Stop alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035

Il Parlamento europeo, non senza discussioni, ha approvato lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. Non si tratta al momento di una decisione definitiva ma la linea sembra tracciata e va in questa direzione. Ecco il punto della situazione.

Image

Il Parlamento europeo, non senza discussioni, ha approvato lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035.

Non si tratta al momento di una decisione definitiva ma la linea sembra tracciata e va in questa direzione.

L’emendamento ha ottenuto 339 voti a favore e 249 contrari; 24 sono stati gli astenuti. Vediamo tutti i dettagli sulle novità emerse dall'assemblea europea e cosa succederà a partire dal 2035.

C'è da specificare subito che il provvedimento "zero emissioni" non entrerà automaticamente in vigore. No, perché una volta approvato definitivamente in ambito europe con anche la Commissione, il provvedimento diverrà oggetto di una ulteriore fase negoziale a cui parteciperanno anche i governi dei singoli Paesi. Vediamo la situazione.

Stop alla vendita di auto diesel e a benzina a partire dal 2035

Il Parlamento europeo ha dato il via libera ad un pacchetto di misure nell'ambito del progetto Fit-for-55. Si tratta di un piano che prevede un taglio imponente di emissioni di anidride carbonica nell'aria con l'obiettivo di arrivare alla cosiddetta neutralità climatica entro l'anno 2050.

Uno degli assi portanti di questo progetto è quello che ha un grande impatto sulla vita dei cittadini nei vari stati dell'Unione Europea visto che si è sancito il blocco definitivo della vendita di automobili a benzina, a diesel e a Gpl a partire dal prossimo anno 2035. 

Stop alla vendita di auto diesel e a benzina a partire dal 2035: le deroghe

Come illustra Il Sole 24 ore la norma è passata non senza discussioni. Il Partito Popolare europeo aveva proposto un emendamento che è stato respinto dall'assemblea che puntava ad una riduzione dal 100% a 90% del taglio delle emissioni inquinanti.

E' passata incece una modifica che prolunga dal 2030 al 2036 la deroga alle regole dell'Unione Europea sulle emissioni per i piccoli produttori di auto e furgoni.

Come informa il Corriere della Sera è stato approvato l’emendamento cosiddetto «salva Ferrari» firmato da eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui beneficiano i produttori di nicchia.

La plenaria ha concesso una deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila) fino al 2036. L’emendamento era stato presentato con il chiaro obiettivo di salvaguardare la produzione della motor valley dell’Emilia-Romagna, in particolare proprio quelle del Cavallino e della Lamborghini.

Stop alla vendita di auto diesel e benzina: ecco le prossime tappe

Naturalmente non siamo ancora in presenza di quella che è la decisione definitiva.

Il Parlamento ora di concerto con il Consiglio Europeo e la Commissione europea dovrà arrivare alla stesura finale relativa al provvedimento. E poi si passa a parlare con gli Stati. Naturalmente il braccio di ferro non terminerà qui visto che da più parti si stanno già alzando le voci per chiedere un allungamento della tempistica rispetto al termine perentorio fissato al momento per il 2035. 

Stop alla vendita di auto diesel e benzina: scontro acceso all'Europarlamento

Naturalmente essendo una norma molto importante, non potevano mancare le frizioni all'interno dei vari gruppi dell'europarlamento, in particolare tra Socialisti da un lato e Popolari e Liberali dall'altro.

Ad esempio, riporta sempre il Sole 24 Ore, non sono state adottate dal parlamento alcune proposte chiave per la Commissione Europea ad esempio sul discorso delle emissioni di gas serra (Riforma Mercato degli Ets) e sulla cosiddetta Carbon Tax ovvero sulla proposta di tassazione sull'import europeo di prodotti che presentano un'alta intensità di carbonio. 

E allo stesso modo sul tema del Social Climate Fund. Ovvero l'introduzione di un fondo sociale per i soggetti che risultano più vulnerabili in merito alle nuove strette in ottica di tutela ambientale che vengono proposte.

Ma tutte queste tre tematiche sono state inviate nuovamente alla Commissione Ambiente visto che le forze conservatrici presenti all'Europarlamento erano riuscite a fare approvare degli emendamenti appositi per cercare di ridurre o ritardare la stretta e le limitazioni sulle emissioni.

Il Ppe, racconta Il Sole 24 Ore, aveva promosso e sostenuto il via libera a una serie di emendamenti che avrebbero ridotto i tagli alle emissioni proposti dalla Commissione. 

Il gruppo dei Socialisti&Democratici, dopo aver chiesto una sospensione ha deciso di bocciare e rimandare - almeno - a settembre l’intero pacchetto, ritenendolo troppo indebolito rispetto ai piani originari della Commissione. Stessa cosa su Carbon tax e Social climate fund.

Stop alla vendita di auto diesel e benzina: la polemica arriva anche sul versante italiano

Come noto al Parlamento europeo c'è una maggioranza cosiddetta "Ursula".

Lo scontro politico vede i Popolari accusare i Socialisti di avere affossato la riforma degli Ets per ragioni di ideologia.

E i socialisti invece che accusano il Partito Popolare di avere tradito quella che era l'impostazione originaria della commissione europea salvando la situazione dai tentativi dei Popolari di ammorbidire le norme venendo meno al raggiungimento di certi obiettivi che la Commissione europea si era posta. 

Come spiega sempre il Sole 24 Ore Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia nel nostro paese e vice presidente del gruppo del Partito Popolare all'Europarlamento ha evidenziato che:

"il gruppo dei Socialisti e Democratici ha bloccato la riforma del sistema Ets perché non ha ottenuto quello che voleva, ovvero una riforma ideologizzata che penalizza i lavoratori. Vista la sconfitta i socialisti si sono alleati con Afd e Le Pen per bloccare tutto. Pur di bloccare tutto si sono alleati con l’estrema sinistra e l’estrema destra”. 

In ambito Partito Democratico invece si evidenzia che:

"la destra è riuscita a smontare uno degli aspetti più importanti della riforma  e ha perso la sua battaglia nel tentato emendamento dello stop alle emissioni delle vetture entro il 2035".

Stop alla vendita di auto diesel e benzina: i commenti e le reazioni politiche in Italia

Anche all’interno del governo italiano sono emerse perplessità. Ne ha parlato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti:

”Evidentemente, anche a Bruxelles – racconta al Corriere della Sera - in quella specie di grande bolla dove si producono norme importanti e dove in Commissione hanno un confronto meno diretto dei parlamentari italiani che producono bonus, si devono fare i conti con la realtà. Spero che i deputati europei facciano quello che deve fare un politico, cioè valutare con realismo la situazione”.

Matteo Salvini leader della Lega ha immediatamente definito il voto "un regalo alla Cina".

Lega e Fratelli d’Italia avevano annunciato il loro voto contrario.

Enrico Letta aveva schierato invece il Partito Democratico nettamente a favore dell’intero "Fitfor55". Come anche il Movimento 5 Stelle. Carlo Calenda di Azione sostiene che i danni saranno nettamente superiori rispetto ai benefici.

Stop alla vendita di auto diesel e benzina: Acea, regolamentazone prematura

"L'Acea - racconta l'Agenzia Agi  - ovvero l'Associazione Europea dei Produttori di Automobili esprime preoccupazione per il voto del Parlamento europeo perché

"la trasformazione del settore dipende da molti fattori esterni che non sono completamente nelle sue mani" e "data la volatilità e l'incertezza che stiamo vivendo giorno per giorno a livello globale, qualsiasi regolamentazione a lungo termine che vada oltre questo decennio è prematura in questa fase iniziale”.