Chi è Silvia Salis e perché è stata “aggredita” a Genova da un tassista

Chi è Silvia Salis, l'ex atleta oggi vicepresidente del CONI, "aggredita" da un tassista a Genova per un motivo ridicolo.

Ha fatto scalpore quello che è successo a Silvia Salis poco tempo fa a Genova, da parte di un tassista. Oggi la situazione è tornata alla normalità, anche se è indubbio che episodi del genere potrebbero riaccadere nei prossimi mesi.

La stessa Salis non avrebbe mai creduto che potesse succedere una cosa del genere, specie per una sciocchezza come pagare una corsa.

E dire che nella sua carriera non le sono mancate le sorprese, se non altro piacevoli.

Chi è Silvia Salis

Genovese, classe 1985, Silvia Salis è un enfant prodigue dell’atletica leggera, avendo iniziato a praticarla già alla tenera età di 8 anni. E già saltando i 3,70 metri dopo nemmeno un anno.

Non ha nemmeno 16 anni e ottiene il titolo di vicecampionessa agli Italiani allieve 2001. E a 17 anni l’oro agli Invernali di lanci.

Silvia esordisce a 23 anni con la Nazionale, in occasione degli Europei di Göteborg in Svezia nel 2006.

Otterrà ai Campionati Italiani 2008 due metaglio d’argento e una d’oro. E si potrebbe continuare così per tutti gli anni successivi, tra l’oro ottenuto ai Giochi del Mediterraneo 2009, fino ad arrivare agli Assoluti di Torino del 2015, con la vittoria del titolo nel lancio del martello.

In conclusione, Silvia Salis è tutt’oggi una delle più importanti atlete italiane nel lancio del martello, con 9 titoli nazionali vinti.

Ma oltre alla carriera sportiva, anche sul piano istituzionale la Salis ha avuto diverse piacevoli sorprese.

Un anno dopo gli Assoluti di Torino, viene eletta nel Consiglio Federale della FIDAL (Federazione Italiana Di Atletica Leggera), e nemmeno un anno dopo entra nel Consiglio Nazionale del CONI, il Comitato Olimpico Italiano, fino a diventarne nel 2021 vicepresidente vicario.

Perché Silvia Salis è stata “aggredita” a Genova da un tassista

La figura di Silvia Salis è sempre rimasta legata alla sua carriera sportiva e istituzionale, ma solo di recente è stata affiancata alla cronaca locale, a causa di un evento increscioso, accaduto ieri 5 dicembre.

Silvia ha notato che nell’abitacolo del taxi c’era il POS, e ha chiesto al tassista se potesse pagare la corsa con il bancomat. Lui le risponde che “non è più obbligato, che è finita la pacchia della banche, che a lui servono contanti“.

Inutili le sue obiezioni: il tassista le ripete che “ora, lui, può fare come vuole, ora lui può fare, finalmente, come vuole“.

Probabilmente il tassista ha creduto che fosse già in vigore la nuova disposizione sull’obbligo del pagamento via POS, previsto nella Manovra di Bilancio 2023 ma ancora non ufficializzato.

Questo incidente ottiene grande risonanza mediatica quanto Silvia Salis racconta l’accaduto sul suo profilo Instagram, citando addirittura il “mantra” del tassista:

“È finita la pacchia della banche”

Leggi anche: Pos, la Meloni vuole abbassare la soglia dei 60 euro. Quando e di quanto?

Come è andata a finire per il tassista

Il post di Silvia Salis diventa un caso nazionale, anche perché tocca uno dei temi finanziari più scottanti degli ultimi giorni, l’obbligatorietà o meno del POS per i pagamenti.

In difesa della categoria si è pronunciato di recente il presidente della Cooperativa Radiotaxi di Genova, Valter Centanaro, il quale rivolge le sue scuse a Silvia Salis per il disservizio, e le promette che “se è andata così, il tassista rischia una sospensione e una multa“.

Infatti, lo stesso Centanaro segnala come la sua cooperativa, con oltre 734 aderenti su 859 solo a Genova, abbia imposto il POS a bordo dal 2015, e “dall’aprile 2022 è previsto anche dal regolamento comunale del servizio“.

Il problema però sarà in futuro quando la Manovra di Bilancio (o altresì chiamata Legge Finanziaria) si scontrerà con il Regolamento Comunale. Anche tra tassisti c’è il timore di un cortocircuito burocratico, tra la legge nazionale e le ordinanze comunali:

“La Meloni dirà che non c’è più obbligo di Pos, Bucci sì: chi ha ragione? Io giuro che la mia cooperativa non tornerà indietro”

Va detto però che, come raccontato dalla stessa Silvia Salis, non mancano altri tassisti indisposti al pagamento via POS, anche se obbligatorio.

In un’altra occasione, al suo arrivo all’aeroporto di Genova, Silvia ha chiesto se fosse possibile pagare con la carta:

“Certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi.”

Come il tassista ora a rischio sospensione. E tutto questo per una corsa da 32 euro.

Leggi anche: Pos o contanti? Ecco quanto pesano davvero le commissioni, chi ci guadagna e chi ci perde

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