Salvini e Calenda per il nucleare: sul tavolo nuove tecnologie

Matteo Salvini e Carlo Calenda si sono uniti nel promuovere l'energia nucleare. Dopo quarant'anni di assenza, potrebbe ritornare nel nostro mix energetico.

Un dibattito che sembrava morto e sepolto dopo i due referendum del 1986 e del 2011 torna ora alla luce! L’energia nucleare è senza dubbio la più controversa forma energetica, che causa spaccature ovunque venga tirata fuori. 

Ma l’attuale crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e dal taglio del gas russo ha riportato in auge l’energia atomica, e l’Italia con i suoi 4 reattori spenti da quasi quarant’anni potrebbe decidere di fare un’inversione a U

La crisi, come dicevamo, è iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina, che ha visto la condanna da parte di tutte le nazioni europee e creato non poco scompiglio e preoccupazione in merito alla grave crisi energetica generatasi. 

In Italia, quindi, è scoppiato il panico. I prezzi del gas sono saliti alle stelle creando una non semplice situazione, ben riassunta nell’ormai famosa frase del premier Draghi “Preferite i condizionatori o la pace?” 

Non vi era nessuna soluzione facile a breve termine se non acquistare altro gas da altre nazioni, politica immediatamente messa in atto attraverso nuovi accordi con Algeria e Libia. 

Ma altre fazioni politiche vogliono guardare ancora più avanti. Possiamo davvero continuare ad acquistare energia rendendoci completamente dipendenti dagli altri? Non sarebbe forse ora di avere un proprio mix energetico?

E’ quello che pensano Carlo Calenda e Matteo Salvini. 

L’asse Calenda-Salvini sul nucleare

Al Convegno dei Giovani Industriali di Rapallo, il leader della Lega Matteo Salvini si è detto estremamente positivo ad investire sull’energia nucleare. 

L’ex ministro ha ricordato che esistono oltre 400 reattori nucleari attivi nel mondo, di cui 56 solamente nella vicina Francia. E proprio la Francia, ricordiamo, è uno dei paesi che ha meno sofferto l’attuale crisi energetica esattamente grazie all’energia nucleare. 

I reattori francesi sono moderni e potenti, e proprio in questi anni si sta sperimentando nella ricerca sulla fusione nucleare, un sistema molto meno rischioso della fissione nucleare, in una nuova centrale a Sud della Francia. 

Ad unirsi all’entusiasmo di Salvini è stato il leader del partito di centro Azione Carlo Calenda. Calenda ha annunciato per oggi una mozione parlamentare per inserire l’energia nucleare nel mix italiano. 

L’obiettivo del leader di azione è raggiungere 40 GW di potenza generati da una centrale nucleare, ossia all’incirca 8 centrali. Queste centrali andrebbero costruite da zero, in quanto quelle vecchie smantellate sono ormai troppo desuete. 

Il ricorso all’energia nucleare, malgrado il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune e Draghi abbiano sottoscritto un accordo da 9 miliardi di metri cubi di gas che dall’Algeria arriveranno in Italia, rimane per Salvini e Calenda un’opzione da prendere assolutamente in considerazione. Ciò anche per la decisione di Putin relativa al taglio dei rifornimenti di gas a Polonia e Bulgaria che potrebbe estendersi poi anche ad altri paesi europei. 

L’opinione degli altri leader

La mozione parlamentare di Carlo Calenda punta a sfidare direttamente Enrico Letta, il leader del PD fermamente contro il nucleare. Calenda chiama ad un confronto diretto con Letta sul tema, affermando che ormai il nucleare è una fonte di energia sicurissima.

Ad aprirsi nuovamente sul nucleare è anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dicendosi perfettamente d’accordo alla ricerca in materia. 

Stiamo parlando di investire nella ricerca e siamo favorevoli: ma al momento non sappiamo ancora molto delle ricadute sul piano pratico. Valutiamo quando avremo tutti i dati. Ci ragioneremo.

Si tratta di un’apertura importante rispetto alle tradizionali posizioni del partito, contrario a gas e nucleare come fonti energetiche. 

Perché tornare al nucleare?

L’Italia, negli anni ‘80, era una nazione leader nella ricerca sul nucleare. Le nostre 4 centrali consistevano in una percentuale significativa della nostra produzione energetica. 

Nel 1986, a seguito dell’incidente di Chernobyl, un primo referendum ha fatto chiudere il programma nucleare italiano, decisione confermata con un altro voto popolare nel 2011 a seguito dell’incidente di Fukushima

In molti, però, credono che queste due decisioni siano state dettate dal panico del momento, e che difficilmente incidenti simili a quelli di Chernobyl e Fukushima potrebbero avvenire in Italia. 

Il primo fu dovuto ad una serie di errori umani peggiorati dalla struttura del reattore, che però non sarebbe potuto tecnicamente avvenire con i nostri reattori in quanto funzionavano diversamente (con migliori sistemi di sicurezza). Il secondo fu dovuto ad uno tsunami che ha danneggiato l’intera centrale. 

Il nostro paese, pur avendo alta attività sismica in alcuni punti, è generalmente sicuro da disastri naturali, ed i nuovi reattori impediscono nel modo più assoluto un incidente come quello di Chernobyl. 

La sicurezza e la sua sostenibilità rendono il nucleare, secondo molti, una fonte energetica estremamente affidabile. 

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