Quanto guadagna un ministro del governo in Italia tra stipendio, vitalizio e pensione

Tutto sul trattamento economico dei ministri nel nostro Paese, dallo stipendio lordo e netto alla pensione.

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È sempre d’attualità il tema degli stipendi dei politici, visti spesso come non proporzionali ai risultati del loro operato, e che ha contribuito in parte a un progressivo calo della popolarità dei parlamentari. E invece quanto guadagna, mediamente, un ministro della repubblica? Quali tipi di contributi deve versare? Dopo quanto tempo matura la pensione?

Quanto guadagna un ministro tra stipendio e pensione

Bisogna premettere che a capo di un ministero non deve essere necessariamente un parlamentare, ma la scelta del Presidente della Repubblica (che avviene sulla base di una lista di nomi fornita dall’aspirante premier) può ricadere anche su un tecnico, come nel caso di Draghi, nel 2021, o di Mario Monti nel 2011. 

A seconda che si tratti di un politico o di una figura esterna esperta nel medesimo settore, lo stipendio cambia, e anche di parecchio. Infatti, il ministro che è anche senatore o deputato, percepisce uno stipendio mensile rispettivamente di 14.634,89 e 13.971,35 euro

I ministri tecnici ricevono, di norma, un compenso di 9203,54 euro lordi, che, al netto delle trattenute per la pensione e il fondo di credito, diventa di 4500 euro. Questo anche per effetto di una nuova norma che prevede un taglio del 3,7% per i ministri e i sottosegretari tecnici.

La nuova norma del 1° gennaio 2012 sul trattamento previdenziale dei parlamentari stabilisce che per coloro che sono al primo mandato, la pensione si matura dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di legislatura. Per quella appena trascorsa, la diciottesima, il termine è stato lo scorso 24 settembre, quindi appena in tempo per poter godere del diritto. Il cambiamento più importante è stato il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo per il calcolo, e il diritto al trattamento pensionistico si maturerà una volta compiuti i 65 anni di età

Ciascun deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria identità pari a 784,14 euro. Terminata la legislatura, al parlamentare riceve l’assegno di fine mandato, un importo pari all’80% dell’indennità.

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Ministeri italiani e britannici: un confronto

Prendiamo adesso in esame il costo di quattro fra i principali dicasteri italiani e confrontiamoli con le spese correnti sostenute dai medesimi ministeri della Gran Bretagna.

Cominciando dal Ministero per le Politiche Agricole, il capo di gabinetto percepisce uno stipendio annuo di 274.647 euro, mentre quello del suo omologo inglese (il permanent undersecretary) è sotto quota 200mila (191.648). 

La cifra per il mantenimento dei principali organi del Ministero degli Esteri, tra segretario, vicesegretario e direttori generali supera abbondantemente il milione di euro. Costi decisamente diversi per il Foreign Office (meno di 700.000 euro)

Il Ministero dell’Economia segna il rapporto più alto con il suo equivalente britannico. Sommando le retribuzioni dei primi quattro direttori generali, si arriva a 288.986, molto superiore a quella dei colleghi d’Oltremanica (153.898).

Chiudiamo il confronto con il Ministero della Salute. Anche in questo caso, il Direttore di dipartimento (293.364) e la media dei 14 direttori generali (231.853) sono meglio pagati del permanent secretary e dei 5 general directos (rispettivamente 191.648 e 163.772 euro) che operano presso il Departmento of Health and Social Care ubicato a Londra.