Russia vicina al default! Biden mette Putin ai ferri corti

L'agenzia di rating S&D ha già posizionato la Russia nel "default selettivo", mentre gli USA chiudono il rubinetto delle obbligazioni. Mosca rischia grosso.

La tensione cresce sempre di più nel mondo mentre la guerra in Ucraina sembra aver raggiunto una specie di stallo. Dopo aver subito una batosta dopo l’altra, infatti, la Russia non è riuscita ad avere nessuna vittoria significativa, perdendo completamente di credibilità. 

Certo, dopo oltre un mese di assedio la Russia ha conquistato Mariupol, ma il prezzo pagato per farlo è stato durissimo. L’esercito di Putin si è dovuto ritirare prima da Kiev e poi da Kharkiv, rispettivamente la prima e la seconda città più grande dell’Ucraina. I due centri, inizialmente circondati, sono stati liberati nelle ultime settimane. 

Al momento la guerra si sta concentrando principalmente nel Donbass, la regione separatista dell’Ucraina già in conflitto dal 2014. Secondo il Primo Ministro britannico Boris Johnson, la guerra ormai si deciderà proprio nel Donbass. Come dice questo articolo dell’Ansa, infatti: 

La Russia fa “progressi lenti ma tangibili” in Ucraina. Lo ha detto il premier britannico Johnson riferendosi all’avanzata delle truppe di Mosca nel Donbass. Secondo il primo ministro, il presidente Vladimir Putin “a caro prezzo per se stesso e per l’esercito russo sta continuando a rosicchiare terreno. E’ ‘vitale’ continuare a sostenere Kiev”.

Intanto l’amministrazione Biden si starebbe preparando a inviare all’Ucraina armi più potenti: i missili a lungo raggio che da tempo Kiev sta chiedendo perché “potrebbero essere il punto di svolta nella guerra contro la Russia”.

Una cosa è certa: l’impeto iniziale dell’avanzata russa si è arrestato definitivamente, e non è più così sicuro che Putin uscirà vincitore da questo conflitto. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non ha più intenzione di cedere territorio, e secondo alcune fonti l’esercito di Kiev starebbe persino sconfinando in Russia. 

Come se non bastasse, le sanzioni dell’occidente stanno rosicchiando lentamente ma inesorabilmente l’economia della Russia. L’Europa, dopo averlo tanto minacciato, ha finalmente deciso di tagliare le importazioni di gas e petrolio, e la batosta più grande starebbe per abbattersi su Mosca. 

Il governo degli Stati Uniti d’America, infatti, ha deciso ufficialmente di chiudere i trasferimenti finanziari con la Banca Centrale Russa, di fatto impedendole di poter pagare le sue obbligazioni con l’estero. Questo, quindi, rischia di costringere la Russia al default. 

Cosa vuol dire esattamente che la Russia andrà in default? E quali saranno i suoi effetti? Vediamolo insieme. 

La differenza fra default classico e default tecnico

Il default è, sostanzialmente, quando il debitore non paga i propri debiti ai creditori. In questo modo, viene sollevato da ogni obbligazione, ma le conseguenze socio-economiche sono devastanti. Nessun investitore crederebbe più nelle possibilità di quel paese, e la crisi sarebbe inevitabile. 

Innanzitutto va spiegata bene la differenza fra i due tipi di default. Esistono, infatti, due tipi diversi di “bancarotte” ed anche se entrambi creano molti problemi, il default tecnico rischia di essere addirittura peggiore. 

Il default classico avviene quando il paese debitore non ha letteralmente soldi per ripagare i debiti. Molto semplicemente, non esistono le risorse materiali per soddisfare i debitori, ed il paese è costretto a dichiarare default. Sebbene questo tipo di default sia grave, è abbastanza comune nei paesi del terzo mondo come Argentina o Sri Lanka

Il default tecnico, invece, è molto più grave: è quando il paese avrebbe anche le risorse per ripagare i debiti, ma non può farlo per ragioni tecniche. In pratica, gli viene impedito di soddisfare le sue obbligazioni. Questi casi possono essere peggiori dei default tecnici perché il paese viene sostanzialmente isolato dal resto del mondo. 

Il default tecnico della Russia: cosa sta succedendo?

Ed è proprio questo secondo tipo di default che ora incombe sulla Russia. In pratica, i debiti stranieri della Russia sono quasi tutti in dollari, e la Banca Centrale di Mosca possiede solo una quantità limitata di queste riserve. Il resto, infatti, è custodito nelle banche centrali straniere. 

Non solo, ma quando la Russia soddisfa i suoi debiti con gli stranieri, lo fa attraverso delle banche intermediarie nel paese di riferimento. Se, per esempio, la Russia dovesse pagare dei debiti in Italia, dovrebbe far così utilizzando delle banche italiane come intermediarie. 

La decisione del Ministero del Tesoro americano di qualche giorno fa è stata categorica: le banche americane non possono più fare da intermediario per i debitori russi. Come dice questo articolo del Sole 24 Ore, infatti: 

Secondo quanto riporta il sito del Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti,  l’esenzione autorizza “le persone statunitensi a ricevere pagamenti di interessi, dividendi o scadenze su debiti o azioni della Banca centrale russa, del National Wealth Fund russo e del Ministero delle Finanze russo entro il 25 maggio 2022”. Questa decisione degli Stati Uniti avvicina di fatto la Russia al default tecnico.

E si tratterebbe di default tecnico proprio perché alla Russia viene impedito di pagare. Ma è uno scenario davvero possibile?

Default tecnico della Russia: è davvero possibile?

Innanzitutto va specificato che la Russia avrebbe tutti i mezzi possibili per pagare i propri debiti stranieri. La prossima scadenza, infatti, prevede che Mosca ripaghi 20 miliardi di dollari di obbligazioni e 500 milioni in interessi, una cifra relativamente irrisoria per un paese grande come la Russia. 

Proprio per questo infatti sarebbe un default tecnico, perché appunto la Russia ha le risorse per pagare ma le viene impedito. Ovviamente, la Banca Centrale di Mosca non ha intenzione di rimanere a guardare: secondo questo articolo del Corriere della Sera, infatti: 

Immediata la risposta del ministero delle Finanze russo: il debito estero di Mosca sarà pagato in rubli. «Dal momento che il rifiuto di estendere questa esenzione rende impossibile continuare a onorare il debito estero in dollari – si legge in una nota – , i rimborsi saranno effettuati in valuta russa con la possibilità di convertirli successivamente nella valuta originale tramite il Sistema di deposito accentrato che fungerà da agente-pagatore».

In pratica, Putin ed i suoi ministri vorrebbero aggirare il problema pagando semplicemente in rubli e non in dollari. I contratti, però, sono stati tutti firmati in dollari, ed il Presidente USA Joe Biden ha già ordinato di accettare solamente pagamenti in dollari. Sembra, dunque, che la Russia sia davvero con le spalle al muro.

Quando andrà in default la Russia?

Al momento, tutto questo parlare è solamente speculazione: nulla cambia per la Russia poiché per ora ha soddisfatto tutte le obbligazioni che aveva. Il vero problema arriverà quando non rispetterà le scadenze dei suoi debiti. 

Le prossime scadenze sono il 23 giugno, un mese da ora. Il vero campanello d’allarme suonerà quando quel giorno sarà passato senza che la Russia abbia soddisfatto i propri creditori. Da quel momento, infatti, vi sono 30 giorni di “grazia” in cui Mosca può ancora pagare con una penale. Scaduti quei 30 giorni è default. 

Se le cose vanno così, quindi, la Russia dovrebbe andare in default a fine luglio, e le banche lo danno già per certo. Le agenzie di rating danno la possibilità di default all’80%, e la prestigiosa S&D ha dichiarato che la Russia è in “default selettivo”. 

Le uniche possibilità per Mosca sono che gli USA facciano un passo indietro o che la guerra finisca prima di luglio. Al momento, però, entrambe le opzioni paiono improbabili

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