Arriva la proposta di legge sulla vulvodinia: cos’è? Ultime!

Alla Camera dei deputati arriva finalmente la proposta di legge sul riconoscimento della vulvodinia. Ecco di cosa si tratta e i sintomi!

Nella giornata di ieri, alla Camera dei deputati, è stata presentata una proposta di legge per il riconoscimento di una patologia fino ad ora sottovalutata, la vulvodinia e neuropatia del pudendo. La proposta prevede il riconoscimento della patologia come malattia invalidante e chiede l’introduzione di alcune misure di assistenza alle persone che ne soffrono.

Una battaglia, questa, portata avanti da Giorgia Soleri, influencer, accompagnata da Damiano dei Maneskin, il fidanzato, venuto solamente in veste di sostenitore.

Il fatto che anche Damiano dei Maneskin abbia deciso di sostenere la battaglia della sua ragazza e di tante donne che soffrono di questa patologia gli fa sicuramente onore, ma non deve oscurare o mettere in secondo piano il grande lavoro portato avanti dalla Soleri e dal suo gruppo.

Di questo ne è consapevole lo stesso frontman dei Maneskin:

Sono qui in veste di alleato, cerco semplicemente di dare il mio sostegno, il più possibile, ma il vero lavoro che stanno facendo tutte queste ragazze è incredibile. Sono estremamente orgoglioso dell’opportunità di far parte di questo bellissimo progetto e sono molto felice che si sia arrivati ai luoghi più importanti

Un grande lavoro che ha portato certamente dei grandi risultati. Alcuni dicono che “Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna”. 

Io, invece, penso che ci siano solamente delle grandi donne che hanno avuto la volontà e la forza di farsi sostegno a vicenda nell’arrivare in alto, fino alla Camera dei deputati.

Ora si attende solamente la valutazione e l’esaminazione della proposta che, se approvata, potrebbe certamente portare dei benefici a quel 15% (se non più) delle donne alle quali è stata diagnosticata questa malattia.

Giorgia Soleri e la battaglia contro la vulvodinia e l’endometriosi

Ma chi è Giorgia Soleri? Tutti i quotidiani la descrivono come la fidanzata di Damiano dei Maneskin, ma in realtà c’è molto altro dietro. Giorgia Soleri è, in realtà, una influencer, una modella, un’attrice e una scrittrice di poesie, classe 1996. 

Una giovane donna molto attiva, quindi. Ma lei vuole definirsi solamente come “La signorina Nessuno”, questo il titolo del suo libro la cui uscita è prevista proprio il 5 maggio. Proprio nella biografia si autodefinisce come una femminista guastafeste oltre che una mamma orgogliosa di gatti.

Solamente da 8 anni è fidanzata con Damiano dei Maneskin, anche se del loro rapporto si sa ben poco. I due hanno voluto mantenere privata la loro relazione, infatti, nel corso di questi anni sui social non troviamo tantissime foto che li ritraggono insieme.

Ma com’è cominciata la lotta per il riconoscimento della vulvodinia?

In realtà chi la segue sa già rispondere a questa domanda. La giovane ha sempre parlato attraverso i suoi social della sua malattia, esortando molte donne a fare lo stesso e a non vergognarsi di questa patologia.

Attraverso Instagram, inoltre, invitava le donne ad unirsi a lei nella battaglia per il riconoscimento della vulvodinia come malattia cronica e invalidante. Si è trattato di un percorso lungo e sicuramente non facile, ma la speranza non l’ha mai mollata, fino ad arrivare alla giornata di ieri.

Giorgia Soleri spera tanto che questa proposta possa diventare presto una legge vera e propria, per fornire così un aiuto concreto a tante donne che ancora oggi non trovano il coraggio di esporsi, o semplicemente sottovalutano ancora la malattia.

Perché, ebbene sì, c’è ancora molta ignoranza attorno alla patologia, accompagnata anche da pregiudizi culturali, certamente. A volte le peggiori nemiche delle donne sono le donne stesse. Ma la campagna per il riconoscimento della vulvodinia lotta anche per loro, per le donne che ancora non ci credono.

Giorgia Soleri, ieri, alla Camera dei deputati ha portato proprio la sua storia. Ha raccontato di quando a soli 16 iniziò a soffrire di dolori lancinanti e ben presto arrivò anche la diagnosi: vulvodinia e endometriosi.

Nel descrivere la malattia ha detto:

L’endometriosi urlava come avrei voluto urlare io dopo le decine e decine di visite fatte snocciolando i miei sintomi uno dopo l’altro per sentirmi dire, in continuazione, che ero in perfetta salute. come avrei voluto urlare quando il dolore era così forte da farmi rimettere e svenire, quando a 14 anni ho avuto il menarca e mentre tutti erano entusiasti io scoprivo troppo presto un corpo che ti si rivolta contro.

Come avrei voluto urlare durante i miei troppo presenti ingressi al pronto soccorso. 

Come le infinite volte in cui sentita dire che ero esagerata, drammatica, ipocondriaca, con la soglia del dolore bassa. invece a stare in silenzio son stata io, per 11 lunghi anni, accompagnata da un senso di inadeguatezza che mi nauseava quasi quanto quel dolore che a un certo punto ha iniziato ad attanagliarmi le pelvi come una dolorosa cintura di spine anche quando non avevo le mestruazioni, anche durante la minzione, la defecazione, i rapporti sessuali. 

Per questo ho promesso a me stessa, e a quella ragazzina confusa, che non sarei mai più stata in silenzio e anzi, che ne avrei parlato sempre, anche a costo di risultare ripetitiva, noiosa, pedante

Ma cos’è la vulvodinia? Quali sono i sintomi?

La vulvodinia è una patologia caratterizzata da dolore vulvare cronico, bruciore e dispareunia. Solamente nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la malattia come cronica e invalidante, ma in Italia questo riconoscimento non è ancora avvenuto.

A solamente il 15% delle donne è stata riconosciuta la patologia, dopo un periodo di attesa molto lungo fatto di calvari emotivi e psicologici, e a causarli sono propri i medici.

Molti di loro non riconoscono ancora la malattia e molto spesso ammoniscono le loro stesse pazienti con frasi del tipo “hai una soglia del dolore troppo bassa”, oppure “è tutto nella tua testa”. Frasi, queste, ripetute anche dalla Soleri.

Purtroppo, però, è bene sapere che non è normale soffrire di dolori lancinanti quando si hanno le mestruazioni. Le donne non devono scegliere tra il lavoro e la propria salute. Perché di questo si parla. I sintomi della vulvodinia sono caratterizzati da dolori lancinanti, come punture di spilli e bruciore, a carico della vulva.

Questo dolore, poi, è spesso accompagnato da dispareunia, ossia provare dolore durante i rapporti sessuali e arrossamento dei tessuti. La vulvodinia può essere spontanea o provocata.

Nel primo caso il dolore arriva indipendentemente da uno stimolo provocato attorno all’area vulvare, mentre nel secondo caso il dolore viene provocato da uno stimolo diretto nell’area vulvare.

Ancora oggi la vulvodinia non è percepita come una malattia cronica, sia dai medici che da alcune donne che ne soffrono, perché magari convinte che provare un dolore simile sia normale.

Per questo motivo è importante sensibilizzare più persone possibili sul problema e garantire una formazione costante anche ai medici. Ma c’è una bella notizia: gli studi, anche se sono ancora in corso, ci dicono anche che dalla vulvodinia si può guarire.

Al momento, gli studi sulle cause che possono provocare la vulvodinia sono ancora in corso, ed i medici sostengono che non è possibile ancora determinare con certezza quali siano le cause della malattia. Certamente, affermano gli studiosi, esistono dei fattori scatenanti che provocano l’infiammazione dell’area interessata, ossia della vulva e dei nervi pelvici.

Questi possono essere anche la sindrome del colon irritabile, la vescica dolorosa, la fibromialgia e, addirittura, anche l’emicrania. Quindi, in sostanza, quali sarebbero i sintomi?

La vulvodinia presenta i seguenti sintomi, ovvero:

  • bruciore nella zona vulvare;
  • bruciore post minzionale, cioè dolore dopo aver urinato;
  • dispareunia, ovvero dolore durante i rapporti sessuali. Questo dolore può essere percepito all’altezza della vulva oppure in diverse zone. Anche il solo sfioramento può provocare dolore;
  • cistiti recidivanti;
  • ipertono della muscolatura pelvica, ovvero una contrattura o irrigidimento del pavimento pelvico. Ancora non è chiaro se questo ultimo sintomo sia scatenato dalla patologia, o se sia il sintomo stesso a provocare la vulvodinia.

Nel caso in cui si soffrisse di questi particolari sintomi, sarebbe il caso di affidarsi ad un brovo o una brava ginecologa per riuscire così ad avere una diagnosi precoce. Ma ad oggi, le cure sono ancora molto costose a causa del mancato riconoscimento della patologia.

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