Putin minaccia l’Italia: per voi conseguenze irreversibili!

Putin minaccia nuovamente l'Italia di "conseguenze irreversibili": quali? Potrebbe essere un ricatto dello zar a Conte per la gestione del Covid!

Conseguenze irreversibili: queste sono state le parole testuali di Putin, indirizzate principalmente agli USA e all’Italia, a seguito delle nuove forniture di armi dirette a Kiev.

Sentire il presidente russo rivolgere una minaccia simile all’Italia, nel caso il nostro Paese continuasse ad avallare sanzioni e armamenti ai danni di Mosca, effettivamente può far venire la pelle d’oca.

Una cosa è certa: l’Unione Europea è la noce.

Lo schiaccianoci è rappresentato da due forze enormi e contrapposte che premono da Oriente e da Occidente: Russia e USA, con tutte le dovute precisazioni del caso.

E in questa pressione generalizzata, l’Italia come sovente accade ne esce un po’ malconcia.

Ma cosa intende esattamente Putin per conseguenze irreversibili?

La sua minaccia è reale oppure siamo di fronte all’ennesima sparata volta a mettere in atto un protocollo di deterrenza?

“Di fronte a un accorpamento sempre più stretto tra Ucraina e Stati occidentali, Putin avverte, mediante la televisione russa, che siamo in odore di Terzo Conflitto Mondiale.”

leggiamo su tgcom24.mediaset.it

Lo zar intende forse puntare le testate dei missili o l’atomica verso casa nostra, prendendosi a sua volta il rischio di ripercussioni per l’ingenza dei danni che andrebbe a provocare?

Oppure, con il termine “irreversibili”, Putin si riferisce a conseguenze che non riguardano un attacco bellico in senso convenzionale?

Questa seconda ipotesi, che si aggancia alla gestione del Covid e al governo Conte, sarà trattata nel corso dell’articolo.

Secondo Sergey Karaganov, punta di diamante della corte dei miracoli dell’autocrate, nonché politologo a capo del Consiglio di politica estera e della difesa, il Belpaese non sarebbe in grado di difendersi.

La precisa volontà del Cremlino, in questo contesto bellico, sarebbe quella di ottenere la resa ucraina, rendendone il territorio e il governo neutrali.

La stessa cosa potrebbe valere per diversi Paesi UE, tra cui l’Italia.

“Ci sono tanti Pesi in Europa che non hanno mai investito sulle armi, sull’esercito, sulla difesa. I paesi che hanno fatto economia nell’ambito della sicurezza sono i più vulnerabili, tanto da essere considerati secondari.”

Lo sbaglio fatale dell’Italia secondo Karaganov, come riportato da liberoquotidiano.it, è stato quello di riporre troppa fiducia in un sentimento utopico di pace sempiterna.

Questo punto di vista di Mosca nei confronti di Roma è piuttosto allarmante.

E’ come se, a differenza di Germania e Francia, che pure hanno avuto ferme reazioni di condanna verso il Cremlino e hanno egualmente sostenuto le sanzioni, diversificando però la politica interna sull’invio di armi che è una decisione indipendente di ogni Paese appartenente alla NATO, l’Italia fosse considerata un fanalino di coda.

Lo conferma anche l’analisi geopolitica di Lucio Caracciolo, fondatore di Limes, intervistato da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, su La7:

“L’Italia dovrà prepararsi a ricevere dei grossi ceffoni, sia da Washington che dal Cremlino.”

come riportato anche da iltempo.it

Vediamo qual è l’attuale posizione dell’Italia e cosa rischia il nostro paese nel malaugurato caso in cui Putin decidesse di spostare il suo mirino, anche bellico, su di noi.

Putin minaccia l’Italia: qual è il ruolo del nostro Paese nell’attuale crisi europea

Dopo la famosa telefonata di Draghi a Putin, dove dalla questione del cessate il fuoco sull’ucraina i due leader sono scivolati inesorabilmente a parlare di gas, come raccontavo qui in un mio articolo precedente, l’impressione generalizzata non è stata incoraggiante.

Anzi, il sospetto che Putin si sia apertamente preso gioco del nostro premier ha solleticato il giudizio di molti.

La guerra in Ucraina perdura da otto anni, è stato un conflitto a bassa intensità che con l’invasione russa ha conosciuto un’escalation formidabile, quanto tragica.

Il fatto che in questo conflitto siano entrati anche gli States, sotto il vessillo della NATO e del consueto appoggio umanitario, non c’è più alcun dubbio: quella tra Russia e Ucraina è di fatto diventata una guerra per procura degli USA.

Dal punto di vista italiano, che pure per decisione di Draghi ha deciso per l’invio di armi a Kiev e quindi per l’entrata indiretta in belligeranza, la cosa più interessante è l’appoggio alle sanzioni, che apre uno scenario di guerra non convenzionale.

Per non convenzionale si intende quella guerra che si gioca sul piano economico piuttosto che armato, ed è quello che il Paese sta già scontando.

Per quanto riguarda invece un vero e proprio confronto armato, la nostra penisola rischia di essere messa davvero nelle condizioni di difendersi da un attacco bellico?

Siamo arrivati tardi e malamente ad affrontare una situazioni di crisi estera i cui prodromi erano evidenti da mesi, se non da anni.

Data l’apparente inefficacia e lo scarso effetto deterrente ottenuto dalle sanzioni verso la Russia, è possibile credere che Putin darà un seguito alle sue parole, come del resto ha dimostrato di aver fatto fin qui, tranne, vivadio, le promesse inerenti ad un attacco nucleare.

E mentre la situazione nel fronte ucraino sta degenerando di ora in ora, l’Italia prende nuovi provvedimenti, a partire dalla scelta di un rafforzamento dell’esercito.

Le parole del senatore Ignazio La Russa, in un’intervista televisiva, hanno lasciato intendere che con una guerra in prossimità dei nostri confini il Ministero della Difesa si è messo in assetto di allarme: non si parla ancora di addestramenti specifici ma ci sono delle precauzioni che vanno prese.

Non tutti i reparti dovranno essere pronti all’impego, ma sono già state limitate le licenze.

Anche alla luce delle ultime dichiarazioni di Putin nella sua tv di stato, l’esercito italiano non poteva rimanere fisso e indolente: non si parla per il momento di mobilitazione ma di precauzione.

Putin minaccia l’Italia: ecco le possibili conseguenze “irreversibili”, che riguardano anche il governo Conte e la gestione del Covid

Ci sarebbe un tacito ricatto alla base degli attuali rapporti tra Italia e Russia, un avvenimento non remoto, poichè avvenuto sotto il governo Conte.

E’ possibile che Putin, al contrario di ciò che molti credono, con il termine “conseguenze irreversibili” non si riferisca affatto a un’invasione armata o a un lancio di testate nucleari sul nostro Paese.

Ma che abbia in mente una rappresaglia non convenzionale, o meglio non bellica in senso stretto.

Putin potrebbe volersi avvalere di armi alternative, non letali ma altrettanto pericolose.

Queste armi sono entrate in possesso dello zar mentre l’Italia era impegnata ad affrontare l’emergenza pandemica da Covid 19.

“La rappresaglia di Mosca sarebbe volta a rendere pubblici le decisioni segrete concordate con Conte in tempi di Covid.”

leggiamo su corriere.it

Le decisioni a cui ci riferiamo riguarderebbero la gestione del vaccino russo, lo Sputnik, fortemente sponsorizzato dal governo Conte.

Un patto accompagnato da uno scambio di cartelle cliniche con dati sanitari di pazienti affetti dal virus e da intese commerciali per l’approvvigionamento farmaci e strumentazioni.

La minaccia dei Putin, in tal caso, suonerebbe come: “Se l’Italia non la pianta subito di mettersi di traverso alla Russia, noi facciamo trapelare i brogli segreti del governo Conte durante il Covid.”

Putin minaccia l’Italia: cosa è accaduto durante il governo Conte e la gestione del Covid

Come svelato da Il Corriere, due anni fa esatti 13 piccolo aerei russi sono atterrati nell’aeroporto romano di Pratica di Mare.

Il Ministro degli Esteri Luigi di Maio era pronto a bordo pista per aver cura che agli ospiti fosse riservata una degna accoglienza.

Si trattava di 100 persone, ufficialmente del ramo sanitario.

In realtà, chi ha potuto visionare la lista rivela che solo 30 tra i russi giunti in Italia fosse di professione medica. 

Tutti gli altri erano militari. Certa la presenza di Sergey Kikot, il vice comandante del reparto di difesa chimica, radiologica, biologica dell’esercito russo.

Oltre a lavorare con le truppe di Mosca, il generale collabora anche con aziende che producono e riparano armi per la protezione chimica, radioattiva e biologica.

Insieme a lui sono sbarcati anche due dirigenti riconducibili a una struttura sanitaria civile di Mosca che due mesi prima aveva ricevuto da Putin l’incarico di monitorare l’andamento del Covid.

Erano gli albori della pandemia, nel bergamasco la situazione era già disperata.

Mancavano gli strumenti per far fronte a una catastrofe sanitaria senza precedenti nell’era moderna.

C’era l’urgenza di approvvigionarsi di ventilatori e mascherine.

Nessuno sapeva che pesci pigliare e le terapie intensive si trovavano al collasso, a seguito dei primi vertiginosi incrementi dei contagi.

Nel mese di febbraio del 2020, prima che l’emergenza pandemica fosse del tutto ufficializzata, la Russia aveva chiesto alle autorità cinesi di poter svolgere un sopralluogo a Wuhan per indagare sul virus, permesso che il governo della Repubblica Popolare negò decisamente.

Al contrario di Pechino, l’Italia fu prodiga di dati sensibili, una miniera da cui mosca ha potuto appozzare a piene mani.

Che lo sputnik sia in seguito stato ricavato anche grazie al contributo del DNA di un cittadino russo che aveva contratto il Covid in Italia, forse, non è stata una coincidenza.

Contagio avvenuto il 15 marzo, peraltro, data vicinissima alla delegazione russa venuta a “prestare soccorso” alla sanità italiana.

La colpa che potrebbe inchiodare l’Italia  e convincere il nostro governo a desistere da ogni sostegno all’Ucraina, è dunque quella attribuibile ad un’abnorme, illegale fuga di dati dati sensibili, personali e reperti genetici dei pazienti, la cui tutela doveva essere garantita dall’azienda sanitaria nazionale.

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