Russia: furto a Chernobyl! Prelevate sostanze tossiche!

Dai media ucraini è trapelata la notizia di un furto di sostanze tossiche a Chernobyl, da parte delle truppe russe, un gioco molto pericoloso!

Nel corso della trasmissione di La7 “L’Aria Che Tira”, la giornalista Myrta Merlino si è confrontata con il fisico nucleare Valerio Rossi Albertini sulla possibilità di un furto di sostanze tossiche da parte delle truppe russe, che hanno avuto accesso all’area di Chernobyl sin dagli albori dell’invasione.

E mentre la battaglia tra russi e ucraini si sta avviando verso l’escalation finale, diverse testate giornalistiche hanno lanciato l’allarme:

“Alcuni soggetti tra le fila delle truppe di Putin si sono addentrati nell’area di Chernobyl, improvvisando rifugi e trincee e trafugando elementi radioattivi estremamente pericolosi, se non proprio mortali.” 

leggiamo su tecnoandroid.it

Le centrali nucleari, così come la deterrenza russa basata sulla minaccia di ricorrere ad artiglieria atomica, rende permanente la sensazione di essere sul filo del rasoio.

Un evento del genere porterebbe a conseguenze catastrofiche dal punto di vista umano e ambientale, cosa che spiegavo più dettagliatamente in questo mio precedente articolo, allegando un file del centro studi per il nucleare ENEA di Ispra, dove si sottolineano i danni immediati sul corpo umano.

La presenza delle truppe russe a Chernobyl ha fatto alzare più di un sopracciglio da subito: cosa ci fanno lì?

Che intenzioni hanno?

Dopo che i bombardamenti si sono rivelati un nulla di fatto, poichè lanciate su reattori spenti e non alimentati, il mistero di questa sinistra permanenza si infittisce.

La tragedia del 1986 è in parte scongiurata, ma i disordini e gli atti criminali di matrice russa che si svolgono nei pressi della centrale nucleare sono appena cominciati.

Sarà l’incoscienza di un esercito composto prevalentemente da ragazzini? 

Si tratta di una bravata o di ordini pervenuti dall’alto?

“Si trattava di un branco di reclute, fresche di arruolamento: hanno pagato caro il fatto di giocare con le sostanze radioattive.”

leggiamo su ilcorrieredellasera.it

L’agenzia ucraina di competenza statale, che ha in mano la gestione dello spettrale sito nucleare, ha sporto denuncia: sarebbero state trafugate 133 tipologie diverse di scorie radioattive, dopo aver chiarito che anche una porzione infinitesimale di tali sostanze può risultare mortale.

Quelli delle truppe russe quindi, vengono trattati come atti vandalici da ragazzini, compiuti nella più sciagurata inconsapevolezza.

Petro Kotin, dirigente dell’ente statale nucleare ucraino Energoatom ,dopo aver ispezionato le zone depauperate, ha lanciato un ennesimo monito: a suo dire, tutti i russi coinvolti saranno colpiti da gravi ripercussione fisiche dovute a un’esposizione scriteriata.

Da quanto si sa, i giovani soldati russi hanno scavato le trincee con le proprie mani.

“Si sono spinti entro il perimetro della Foresta Rossa, il luogo più contaminato del pianeta. E’ tragico constatare come nei luoghi in cui pernottavano, oggi suoni la cellula del rilevatore di radiazioni, a causa dei residui sotto le scarpe e nei vestiti che si portavano appresso.”

leggiamo su rainews.it

Russia: furto a Chernobyl! Parla il fisico nucleare Valerio Rossi Albertini

La giornalista Myrta Melino ha introdotto l’argomento partendo da un tweet angoscioso del governo ucraino dove si rende noto che “Moriranno, i soldati russi moriranno tutti, a causa degli ordini che hanno ricevuto dal loro governo.”

Un tweet che lascia intendere quanto spietato sia questo conflitto, dove non ci sono vincitori nè vinti, buoni nè cattivi, e dove nessuno viene risparmiato da nessuno.

Si tratta di terreni, quelli circostanti a Chernobyl, ma che mai mano umana avrebbe dovuto toccare o smuovere, dei sarcofaghi di scorie radioattive che non andavano per nessuna ragione immesse di nuovo nell’aria.

Si è arrivati a parlare di carri armati che hanno portato nelle città limitrofe polveri letali attraverso i propri cingoli.

Il fatto che preoccupa di più tra tutti, è ovviamente il furto delle 133 sostanze radioattive da parte dei russi.

Eppure la giornalista appare ancora sbigottita nell’annunciare queste notizie. 

Com’è possibile, si chiede lei come tutti noi, che Mosca non fosse consapevole del pericolo che si corre a rimaneggiare perniciosissime sostanze tossiche?

Non è che la Russia, come gran parte d’Europa, sia uscita fuori illesa dal disastro di Chernobyl.

Come mai si assumono questi rischi, a costo di falcidiare le giovani vite che loro stessi hanno mandato al fronte?

Valerio Rossi Albertini risponde al quesito replicando che in tal modo, probabilmente, costringono anche i media occidentali a parlarne, al fine di tenerci sotto scacco psicologico e in condizioni di grave apprensione.

Insomma, a suo dire, anche questa manovra di Putin farebbe parte del suo abnorme programma propagandistico di deterrenza, ma con dei rischi assolutamente reali.

Russia: furto a Chernobyl! Che cosa hanno combinato i militari russi? Ecco la ricostruzione dei fatti

Valerio Rossi Albertini, a un certo punto della sua dissertazione, ci mostra un bicchiere di vetro contenente quello che suo dire avrebbe dovuto rappresentare il terreno di Chernobyl, prelevato nei dintorni della centrale.

E mentre spiega al pubblico come nel 1986 ci sia stato l’incidente con il rilascio della polvere radioattiva, versa una sostanza rossa all’interno del barattolo, in modo da formare due strati di polvere di colore contrastante per illustrare le dinamiche con cui avviene una contaminazione.

Completa la dimostrazione con un’altra versata di polvere bianca, a rappresentare la terra e tutto il materiale che si è andato a depositare su Chernobyl, nel corso di questi 36 anni, e che può provenire dai luoghi più disparati del pianeta.

E così, in modo molto elementare, mescolando con un cucchiaio i tre tipi di substrato, ha dato una dimostrazione pratica di come si sarebbero contaminati pelle, capelli, occhi, scarpe e vestiti le truppe russe coinvolte nella creazione di quelle trincee.

In pratica, la polvere radioattiva che era seppellita sotto strati di materiale che l’avrebbero coperta nel tempo, è tornata al contatto con l’aria.

E una sostanza volatile, lo immaginiamo facilmente, può percorrere diversi chilometri trascinata dal vento, e arrivare ovunque.

Il fatto che i soldati russi abbiano scavato a mani nude nel substrato radioattivo fa comprendere come il tweet del governo ucraino sul fatto che moriranno tutti, non è un messaggio sensazionalistico.

E’ la triste, banale verità.

Inoltre, dopo aver scavato i fossi, aggiunge il fisico nucleare, ci si saranno anche ficcati dentro, come si usava fare nella Prima Guerra Mondiale.

L’aspettativa di vita dei soldati russi, ad oggi, è al di fuori della nostra capacità di previsione.

Certo è che se ti esponi ad una dose di radiazioni che è circa mille volte superiore di quella ambientale, un corpo in mezza giornata va ad assorbire quello che in condizioni ordinarie avrebbe assorbito in un anno.

Russia: furto a Chernobyl! Per quale motivo i russi hanno portato via 133 sostanze radioattive

Il fisico nucleare Valerio Rossi Albertini continua a sostenere la filosofia della dottrina di deterrenza putiniana.

Anche il numero 133 fornito dai media ucraini, a suo dire può essere fuorviante, oltre al fatto che non specifica nulla: delle 133 sostanze nessuno ha parlato nello specifico, nessuno le ha nominate.

E soprattutto, ognuna di queste sostanze quanto pesa?

Quanta ne hanno portato via? 

Non sappiamo nulla di così determinante da permettere una perizia accurata, così da confermare che il governo russo abbia veramente dato l’ordine di prelevare quelle sostanze.

Potrebbe essere stata un’iniziativa scellerata dei giovani militari, anche perchè, a ben vedere, se il Cremlino avesse avuto intenzione di fare qualcosa con quelle sostanze, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per prelevarle.

Nel silenzio e nell’oscurità di un luogo poco sorvegliato.

Aveva senso per Mosca attendere che si accendessero i riflettori della guerra per trafugare sostanze nucleari?

Per quanto riguarda che i danni che quei ragazzi, per ordine del Cremlino o meno, avrebbero procurato a sè stessi, parliamo di ripercussioni gravi e questo lo si può dire con certezza.

Perchè se non sappiamo catalogare le presunte 133 sostanze tossiche rubate, sappiamo quali saranno gli esisti a livello fisiologico di queste esposizioni.

Non sappiamo in che misura gli esiti del contatto radioattivo andranno a ripercuotersi sui loro organismi.

Però è anche vero che si conosce abbastanza approfonditamente gli elementi che circolano nell’aria e nel terreno delle zone circostanti a Chernobyl.

“Nella Foresta Rossa il potenziale radioattivo è di quindici, venti volte più potente dell’ordinario. Uno degli elementi su cui ci si può basare è la percentuale di contaminazione da radiazioni beta risulta centossessanta volte più ampia del normale.”

come leggiamo su ansa.it

Un altro elemento da tenere in considerazione e la radioattività di tipo alfa, che si genera da scaglie di combustibile, calcinacci e detriti esposti alle radiazioni

Un substrato che ora si troverebbe a più di un metro dalla superficie, se i soldati non avessero improvvisato trincee ben più profonde di così.

Quello che è uscito fuori da Chernobyl, ora appartiene all’aria.

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