Riforma Legge Elettorale: il Pd ci riprova. Lega e Fratelli d'Italia chiudono. Anche se...

Riforma della Legge Elettorale: non cessa il dibattito tra i partiti. Il Partito Democratico e Enrico Letta ci provano. Ma da destra non arrivano aperture. Il punto nell'articolo.

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La riforma della Legge Elettorale non è tra gli argomenti che appassionano l'opinione pubblica.

Le persone alle prese con il caro vita, le bollette a costi sempre più insostenibili, la guerra in Ucraina che comunque ha avuto un impatto economico su molte famiglie, non si preoccupano più di tanto delle modalità con le quali i voti vengono tramutati in seggi nel prossimo Parlamento.

Ma se il Parlamento è comunque il luogo in cui si prendono le decisioni che incidono sulla vita di tutti, la modalità in cui la nostra espressione di voto viene tradotta in presenza in Parlamento ha comunque un suo peso.

E ci si avvicina sempre più alle elezioni 2023 a meno che non ci siano cadute anticipate dell'esperienza di Governo Draghi di "quasi" unità nazionale.

E allora si infittisce il dibattito per introdurre una nuova legge elettorale al posto dell'attuale Rosatellum. O Legge Rosato che dir si voglia. Vediamo nel dettaglio le posizioni dei partiti in un dibattito che si fa sempre più acceso.

Riforma Legge Elettorale: la situazione attuale della Legge Rosato

Innanzitutto occorre chiedersi, perchè cambiare la Legge Rosato attuale? E chi la vuole cambiare? La Legge Rosato è stata utilizzata nelle Elezioni Politiche 2018 e porta il nome di Ettore Rosato, allora nel Partito Democratico e oggi uno dei principali esponenti di Italia Viva di Matteo Renzi. 

La Legge è sostanzialmente un sistema elettorale misto che al di là di pochissime differenziazioni è lo stesso per Camera e Senato. In entrambe le Camere il 37% dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali ed è eletto il candidato più votato per ogni collegio.

Il 61% dei seggi invece viene ripartito col sistema proporzionale tra coalizioni e liste. I seggi vengono ripartiti a Livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato.

Ci sono collegi plurinominali presenti con liste di candidati bloccate.

Le critiche principali che si fanno a questo sistema elettorale è che incentiva la creazione di coalizioni che poi come si è visto alla prova dei fatti non reggono dopo le elezioni e lascia nelle mani dei segretari di partito il potere di scegliere i parlamentari grazie alle liste bloccate.

Riforma Legge Elettorale: l'impegno del Partito Democratico di Enrico Letta per cambiarla

Enrico Letta e il Partito Democratico sono in campo. E' il partito che più punta a cambiare l'attuale legge elettorale che è stata a più riprese definita dal leader dem

la peggiore legge elettorale possibile.

Letta di recente ha sottolineato che la legge va cambiata con tutti e senza blitz e da leader di partito intende fare tutto il possibile affinche a lui leader di partito gli venga tolta possibilità prevista con questa legge elettorale di scegliere le persone che entreranno in Parlamento nella sua lista.

Il Pd non ha pregiudiziali ma ovviamente un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento non sarebbe soluzione sgradita sopratutto perchè non obbligherebbe prima del voto a fare alleanze visto che la costruzione del ”campo largo” tanto cara a Letta sembra incontrare nuove difficoltà ogni giorno.

Il Pd ha avviato contatti con le altre forze politiche e ovviamente a partire dal Movimento 5 Stelle, alleato di Governo e possibile alleato di coalizione per le prossime politiche.

Riforma Legge Elettorale: la posizione favorevole del Movimento 5 Stelle che però al momento ha altre priorità

Di certo il Movimento 5 Stelle ha problematiche più urgenti in questo momento rispetto al pensare alla Legge Elettorale vista la dinamica in corso con Draghi con al centro del dibattito la permanenza o meno nell'esecutivo dell'ex numero 1 della Banca Centrale Europea.

Ma non c'è indisponibilità a ragionare in ottica di un sistema proporzionale che avrebbe anche il vantaggio di dare la possibilità al partito di Giuseppe Conte di potere andare da solo alle Elezioni Politiche e senza alleanze che potrebbero essere anche mal digerite dal proprio elettorato.

Riforma Legge Elettorale: la Lega tramite Salvini dichiara che i problemi degli italiani sono altri e non questo

Matteo Salvini da settimane afferma di non essere interessato a cambiare il Rosatellum.

Parlare di legge elettorale – ripete il leader della Lega - non ha senso. I problemi degli italiani sono il lavoro, le pensioni, la sicurezza, i prezzi della benzina e dell'energia, l'inflazione. Di questo deve occuparsi la maggioranza.

Anche se visti i numeri attuali dei sondaggi che danno il centrodestra in netto vantaggio con qualunque legge elettorale, ci sarebbero possibilità per i partiti più grandi del centrodestra di avere più seggi andando con il proporzionale rispetto al Rosatellum.

Una soglia di sbarramento al 5%, inoltre, escluderebbe tanti partiti dal parlamento, agevolando le formazioni politiche maggiori a cui sarebbero assegnati seggi in più.

Ma la linea ufficiale della Lega è che

le regole del gioco non si cambiano a fine partita e il centrodestra sta già lavorando a programma e squadra di Governo. 

Sostanzialmente più o meno sulle stesse posizioni è anche la linea ufficiale di Forza Italia. 

Riforma Legge Elettorale: la posizione di Fratelli d'Italia: no al proporzionale

La linea di Fratelli d'Italia è sempre stata chiara. No al ritorno al proporzionale, se si deve mettere mano all'architettura costituzionale del paese, la strada da scegliere è quella dell'elezione diretta del presidente della Repubblica e del presidenzialismo.

Fratelli d'Italia è contraria a ogni ritorno al proporzionale visto che

nell'attuale sistema politico italiano sarebbe un incentivo ad alzare il livello di trasformismo, aumenterebbero il discorso di inciuci istituzionali e la volontà degli elettori sarebbe disattesa.

E' chiaro che Fratelli d'Italia che ha una collocazione ben chiara a destra teme che il proporzionale possa essere uno strumento funzionale sopratutto a partiti di centro che si possono accordare dopo le elezioni.

Fino a questo momento le posizioni ufficiali anche se forse se c'è un partito che, sotto certi punti di vista potrebbe guadagnarci con il proporzionale ad esempio con uno sbarramento alto al 5%, potrebbe essere proprio Fratelli d'Italia.

Visto che nel tavolo di una eventuale coalizione di centrodestra per ripartire i seggi con il Rosatellum potrebbe dovere lasciare molti seggi agli altri partiti della coalizione. Andando da sola Fratelli d'Italia potrebbe massimizzare gli alti consensi che le vengono attribuiti in questa fase anche nel numero di deputati e senatori.

E senza il rischio che si vive in Fratelli d'Italia di fare il portatore d'acqua e di voti a una coalizione senza avere poi la certezza dell'uso che gli alleati faranno di quei voti. E di quei parlamentari conquistati. Situazione di certo da monitorare. 

Riforma Legge Elettorale: la disponibilità dei partiti di centro a patto che lo sbarramento non sia troppo elevato

Naturalmente interessati ad un ritorno al proporzionale ci sono i partiti di centro.

Che in questo modo possono avere un ruolo molto importante a elezioni effettuate. Ovviamente il loro sostegno potrà esserci solo se lo sbarramento non sarà troppo alto.

Al centro ora c'è molto traffico tra Carlo Calenda con Azione in un percorso insieme a Più Europa. C'è Matteo Renzi con Italia Viva ora c'è anche Giovanni Toti con Italia al Centro e va analizzato il percorso di Luigi Di Maio con i sindaci. Oltre ad altre forze politiche.

Ad esempio una soglia del 5% da queste formazioni non potrà mai essere accettata. 

La sensazione è che sarà una partita lunga e se la legge elettorale si cambierà sarà veramente molto a ridosso degli ultimi tempi tecnici utili prima di andare alle elezioni.