La ritirata della Russia da Kherson apre una nuova fase della guerra?

La Russia annuncia il ritiro delle truppe dalla città di Kherson. Zelensky, su pressing di Biden, si dice aperto a colloqui di pace. Possibile svolta?

Il Ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha annunciato il ritiro delle truppe russe dalla città di Kherson. La notizia è particolarmente rilevante per diversi motivi e apre a diversi nuovi possibili scenari. L’Ucraina ha accolto la notizia con cautela, anche per i dubbi circa il reale motivo di questa ritirata.

Nonostante il motivo più ovvio ed intuitivo sia quello di una ritirata per ragione strategiche militari, viste le difficoltà persistenti dell’esercito russo nel fronteggiare la controffensiva ucraina, c’è tuttavia chi avanza, in via del tutto teorica e ad ora non confermata, l’idea che questa mossa possa rappresentare un passo distensivo.

Insistono da tempo infatti voci circa un pressing degli Stati Uniti nei confronti del presidente ucraino Zelensky per cambiare il suo approccio in tema di negoziati con la Russia.

La Russia annuncia la ritirata da Kherson: ecco gli scenari

La ritirata da Kherson delle truppe russe è stata annunciata in diretta televisiva dal Ministro della Difesa Shoigu insieme al generale Surovikin, nominato ad ottobre da Putin come nuovo comandante delle truppe russe impiegate in ucraina. La notizia è stata accolta con un certo stupore da più parti. Fino a pochi giorni fa infatti Shoigu aveva più volte ripetuto come l’avanzata russa nella regione sarebbe proseguita. Kherson è inoltre il capoluogo dell’omonima regione che è una delle quattro regioni annesse da Putin in seguito ai famosi referendum farsa di fine settembre. Dunque tecnicamente con questa decisione la Russia sta abbandonando il capoluogo di una regione riconosciuta come parte del proprio territorio. 

La mossa ha dunque chiaramente dato adito a diverse interpretazione. L’ipotesi principale resta chiaramente quella di una ritirata per fini strategici militari.

La controffensiva ucraina nell’area di Kherson è tutt’ora di difficile contenimento da parte delle forze russe, che dunque potrebbero aver scelto di procedere con questa ritirata onde evitare di finire anche qui con truppe isolate impossibili di rifornire facile preda dell’esercito ucraino. 

Il pressing americano su Zelensky: non escludere a prescindere negoziati con Putin

Questa decisione arriva però in un periodo in cui si susseguono voci su un pressing sempre più costante da parte dell’amministrazione americana nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky su una riapertura alla possiblità di negoziato. Zelensky, in seguito all’annessione della Russia delle quattro regioni ucraine, aveva infatti firmato un decreto nel quale affermava l’impossibilità di condurre negoziati con il presidente russo Vladimir Putin. Su questo punto diversi media americani hanno riportato come Biden abbia spinto l’omolgo ucraino ad un dietrofront sull’indicazione espressa da quel decreto. E proprio in collegamento alla COP27 Zelensky ha esplicitato per la prima volta questo cambio di linea, affermando di essere aperto a colloqui di pace con la Russia, anche senza attendere un nuovo presidente.

Questa situazione, unita all’ormai accertato riallacciamento delle linee di comunicazione tra Russia e Stati Uniti ha spinto molti a vedere in questa ritirata un segnale di distensione in vista di possibili nuovi negoziati tra Ucraina e Russia. Tuttavia al momento si tratta solo di supposizioni. 

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