall’UE. Il dato del 2023 è abbastanza preoccupante in quanto il governo ha stanziato solo 1,2 miliardi di euro per la realizzazione dei progetti previsti dal PNRR.

Complessivamente l’Italia ha speso, dal 2020 ad oggi, 10 miliardi e mezzo di euro circa. Come si legge su SkyTG24, che ha riportato l’analisi fatta dai magistrati della Corte dei Conti, si arriva a questa cifra non conteggiando una serie di voci, come Sisma ed Ecobonus e altre agevolazioni fiscali, che viaggiano in modo quasi automatico. Ciò significa che non necessitano di particolati attività da parte dello Stato.

Letti così i dati potrebbero essere incoraggianti, ma non lo sono affatto. L’Italia avrebbe dovuto spendere almeno 34 miliardi di euro e per farlo a tempo fino a dicembre 2023. Le opere da realizzare sono molte ed alcuni esponenti del governo hanno già messo le mani avanti affermando l’impossibilità di portarle tutte a termine.

Cosa rischia l’Italia

L’opposizione è furiosa, ma a prescindere dalle posizioni all’interno delle istituzioni nazionali l’Italia sta rischiando grosso con l’UE. Per il nostro Stato sono state messe in campo moltissime risorse che, in termini numerici, ammontano a 191 miliardi di euro.

Ovviamente le risorse economiche non sono state distribuite in un’unica soluzione, ma in dieci rate da ricevere entro la fine del 2026. L’Italia sta aspettando la terza tranche da Bruxelles che ammonta a 19 miliardi di euro. Se per il prossimo pagamento non dovrebbero esserci problemi, la situazione diventa decisamente più preoccupante in vista della quarta tranche.

16 miliardi della quarta rata sono in bilico in quanto l’UE ha chiesto all’Italia di raggiungere 27 obiettivi entro il 30 giugno 2023, di cui di cui 20 milestone e 7 target.

Sull’HuffPost si legge che l’Italia è in alto mare e i progetti che non saranno centrati, idrogeno e asili nido in primis, entreranno come priorità assoluta all’interno delle modifiche al Piano che il governo intende concordare con la Commissione Ue.

Proprio sugli asili ci fu un duro scontro alla Camera dei Deputati, nel mese di aprile 2023, tra Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, e l’opposizione. In quell’occasione espresse le sue preoccupazione anche l’Organizzazione non governativa Save the Children Italia.

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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