Russia: la Cecenia può indebolire Mosca e lo sta facendo!

La Cecenia ha un ruolo rilevante e tattico, che sta influenzando la linea dura di Mosca con il ricatto. Il leader ceceno Kadyrov , strenuo sostenitore di Putin e suo degno successore secondo alcune fonti, ha un ruolo nelle decisioni della Russia. Ingerenza che nasce da questioni storiche e dalla sua possibilità svelare la debolezza del Cremlino. Scoprite i dettagli nell'articolo!

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Per le truppe russe è una banalissima zachistka

Una pulizia di primavera, con vittime gli esseri umani.

Un'esecuzione di massa che avviene suonando i campanelli e facendo irruzione nelle dimore già devastate.

"Per Zelensky e i suoi, i fatti di  Bucha corrispondo un'abitudine del Cremlino, un copione già scritto in Siria e in Cecenia."

leggiamo su tag43.it

I rapporti tra il sanguinario ed efferato leader ceceno Ramzan Kadyrov e il governo di Mosca, in effetti, cominciano a mostrare dei lati sordidi.

Nonostante il fatto che Kadyrov abbia inviato plotoni dei suoi uomini a supporto delle truppe russe.

Kadyrov, che ha accusato i soldati russi di essere degli agnellini: ha detto questo nonostante i dati che ci sono pervenuti sulla guerra in Ucraina, ovvero rapimenti, stupri, fosse comuni e sevizie di ogni genere con le quali si sarebbe sollazzato l'esercito russo.

Se per il leader ceceno questi non sono abbastanza crudeli, forse sarebbe il caso di declinare questo aggettivo secondo cognizione cecena: il loro senso della ferocia supera la più spinta delle fantasie malate.

Inoltre sappiamo che Kadyrov è in aperto battibecco con l'addetto stampa del Cremlino, Dmitrij Peskov, unendosi al coro dei suoi detrattori:

"Peskov si è riferito ai numerosi decessi tra i civili in Ucraina, descrivendole come tragiche e disumane, augurandosi peraltro che quella guerra che in Russia si definisce ancora come un'operazione speciale, potesse trovare la propria risoluzione nei negoziati di pace."

come riporta repubblica.it

Con questa uscita Peskov si è attirato una tempesta di polemiche da parte dei più assidui sostenitori di Putin, con il risultato che molti di loro, tra cui  Andrej Turchak, che lo hanno costretto a ritrattare la propria dichiarazione, modificandola.

Insomma, in apparenza il terribile leader ceceno è ancora al fianco di Putin e alle frange più estremiste del Cremlino.

Anzi, qualcuno ha avuto l'ardire di ipotizzare che fosse proprio il sadico carnefice Kadyrov l'eletto per la successione dello zar, il suo degno erede.

Colui che attualmente al Cremlino divide et impera, secondo gli insegnamenti ricevuti dalla storia sovietica.

"La cronista Anna Politkovskaja, 48 ore prima che avvenisse il suo assinio, ovvero poco prima di morire, aveva definito Kadyrov un demente, puerile assassino privo di discernimento."

ci ricorda huffingtonpost.it

Russia e le tensioni con la Cecenia: chi è Ramzan Kadyrov

Il padre padrone attualmente in carica come presidente ceceno, Ramzan Kadyrov, di stranezze de ha dimostrate a valanghe.

All'accusa di essere il promotore di rapimenti e torture ai danni degli omosessuali nel Paese che governa, Kadyrov ha risposto: " Questa è un'assurdità. Non abbiamo quel genere di persone qui. Non esistono i gay in Cecenia."

Alla faccia della tolleranza!

Negli anni '90, il conflitto aveva reso la Cecenia un vero e proprio inferno sulla terra, mentre allo stato attuale essa è compresa tra le 22 repubbliche che compongono la Federazione Russa.

Fino a qualche decennio fa però, non c'era alcun idillio. 

La Cecenia era originariamente inclusa nel Distretto Federale del Caucaso Settentrionale.

Le impervie e invalicabili catene montuose che la circondano hanno sempre protetto geograficamente la regione.

I ceceni sono tra i più antichi popoli autoctoni del Caucaso, i primi siti stanziali riconoscibili risalgono al 1500.

Inizialmente questa popolazione non aveva nulla in comune con la Russia, a partire dalla lingua fino alla pratica religiosa di stampo islamico e non ortodosso.

I ceceni, che occupano una zona geografica eterogenea, con influenze georgiane, turche, mongole, sono abituati ai sanguinari conflitti interni, che esistevano nonostante la coalizione caucasica volta ad opporre resistenza all'invasione russa.

I ceceni hanno fondato la propria identità sull'esecrazione dei principi dello zar prima, e sull'aperta polemica verso l'Unione Sovietica in seguito.

Viene ancora oggi glorificata in Cecenia l'immagine del condottiero che si arma per difendere i propri territori, lo si evince anche dai video machisti che Kadyrov pubblica sui suoi social: questa tendenza al superuomo nietzschiano, a parte le antipatie storiche, rendono il leader ceceno molto simile a Putin.

La Russia e l'indipendentismo di matrice cecena

Anche Lev Tolstoj era arrivato al punto di miticizzare la ferocia nazionalista della resistenza dei popoli caucasici, come manifestato nel libro Chadzi Murat.

Islam, desiderio di indipendenza e comunanza linguistica erano i tre punti cardine su cui si basava la coesione di tutti i popoli caucasici che opponevano resistenza già dai primi tentativi del dominio dello zar russo nel diciassettesimo secolo.

Anche sotto il regime sovietico, la resistenza dei popoli caucasici si rivelò, a più riprese, determinata e di violenza inaudita.

Nel 1937, per tre anni, la Cecenia ed altre due repubbliche caucasiche riuscirono a raggiungere e mantenere la propria indipendenza, fino a che Stalin non salì al potere e decise di riannetterle con enorme brutalità.

I pessimi ricordi con la Russia, a livello storico, per la Cecenia non finiscono qui: durante la Seconda Guerra Mondiale, Stalin accusò in maniera pretestuosa i ceceni di essere alleati con la Germania nazista.

Senza grosse prove in mano, i russi colsero l'occasione per deportare quasi mezzo milione di ceceni in Siberia, nel corso di una singola notte, per poi consentirgli di rientrare nella loro patria più di 20 anni dopo.

Analogie tra indipendentismo della Cecenia e dell'Ucraina, che hanno subito trattamenti simili dalla Russia

Il trauma della deportazione, la carestia indotta, gli attacchi bellici: Cecenia e Ucraina condividono le stesse vicissitudini.

Le due guerre con la Russia sono due eventi che avrebbero contribuito a forgiare l'identità nazionale di due popoli: quella ucraina consolidata dal nazionalismo, mentre quella cecena dall'estremismo islamico.

Con la fine dell'Unione Sovietica nel 1991 tutte le repubbliche scelsero la via dell'indipendenza, anche se il referendum per la conservazione sovietica si fosse risolto con il 77% di voti favorevoli all'attaccamento a madre Russia.

Tra le Repubbliche della federazione del Caucaso, la prima a smarcarsi da Mosca fu proprio la Cecenia.

Il Cremlino, e in particolare Eltsin, non presero bene l'improvvisa ondata di indipendenza e nazionalismo ceceno, per una questione legata principalmente al petrolio e agli sbocchi sul Mar Nero e il Mar Caspio per mezzo una tratta di oleodotti che si incrociava proprio sul territorio della Cecenia.

Inoltre Mosca voleva rispondere all'Occidente, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, dimostrando che la sua sovranità sulle regioni meridionali e i paesi confinanti era rimasta invariata.

Anche per preservare alcune basi militari presente in Cecenia, la Russia quindi decretò che la loro spinta indipendentista fosse inaccettabile.

Il che suona già sentito, anche nel corso dell'attuale guerra in Ucraina.

Russia e le tensioni con la Cecenia: cosa potrebbe succedere se il Cremlino perdesse l'appoggio di Kadyrov?

L'esercito ceceno è a tutt'oggi un'accozzaglia di tagliagole e criminali senza scrupoli, estremisti islamici e persone avvezze alla brutalità e alla tortura.

L'appoggio di Kadyrov verso Putin, stando alle ultime dichiarazioni, cadrebbe se Putin accettasse le condizioni dei negoziati per la pace, mostrandosi molle.

Kadyrov insomma, non perdonerebbe un'eventuale debolezza russa e in questo fatto, paradossalmente, risiede proprio la debolezza russa: qualcuno, in qualche modo, sta influenzando le sue decisioni e la sua insistenza nel conflitto.

Bisogna sapere che l'attuale idillio di Kadyrov con il Cremlino non ha precedenti: prima della sua carica presidenziali ci sono state diverse occasioni di conflitto tra la Russia e la Cecenia, con una cospicua lista di leader avvelenati e recrudescenze di vario tipo.

Soltanto nel 2009 il Comitato Antiterrorismo Russo sancì le operazioni militari in Cecenia concluse, stabilendo che le condizioni per normalizzare la vita sociale e politica della repubblica furono giunte a maturazione.

I ribelli stimati erano un numero sparuto ormai, disperso nelle campagne, mentre alcune sono considerate come cellule dormienti, almeno finche Kadyrov potrà gestire a distanza le decisioni di Mosca.

Si tratta di un contratto a volontà corrispettiva: da un lato Kadyrov sostiene Putin, dall'altro lato lo zar lo premia, ergendolo a eroe russo.

Kadyrov può permettersi ogni cosa perchè Putin lo ha ricoperto di privilegi mai concessi ad altri, consentendogli di governate come un bambino tiranno, inconsapevole e assolutista.

Ma a differenza del leader bielorusso Aljaksandr Lukašėnka, egli non è affatto asservito, anzi, si permette toni di polemica (come quelli recentemente sollevato verso lo stesso Peskov) quando il Cremlino accenna anche solo lontanamente ad abbandonare la linea dura, che già da soli fanno intendere molto.

Anche se, a fronte di tutto ciò, sono stati riscontrate truppe di disubbidienti ceceni che di battono tra le file ucraine proprio per l'estio che covano verso gli zar, l'Unione Sovietica, La federazione e tutti quanti.

Secondo panorama.it

"I ceceni ad oggi non sono stati gli alleati ideali: han fallito per ben sei volte l'attentato al presidente dell'Ucraina, che era un ordine di Mosca."

Forse per il Cremlino questi tagliagole non sono stati proprio efficienti.

Ma il problema è un altro: perchè viene concessa qualsiasi cosa al sanguinario Kadyrov e che sorprese ci riserverebbe se, approfittando della debolezza di Mosca e della possibilità di ricattarla, entrasse a coprire un ruolo più importante nel conflitto?