Spese militari: Conte alza la posta con Draghi. Le ragioni!

Movimento 5 Stelle in agitazione sulle spese militari del Governo Draghi. Giuseppe Conte alza la posta. Ecco le ragioni alla base delle sue azioni.

Movimento 5 Stelle in agitazione sulle spese militari. Il Governo Draghi ha deciso di accogliere un ordine del giorno di Fratelli d’Italia relativo ad un aumento del 2% del Pil delle spese militari.

Giuseppe Conte appena rieletto presidente del Movimento 5 Stelle ed ex Presidente del consiglio ha sottolineato che programmare una spesa militare in questa fase è una cosa che si può fare nel rispetto degli impegni internazionali e nazionali ma un partito di maggioranza ha anche il diritto di negoziare i termini temporali per rispettare questo impegno.

Ma che cosa c’è dietro queste fibrillazioni di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle in questa fase di turbolenza nei confronti del Governo Draghi. Vediamo di analizzare la situazione nel suo complesso.

Spese militari: le fibrillazioni tra Conte e Draghi 

Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il suo precedecessore a Palazzo Chigi Giuseppe Conte hanno anche avuto un lungo incontro nei giorni scorsi.

Le parole di Conte hanno illustrato al premier la posizione del Movimento 5 Stelle che non avrebbe più votato a favore degli aumento delle spese millitari dello stato anche se non ha intenzione di discutere accordi Nato pregressi.

Per Conte occorre in questa fase valutare tempi e impegni di spesa anche in considerazione di tante altre emergenze che sono attualmente presenti nel nostro paese.

Un distinguo che non è piaciuto a Mario Draghi con il Governo che fa sapere che intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni della Nato sull’aumento delle spese militari.

Fonti dell’esecutivo fanno trapelare che non ci sono possibilità che possano essere messi in discussione impegni in questo senso per di più in una fase di guerra in Europa. 

Giuseppe Conte ha ribadito di avere portato al premier la preoccupazione del Movimento 5 Stelle. In situazioni come quelle attuali di bollette triplicate e di aumento generalizzato delle spese alimentari questi temi devono avere la priorità rispetto all’aumento della spesa militare al 2% del Pil, è il ragionamento dell’ex premier. 

Spese militari, Conte: nessuna crisi di Governo all’orizzonte

Giuseppe Conte intervenendo poi su L a7 alla trasmissione di Giovanni Floris Di Martedì ha sottolineato che non ha senso parlare di crisi di Governo.

Sostiene di non avere sollevato nessuna crisi di Governo ma solo se si deve programmare una spesa militare esiste il diritto di un partito di maggioranza di arrivare a discutere anche i termini temporali nei quali effettuare queste spese.

Conte ha sottolineato di non avere mai messo in discussionie il tendenziale al 2% ma si può disutere se l’impegno va rispettato entro il 2024 con una spesa enorme, o entro il 2028 o entro il 2030, sarebbero situazioni molto diverse. Conte ha escluso che in Parlamento possano esserci sorprese.

Spese militari: quale è quindi la partita che sta giocando Giuseppe Conte?

Nei giorni scorsi si è parlato a lungo di sondaggi in base ai quali la maggioranza degli italiani si è detta contraria ad un invio delle armi in Ucraina. In una larga parte del paese c’è opposizione ad un aumento della spesa militare.

Giuseppe Conte appena rieletto cercherebbe di cogliere l’umore del paese su questo aspetto.

La vera intenzione non sarebbe sicuramente una crisi di Governo che in tempi di guerra non avrebbe nemmeno senso e sarebbe controproducente per lo stesso Movimento dal punto di vista elettorale ma di certo un certo “movimentismo” su questo aspetto non potrebbe che portare qualche beneficio dal punto di vista elettorale al Movimento 5 Stelle.

Movimento 5 Stelle e spese militari: le schermaglie con il Governo

Alcuni osservatori ritengono che queste schermaglie non porteranno mai a una crisi di Governo ma sono solamente funzionali al progetto di progressivo smarcamento del Movimento 5 Stelle dal Governo Draghi.

Come sottolinea ad esempio il direttore del Giornale Augusto Minzolini “non credo che ci sarà una crisi di Governo in presenza di una guerra per di più in Europa. Se Conte dovesse provocare una crisi di Governo su questi temi può lasciare la politica. Al di là delle sue minacce si può trovare un accordo salvaguardando le sue posizioni ma senza mettere in discussione la vita del Governo”. 

La sensazione diffusa da più parti è che il motivo principale di questo riposizionamento da parte di Conte del Movimento 5 Stelle sarebbe legato proprio alle analisi elettorali che danno in forte ribasso il Movimento. Si cercherebbe quindi di cavalcare un’onda popolare di contrarietà alle armi e di rifiuto di un aumento delle spese militari per provare a risalire la china.

Movimento 5 Stelle e spese militari: prima fase di uno smarcamento dal Governo Draghi?

Alcuni osservatori politici leggono anche un passo ulteriore nelle frasi Giuseppe Conte.

Molti ritengono che l’intenzione degli alti vertici del Movimento 5 Stelle potrebbe essere quella di sfilarsi progressivamente dal Governo Draghi in autunno e magari fare un passaggio all’opposizione.

Tanto le elezioni politiche si terranno nel 2023; anche un passaggio di questo tipo non porterebbe a nessuna interruzione della legislatura negli ultimi mesi dell’anno. Al Senato ci sarebbe maggioranza per Draghi anche senza il Movimento 5 Stelle.

In questo caso il Movimento 5 Stelle potrebbe passare mesi all’opposizione al Governo mettendo sul tavolo tutte le proteste che in questi mesi sono state sopite. Una sorta di situazione speculare a quella di Fratelli d’Italia che essendo rimasta fuori dal Governo Draghi ha catalizzato attorno a se la protesta ed è aumentata esponenzialmente nei sondaggi.

Questa potrebbe essere la strada che potrebbe essere tentato di scegliere Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle.

Movimento 5 stelle “in movimento”: la preoccupazione del segretario del Pd Enrico Letta

Enrico Letta da quando è diventato segretario del Partito Democratico ha cercato di avviare un rapporto intenso tra il Pd stesso e il Movimento 5 Stelle. Instaurando anche un rapporto di consultazione continua con Conte. 

Ora nel Partito Democratico e in Enrico Letta stesso c’è preoccupazione per quella che può essere la strada nuova che potrebbe intraprendere il Movimento.

Letta ha scritto un messaggio preoccupato sui suoi profili social: “L’Italia lascerebbe sbigottito il mondo intero se si aprisse ora una crisi di governo. Sarebbe una crisi dannosa per noi, per tutti noi. E sarebbe tremendamente negativa per il processo di pace e per chi soffre per via della guerra. Noi lavoriamo con impegno per evitarla”.

Movimento 5 Stelle “in movimento”: l’attacco di Matteo Renzi

Chi non è sicuramente in sintonia con le posizioni del Movimento 5 Stelle e di Giuseppe Conte è Matteo Renzi.

Quel Matteo Renzi che un anno fa ha contribuito in maniera determinante a fare terminare l’esperienza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi che poi è stato sostituito da Mario Draghi.

Renzi ovviamente non perde occasione per attaccare Conte e i 5 Stelle e dai suoi profili social ha postato un video: “Il mondo discute delle questioni legate all’Ucraina – dice Renzi – situazioni di una tragedia drammatica e umanitaria e le conseguenze geopolitiche su quello che accadrà su Cina, Nato e Unione Europea”.

“E da noi cosa succede? Da noi i media danno spazio a Giuseppe Conte leader dei 5 Stelle che prova a fare cadere il governo proprio sulle spese militari. Conte ha aumentato le spese militari quando era al Governo, oggi ha cambiato idea non solo per mettere in difficoltà Draghi ma anche perchè deve inseguire i sondaggi. Non sono mai stato fiero di avere lavorato per mandare a casa Conte e mettere Draghi al suo posto come in queste ore”. 

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