Il prezzo del gas oscilla: oggi a 260 euro/MWh! Ecco perché è salito e cos’è il “tetto”

Il prezzo del gas è instabile, quindi, la Commissione Europea e il governo Draghi stanno lavorando per stabilire un tetto massimo. Ma perché questi aumenti?

ROMA – Mentre il prezzo del gas oscilla, il governo Draghi chiede alla Commissione europea di fissare un tetto, stabilizzando in questo modo i rincari. Negli ultimi mesi il prezzo del gas è riuscito a oltrepassare i 300 euro a megawattora, stabilendo un record mai visto fino ad ora.

Solamente un anno fa il prezzo del gas era fermo a 27 euro a megawattora, ma da quest’anno si è passati a 90 euro fino ad arrivare ai 330 euro della scorsa settimana. Ad oggi il prezzo del gas è leggermente sceso a 270-260 euro a megawattora, ma è ancora troppo alto per le tasche degli italiani.

Secondo le ultime notizie in merito, si stima che per il prossimo autunno ogni famiglia debba pagare +700 euro, una cifra esorbitante. La stangata d’autunno colpirà anche le piccole e medie imprese: questi, dovranno prepararsi a ricevere una maxi-bolletta da 11 mld di euro.

Proprio in questi giorni il governo Draghi e la Commissione europea sono al lavoro per trovare una soluzione. Oggi, in particolare, stanno avendo luogo le riunioni tecniche del governo sul dossier energia: in mattinata il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è tornato a Palazzo Chigi dove già erano al lavoro il presidente del Consiglio Mario Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.

L’obiettivo? Stabilire un tetto al prezzo del gas. Ma cosa significa?

Come si forma il prezzo del gas? 

Intanto, bisogna capire come si forma il prezzo del gas. Questo viene stabilito dal mercato all’ingrosso di Amsterdam, il TTf (ossia, Title Transfer Facility, struttura per il trasferimento dei titoli). Si tratta di un mercato virtuale all’ingrosso nel quale vengono scambiati i futures, cioè i contratti che concedono il diritto di comprare un bene (gas, petrolio ecc).

Ogni futures ha una sua scadenza, per fornire a chi lo sottoscrive un’idea della tendenza del prezzo del bene. Il mercato TTf è aperto dal lunedì al venerdì e in quei giorni gli operatori si scambiano i contratti in tempo reale, perciò il prezzo varia ogni minuto, ma il prezzo finale si chiude alla fine della giornata, nel tardo pomeriggio.

Il prezzo del gas, come in ogni mercato o Borsa finanziaria, segue l’andamento della domanda e dell’offerta: più è grande la domanda, più il prezzo sale. Se le richieste sono poche, il prezzo scende.

Perché il prezzo del gas è salito?

La causa principale dell’aumento del prezzo del gas è la guerra in Ucraina e le tensioni con la Russia, che è il primo fornitore di metano in Europa. La Russia fornisce la maggior parte dei paesi europei, compresa l’Ucraina.

E’ la Gazprom, il colosso russo, a fornire il metano a quasi tutta Europa, ma nel 2022 ha ridotto i flussi del 44% rispetto a un anno fa. Ma i timori sono ben altri. Secondo l’economista, Simona Benedettini, un problema ancor più grave sarebbe l’interruzione improvvisa dei flussi:

A pesare sono soprattutto i timori che il mercato nutre per una possibile interruzione futura di gas russo

E i segnali della possibile chiusura dei gasdotti ci sono: la Gazprom ha già annunciato che chiuderà il gasdotto Nord Stream 1 – con la scusa della manutenzione – dal 31 agosto al 2 settembre. Una mossa, si pensa, per dare un assaggio di quello che potrebbe accadere se venissero chiusi improvvisamente tutti gasdotti.

Inoltre, proprio oggi 30 agosto, la Russia ha annunciato che non fornirà più la Francia. Ma questo non è la sola causa che fa aumentare il prezzo del gas. Il prezzo del gas sta salendo soprattutto a causa di un aumento delle richieste.

In particolare, si sta assistendo ad una nuova domanda di energia proveniente dalla Cina e dall’India.

Il prezzo del gas sta scendendo, perché? Cos’è il “tetto”?

Il motivo principale è il calo della domanda. La Germania sta già riuscendo a riempire le proprie riserve con un mese di anticipo, e non ci si aspettano nuovi acquisti. Nel frattempo, la Commissione europea è al lavoro per trovare una soluzione per ridurre i costi e venire incontro alle famiglie e alle imprese.

Il tetto massimo, o soglia, alla quale si sta puntando è quella dei 90 euro al megawattora e, in ogni caso, non oltre i 100 euro. Inoltre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che sta valutando le diverse possibilità per introdurre un “price cap”, ma non ha specificato secondo quale modalità. I ministri dell’Energia dei Paesi membri si incontreranno il 9 settembre per discutere la situazione.

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