La siccità colpisce ancora: a rischio le risaie! Il Po non è stato mai così secco

La siccità che sta colpendo il nostro paese da nord a sud sta causando diversi problemi alle coltivazioni. Il Dipartimento della Protezione Civile ha annunciato altre giornate senza pioggia con temperature molto superiori rispetto alla media stagionale. Al nord, il livello idrometrico del fiume Po è sceso al di sotto della media stagionale. Una siccità che non vedevamo da 80 anni.

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La siccità che sta colpendo il nostro paese da nord a sud sta causando diversi problemi alle coltivazioni. Il Dipartimento della Protezione Civile ha annunciato altre giornate senza pioggia con temperature molto superiori rispetto alla media stagionale. Al nord, il livello idrometrico del fiume Po è sceso al di sotto della media stagionale. Una siccità che non vedevamo da 80 anni. 

In alcune zone, il livello del Po è così basso che non basta nemmeno il ricorso al razionamento. Alcuni comuni sono letteralmente senza acqua, dunque, sono stati necessari altri provvedimenti come il ricorso alle autobotti per colmare le mancanze d’acqua.

A Isola Pescaroli – frazione di San Daniele Po, in provincia di Cremona – il livello del Po è così basso che le idrovore non riescono a pescare acqua. A dare l’allarme gli uomini del Consorzio del Navarolo, che già sabato sera non riuscivano a pescare acqua sufficiente ad irrigare i campi:

“Sabato sera non pescavamo più nulla - spiega Roberto Pelizzoni, guardiano idraulico di zona -. Adesso grazie alle idrovore attaccate ai trattori che pompano acqua, siamo arrivati a 2mila litri al secondo. Puntiamo ad arrivare a 4mila litri, ma la portata normale sarebbe di 7mila litri”

Non possiamo fare più di così - chiarisce Guglielmo Belletti, presidente del Consorzio del Navarolo -. Ma dobbiamo fare il massimo, perché se quest’autunno non abbiamo il mais per riempire le stalle, diventa un problema anche per gli allevamenti e in un’annata già resa difficile dal costo della materia prima, non sapremmo come fare per dare da mangiare agli animali." 

"Siamo in una regione ricca d’acqua, ma dobbiamo conservarla: a marzo ci è stato comunicato che mancava l’80% dell’acqua dei laghi alpini e già allora si era capito che la situazione era critica. Se non teniamo da parte l’acqua nei periodi buoni, è un dramma”

A rischio le risaie

Ad essere in pericolo sono soprattutto le risaie che proprio in questo periodo necessitano di molta acqua. Secondo la Coldiretti rischiamo di non avere riso sulle nostre tavole. A causa della scarsità di riso nostrano, saremo costretti a comprarlo all’estero a prezzi molto più alti. Alcuni stanno già cominciando a fare scorte di riso, comprandolo nei supermercati, perché poi costerà il doppio.

Una situazione drammatica destinata a diventare sempre più grave con il passare dei giorni e degli anni. Le previsioni del tempo non prevedono nessuna nube all’orizzonte, ma solamente sole e temperature alte. Il livello del fiume Po è così basso che anche le dighe delle centrali idroelettriche non hanno più acqua.

Il presidente di Enel Green Power ha lanciato l’allarme: 

 "L’acqua è finita tutta la disponibilità è stata impiegata per coprire le necessità del comparto agricolo nei prossimi dieci giorni, è stato fatto il possibile”

Anche la Cia-Agricoltori italiani ha già calcolato i danni economici che questa siccità sta portando con sé: “Potrebbero superare il miliardo di euro”.

Tuttavia, Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che fino a poco tempo fa chiedeva lo Stato d’Emergenza, dice che per ora non sarà necessario ricorrere ai razionamenti d’acqua – “ora stiamo intervenendo per risolvere i problemi degli usi agricoli” –, ma l’assessore degli Enti Locali, Montagna Massimo Sartori, non è d’accordo: “Se il raccolto dovesse andare in malora, saremmo pronti a chiedere lo stato di calamità”.

Secondo la Coldiretti, anche il livello dei laghi maggiori sta calando drasticamente, come il lago Maggiore, sceso del 22%, e il lago di Como, sceso del 25%. Un livello molto basso rispetto a quello raggiunto negli anni scorsi. 

Bisogna razionare le risorse d'acqua

In alcune zone le precipitazioni sono diventate così scarse che da mesi i cittadini ricorrono alle autobotti per colmare le lacune d’acqua. Altri comuni, invece, stanno provvedendo a razionare le ultime disponibilità d’acqua rimaste, imponendo anche divieti e multe ai trasgressori che utilizzano l’acqua impropriamente per lavare le auto, i vialetti, annaffiare orti o giardini.

Secondo il presidente di Coldiretti Pavia, Stefano Greppi, il problema è la pioggia, che molto probabilmente non vedremo nemmeno nel mese di luglio, e la neve che si è già sciolta:

“Non ha nevicato d’inverno, non c’è stato un accumulo sulle montagne e in alcune zone non piove seriamente da inizio dicembre: la falda acquifera è talmente bassa che ormai non si può attingere nemmeno da lì.

Si parla di danni pari a due miliardi di euro, in Italia. Nella nostra zona c’è il rischio di perdere l’intero raccolto: proprio giugno è il periodo in cui c’è maggiore necessità di acqua per i campi, e nemmeno tramite le turnazioni si riesce a permettere un’adeguata irrigazione non solo del riso, ma anche del mais”

In alcuni comuni stanno già improvvisando dei riti e delle preghiere per far tornare le piogge, come accade a Cascina Campazzo di Milano. Qui, sono state organizzate delle messe e una processione contro la siccità. A celebrare la messa è il parroco della zona, don Davide Milanesi.

Ma se le precipitazioni non torneranno, non basterà nemmeno la danza della pioggia. 

“Deve piovere, non c’è un piano B - prosegue Greppi - e certo aprire le dighe in montagna (come sento proporre) sarebbe una misura palliativa che aiuterebbe solo per alcuni giorni. Il futuro prossimo rischia di vedere l’importazione di prodotti meno buoni e “curati” dall’estero, spendendo di più.”

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