Riforma Legge Elettorale: Parlamento diviso! A chi conviene

Riforma Legge Elettorale: si tornerà a votare nel 2023 col Rosatellum o si cambierà. Al momento tutto fermo in Parlamento. Ecco le posizioni dei partiti.

La Legge Elettorale ovvero la legge fondamentale in base alla quale in un sistema politico i voti dei cittadini si traducono in seggi in Parlamento è da sempre oggetto di forti scontri.

Per un motivo molto semplice: qualunque cambiamento, qualunque Riforma della Legge Elettorale in ogni momento storico va a favorire certe forze politiche a discapito di altre in base alla Riforma che si ha in mente di attuare. 

E così in questa fase si sta discutendo se modificare l’attuale Legge Elettorale per le Politiche Legge Rosato o Rosatellum e introdurre un’altra legge elettorale in vista delle elezioni previste per il prossimo anno, turbolenze nel Governo permettendo.

Ma il dibattito tra i partiti al momento non decolla: diviso tra chi difende l’attuale legge elettorale anche per ragioni di convenienza del momento e chi per le stesse ragioni invece intende cambiare la legge.

Vediamo il punto della situazione iniziando dalla base: ovvero esaminiamo l’attuale Legge Elettorale in vigore, il cosiddetto Rosatellum per poi arrivare alle modifiche che alcune forze politiche vorrebbero fare. 

Legge Elettorale in Italia: la situazione attuale con il Rosatellum

L’attuale Legge Elettorale vigente in Italia è il cosiddetto Rosatellum.

La legge è stata approvata in maniera definitiva nell’ottobre 2017 ed è stata applicata per la prima volta nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Le più recenti elezioni politiche che si sono tenute nel nostro paese in ordine di tempo.

La Legge è sostanzialmente un sistema elettorale misto che al di là di pochissime differenziazioni è lo stesso per Camera e Senato. In entrambe le Camere il 37% dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali ed è eletto il candidato più votato per ogni collegio.

Il 61% dei seggi invece viene ripartito col sistema proporzionale tra coalizioni e liste che devono superare determinate soglie di sbarramento sulle quali a breve torneremo. I seggi vengono ripartiti a Livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato. Ci sono collegi plurinominali presenti con liste di candidati bloccate.

E qui c’è una delle critiche principali che i detrattori fanno a questa legge: lascia nelle mani dei segretari di partito il potere di scegliere i parlamentari grazie alle liste bloccate. 

Il restante 2% dei seggi viene assegnato dal voto degli italiani all’estero ed è deciso con un sistema proporzionale col voto di preferenza. 

Legge Elettorale in Italia: Legge Rosato, le coalizioni e le soglie di sbarramento

La Legge Elettorale attuale prevede che si possano effettuare legami di lista e coalizioni uniche a livello nazionale. Coalizioni che presentano 1 solo candidato a livello di collegi uninominali.

Nei collegi plurinominali invece sono previste delle cosiddette soglie di sbarramento in base alle quali non si è ammessi alla ripartizione dei seggi.

Non entriamo nel dettaglio tecnico di queste quote ma sono stabilite al 3% per le liste singole e al 10% per le coalizioni con vincoli spiegati nel dettaglio a questo link. 

Legge Elettorale in Italia: perchè cambiare questa legge elettorale?

Perchè adesso dopo una sola applicazione si vorrebbe cambiare già la Legge Rosato? Ogni partito ha sue esigenze.

Ma non c’è accordo perchè ci sono partiti che vorrebbero cambare la legge elettorale riportando in Italia un sistema a carattere prevalaentemente proporzionale e legando i seggi ai consensi che ogni singolo partito è in grado di intercettare.

Mentre altri partiti vorrebbero forzare ancora di più la Legge Rosato in senso maggioritario. 

Legge Elettorale: Fratelli d’Italia contro il proporzionale

Analizziamo le posizioni in campo in questo momento. Di certo il partito politico che vede come fumo negli occhi un possibile ritorno al sistema proporzionale è Fratelli d’Italia.

Il partito di  Giorgia Meloni dato al top in quasi tutti i sondaggi con percentuali oltre il 20%  difende il sistema elettorale attuale o meglio ancora vorrebbe una evoluzione ancora più marcata in senso maggioritario con due coalizioni che si sfidano e si contendono la guida del Governo. Se la coalizione di centrodestra si presenta unita ha tutto l’interesse al momento ad andare al voto col Rosatellum visti i numeri dei sondaggi.

Le posizioni ufficiali di Lega e Forza Italia sono per una contrarietà al ritorno al proporzionale visto che una battaglia storica del centrodestra è sempre stata quella per il maggioritario. 

Da valutare ora però le posizioni di Lega e Forza Italia da un lato e Fratelli d’Italia per un percorso comune in vista delle politiche dopo la spaccatura in Parlamento sul voto che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.

E’ ancora obiettivo di Forza Italia e Lega una coalizione con Giorgia Meloni, ora leader nei sondaggi, o il loro percorso si avvicina più ad un percorso centrista anche per una eventuale continuazione di un governo Draghi anche dopo le elezioni del 2023? Fatto che in questo caso potrebbe essere favorito dal ritorno al proporzionale. Da valutare con attenzione la linea che prevarrà nei prossimi mesi.

Il Partito Democratico per bocca del suo segretario Enrico Letta non ama particolarmente il Rosatellum. Non vedrebbe di certo di cattivo occhio il Pd un proporzionale con numeri poi da fare pesare in Parlamento.

Anche Movimento 5 Stelle e Leu non vedrebbero male una sorta di proporzionale con una soglia di sbarramento.

Ci sono poi altri partiti che intendono cambiare il Rosatellum in senso proporzionale. Ad esempio vedono con favore questo sistema i tanti partiti di centro che possono diventare determinanti dopo le elezioni in Parlamento avendo in questa maniera un forte potere contrattuale per potere dare vita ad un Governo. 

Legge Elettorale: di che cosa si è dibattuto in Parlamento 

Il 28 marzo scorso è arrivata in Parlamento la discussione della proposta di Legge Costituzionale presentata dal deputato Federico Fornaro di Leu che punta a cambiare l’articolo 57 della Costituzione in materia di base territoriale per l’elezione del nuovo Senato della Repubblica.

Di fatto si vorebbe cambiare la dizione che il Senato è eletto su base regionale e si passerebe al Senato eletto su base circoscrizionale.

Cosa cambierebbe?

Senza entrare in troppi tecnicismi oggi con l’attribuzione dei premi di maggioranza su base regionale può avvenire che la maggioranza al Senato sia il risultato casuale di una somma di premi regionali che può anche rovesciare il risultato ottenuto da liste o coalizioni su base nazionale.

E favorendo in questo modo la possibilità di avere maggioranze parlamentari che non coincidono nei due rami del parlamento anche in presenza di una distribuzione dei voti omogenea. Il legislatore potrebbe se approvata questa Legge costituzionale prevedere un recupero dei resti a livello nazionale. 

Filippo Sensi del Partito Democratico ha parlato di una riforma costituzionale che consentirebbe un passetto avanti nella direzione di coerenza del disegno riformatore.

Davide Galantino di Fratelli d’Italia ha sottolineato invece la perplessità di potere andare a cambiare piccole parti della Costituzione senza un ridisegno complessivo della Carta che come noto Fratelli d’Italia vorrebbe in senso presidenzialista.

“Se l’intento è volto ad un sistema proporzionale su base nazionale Fratelli d’Italia direbbe no perchè un ritorno al proporzionale sarebbe vergognoso. Il centrodestra è storicamente per il maggioritario”.

Andrea Gentile di Forza Italia ha espresso parere contrario rispetto alla Riforma perchè “rimuovere l’inciso dell’elezione a base regionale del Senato significa rescindere ogni punto di contatto tra Parlamento e Regioni”. 

Legge Elettorale: cosa succederà nelle prossime settimane?

La guerra in Ucraina ha congelato molti dibattiti su altri temi. E’ evidente che in Parlamento ci sono contrapposizioni forti e anche all’interno dei partiti stessi.

Il problema per chi vuole cambiare è che si avvicina a grandi passi la scadenza elettorale e il tempo non aiuta a trovare un’intesa per cambiare il Rosatellum.

Avrà la meglio chi vorrà il cambiamento della legge elettorale o chi vorrà tornare al voto col Rosatellum? Ai prossimi mesi l’ardua sentenza. 

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