Dopo il decreto legge firmato lo scorso 16 febbraio, il governo ha detto stop a cessione del credito e sconto in fattura. Il divieto è entrato in vigore il 17 febbraio e riguarda il Superbonus e altri bonus edilizi come Eco e Simabonus.
Alcuni bonus, però, si “salvano” dalla scure del governo. Ecco quali non sono coinvolti nelle limitazioni.
Stop cessione del credito e sconto in fattura: i bonus che non sono coinvolti nel divieto
Dal 17 febbraio in poi, per i lavori successivi all’entrata in vigore del decreto, i contribuenti non possono più richiedere lo sconto in fattura al fornitore o la cessione dei crediti corrispondenti alla spesa sostenuta. Allo stesso modo, alle Pubbliche amministrazioni è fatto divieto di “assorbire” i crediti ingolfati.
In poche parole, chi esegue interventi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia (ad esempio il Superbonus al 110 o al 90%) può soltanto sfruttare la detrazione d’imposta nel 730. E a tal fine è importante conoscere in anticipo la propria capienza fiscale.
Ma c’è una buona notizia: lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura non riguarda tutti i bonus previsti dal governo.
Nel dettaglio, sono esclusi dal divieto i bonus che non riguardano l’edilizia:
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i crediti super-Ace
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i crediti energia e gas
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il credito d’imposta per le imprese turistiche nell’ambito del Pnrr
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il bonus digitalizzazione per agenzie di viaggio e tour operator
Per quali bonus non ci può più chiedere cessione del credito e sconto in fattura
Come prevede l’articolo 2 del Dl 11/2023, comma 4, cessione del credito e sconto in fattura non si possono più chiedere per Superbonus, Ecobonus e Sismabonus.
La motivazione – come hanno ampiamente ribadito i vertici del governo – è quella di frenare la spesa pubblica e non creare nuovo debito. Stando alle parole della premier Meloni, il Superbonus sarebbe costato circa 2.000 euro a ogni cittadino italiano. Dunque lo stop alle cessioni dovrebbe servire da una parte per frenare il problema dei crediti ingolfati, dall’altra per porre fine alle truffe di chi ha ceduto i crediti pur non avendo eseguito i lavori previsti dalla legge.