A margine del Consiglio straordinario sull’Energia in corso nell’Unione Europea, è giunta una nuova proposta per la fissazione del price cap.
Sul tavolo dei ventisette capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dell’Ue è arrivata la proposta di un tetto massimo al prezzo del gas compreso tra 200 e 220 euro al megawattora. Nonostante i leader abbiano ancora opinioni discordanti, la proposta dovrà essere discussa in Consiglio.
Come cambia il prezzo del gas con la fissazione del price cap? Ecco quali sono i possibili sviluppi derivanti dalla decisione di fissare un tetto massimo europeo al prezzo del gas.
Price cap, nuova proposta Ue con tetto tra 200 e 220 euro
Giunge una nuova proposta sul price cap dalla presidenza ceca Ue direttamente sul tavolo dei ministri dei ventisette stati membri dell’Unione: la proposta prevede la fissazione di un tetto massimo compreso tra i 200 e i 220 euro a megawattora.
Questo è quanto si apprende dal Consiglio straordinario sull’Energia attualmente in corso a Bruxelles.
Il meccanismo di price cap, da quanto si apprende dalla bozza visualizzata dall’agenzia ANSA, scatterebbe solo se le quotazioni al Ttf di Amsterdam dovessero raggiungere la soglia critica, e per un lasso temporale compreso tra tre e cinque giorni. A distanza di una ventina di giorni dalla discesa dei prezzi rispetto alla soglia critica, il meccanismo potrebbe essere disattivato.
Lo spread con gli indici di riferimento globale è fissato a 35 euro. La proposta, comunque, dovrà essere discussa e approvata dal Consiglio dei ventisette leader dei Paesi membri dell’UE.
Price cap, Giorgia Meloni è contraria alla proposta dell’UE
La premier italiana Giorgia Meloni si è detta contraria alla proposta di fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas avanzata dalla presidenza dell’Ue, spiegando come si tratti di una proposta
insoddisfacente, perché inattuabile alle condizioni date.
La Presidente del Consiglio italiano ha poi aggiunto:
La posta in gioco per l’Europa sull’energia è molto alta, deve proteggere le sue famiglie e le sue imprese.
In un intervento alla Camera, Giorgia Meloni ha spiegato come la proposta UE di price cap andrebbe a penalizzare non solo l’Italia, ma anche molti altri Paesi dell’Europa:
È evidente a tutti come un meccanismo nel quale all’interno dell’Unione si può dare un grado diverso di tutela alle imprese, da nazione a nazione, produrrebbe una distorsione del mercato unico che non penalizzerebbe solo l’Italia, ma l’intera Europa.
E la critica ai paesi economicamente più forti – come per esempio al Germania- è netta. Anche il primo ministro tedesco Olaf Scholz, comunque, si è detto contrario alla proposta Ue di price cap.
Price cap, le posizioni dei ministri sulla nuova proposta Ue
Una volta compresa la posizione italiana sulla nuova proposta della presidenza Ue in merito alla fissazione del price cap, andiamo a scoprire quali sono le posizioni degli altri ministri che hanno preso parte al Consiglio straordinario sull’Energia.
Ricordiamo che a novembre, la Commissione aveva presentato la sua prima proposta di fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas, legata all’andamento dei prezzi sul Ttf di Amsterdam. Il meccanismo sarebbe scattato al verificarsi di due condizioni:
- •
Ttf oltre i 275 euro al megawattora per più due settimane;
- •
Ttf che supera di 58 euro il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (Gnl) per almeno 10 giorni di negoziazione consecutivi.
Ai ministri dei ventisette Stati membri Ue la proposta non era affatto piaciuta. In settimana, quindi, sono state apportate alcune modifiche ai limiti temporali, fino allo stato attuale:
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Ttf oltre i 220 euro al megawattora per più di cinque giorni;
- •
Ttf che supera di 35 euro il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (Gnl) per almeno 10 giorni di negoziazione consecutivi.
Alcuni leader europei (tra i quali l’Italia), però, ritengono necessario un ulteriore abbassamento degli indici che farebbero scattare il price cap. per non penalizzare nessuno.
A queste posizioni si oppongono invece coloro che ritengono una simile decisione possa avere effetti controproducenti sui mercati: Germania, Paesi Bassi e Austria, a cui potrebbe aggiungersi anche la Francia.
Il price cap funzionerà davvero?
La domanda che molti cittadini si stanno ponendo, però, riguarda l’affidabilità e la funzionalità del tetto massimo: il price cap funzionerà davvero?
Una premessa è importante: l’andamento del prezzo del gas e la sua crescita negli ultimi mesi sono da monitorare attentamente, in quanto al prezzo del gas seguono le fissazioni dei prezzi dell’energia elettrica.
Il gas, inoltre, viene utilizzato in moltissimi Stati europei per produrre energia: l’aumento del suo prezzo potrebbe comportare dei gravi rischi per l’economia.
Dall’altro lato, però, la fissazione del price cap – cioè un tetto massimo al di sopra del quale il prezzo non può salire in nessun caso – potrebbe portare a una minore disponibilità della materia prima sul mercato, producendo un ulteriore innalzamento dei prezzi. Al tempo stesso, però, potrebbe salvare l’Europa dalla crisi energetica.