Putin potrebbe usare davvero l'arma nucleare se fosse con le spalle al muro

Il rischio di un dispiego di armi nucleari da parte di Putin potrebbe diventare realtà se si dovesse trovare con le spalle al muro, dice Biden. Ma per la CIA forse lui è già in questa situazione, a causa degli ultimi sviluppi della sua operazione speciale.

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Il timore di passare ad una fase "atomica" diventa sempre più una certezza. E anche un incubo, visto che, come ci insegna la Storia, l'ultimo utilizzo di una bomba nucleare risale al 9 agosto 1945, con il secondo (e per il momento ultimo) bombardamento atomico sul Giappone, a Nagasaki, 3 giorni dopo quello di Hiroshima.

E che da allora le armi nucleari sono state utilizzare solo per test sperimentali e per provocare la rispettiva controparte (USA e URSS, durante la Guerra Fredda). 

Ma mai sono state riutilizzate in ambito bellico, almeno fino ad oggi.

Sfortunatamente, sia il presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden, sia alcuni analisti della CIA, concordano su questa ipotesi. Putin potrebbe usare l'arma nucleare per cercare di risollevare le sorti della sua "operazione speciale". E che possa usarla nel caso in cui si dovesse trovare con le spalle al muro.

E questo scenario è sempre più realistico, perché Putin sta perdendo la guerra, e sta usando tutte le sue carte per portare a casa qualcosa che assomigli ad una vittoria.

Biden: la minaccia nucleare di Putin come quella della crisi a Cuba

Il primo a sostenere che la minaccia nucleare di Putin non sia più un bluff è lo stesso presidente statunitense. 

Lo ha ribadito ad un recente evento di raccolta fondi per il Partito Democratico presso la residenza di James Murdoch, uno dei figli di Rupert Murdoch, magnate dei media nonché proprietario di Sky:

"Per la prima volta dai tempi della crisi dei missili a Cuba c'è la minaccia di un 'Armageddon' nucleare". 

Per inciso, la crisi dei missili a Cuba riguarda la tensione che si era creata nell'ottobre del 1962 tra i presidenti USA e URSS (all'epoca J. F. Kennedy e N. Chruscev) in merito al dispiegamento di alcuni missili sovietici sul suolo cubano, e puntati verso l'America, in risposta a quelli disposti dagli americani in Italia, Turchia e Gran Bretagna. La crisi durò 12 giorni, e in molti all'epoca temevano fosse l'inizio di una guerra atomica. Ma il 28 ottobre 1962 fortunatamente la crisi rientrò, con la decisione di ritirare i missili da entrambe le parti.

Purtroppo nel nostro caso siamo ancora alla fase di "tensione". Già da marzo Joe Biden ha messo in allerta il mondo sull'ipotesi nucleare. Un ipotesi corroborata anche dalle minacce dello stesso presidente della Federazione Russa, verso tutti coloro che volessero ostacolare la sua "operazione speciale", ovvero l'invasione dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022.

Un'operazione che non sta andando bene, e anche lo stesso Biden lo ha sottolineato nel suo discorso:

"Putin non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche, perché il suo esercito è in difficoltà" ha aggiunto.

CIA: Putin è già con le spalle al muro

Oltre a Biden, anche la CIA è dello stesso parere. Di recente, in un'invervista alla CBS, il direttore della CIA, Bill Burns, ha espresso le sue preoccupazioni in merito all'evolversi della guerra in Ucraina:

"Putin si sente con le spalle al muro e può essere piuttosto pericoloso e sconsiderato [e anche] preoccupato, non solo di ciò che sta accadendo sul campo di battaglia in Ucraina ma anche di ciò che sta accadendo in patria e a livello internazionale".

La situazione per Putin è infatti molto critica. Fino ad aprile, sembrava fosse in grosso vantaggio rispetto all'armata ucraina, e con il ricatto energetico delle sue forniture di gas e petrolio nei confronti dei suoi "clienti" europei pensava di avere la strada spianata per ottenere l'arresa di Zelensky e il controllo del paese.

In realtà non è andata così. Anzi, tra la riduzione della dipendenza dal gas russo, attuata dalla stragrande maggioranza degli stati europei, e il supporto bellico e tecnologico di USA e Europa, l'Ucraina ad oggi è addirittura penetrata all'interno degli stati annessi col "referendum" del 23-27 settembre.

Quel referendum che servisse alla Russia per riconoscere e annettere in maniera formale Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia.

E a tutto ciò si aggiunge il fatto che Cina e India non sono disposte ad aiutare ulteriormente la Russia, neanche a livello militare.

In poche parole, Putin ha davanti sempre meno clienti a cui vendere il gas, sempre meno appoggio da parte degli stati che fino ad ora lo sostenevano anche grazie all'acquisto di gas e petrolio "scontati", e sempre meno controllo dei territori precedentemente conquistati o annessi.

Per questo Putin potrebbe usare davvero l'arma nucleare, perché, per la CIA, Putin è già con le spalle al muro.

Cremlino glissa, Putin non intende prendere parte alla retorica nucleare

Nonostante questa quasi certezza sull'uso dell'arma nucleare da parte di Putin, lo stesso Cremlino glissa, dicendo che tutto questo non è altro che "retorica nucleare", alimentata dai "media occidentali" e dai capi di Stato.

Una retorica nucleare che però è stata già utilizzata anche da alcuni ministri del governo Putin, come accaduto il 27 marzo, quando Dmitrij Medvedev, vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, disse espressamente che in caso di attacco diretto ai territori russi, Cremlino sarebbe legittimata a usare le armi nucleari.

Una condizione che, guarda caso, è stata riproposta all'indomani dei referendum del 23-27 settembre, proprio perché, con la vittoria dei referendum (97% ha detto di sì), teoricamente tutti quei territori sono ufficialmente russi.

Lo stesso ambasciatore russo in Francia, Alexei Meshkov, ha ribadito in un'intervista alla CNews che:

 "nella dottrina russa ci sono soltanto due motivi per i quali noi potremmo utilizzare armi nucleari: un attacco con armi nucleari contro la Russia o i suoi alleati, o un attacco con armi convenzionali che metta in pericolo la nostra stessa esistenza".

Ma la domanda sorge spontanea: pur di vincere una guerra ormai fallita, ha senso far ritornare il mondo al 1945?