Strage di Bologna: mistero svelato! Ergastolo all’esecutore

Dopo quarantadue anni, finalmente possiamo chiudere il capitolo "Strage di Bologna". Paolo Bellini, colui che ha messo la bomba, si è beccato l'ergastolo.

Sono passati quasi 22 anni dal peggior attentato terroristico della storia repubblicana italiana. Era il 2 agosto 1980 quando una valigetta contenente 5 chili di T4 e tritolo e 18 chili di gelatinato esplose alla stazione centrale di Bologna, uccidente 80 persone e ferendone 200. 

La Strage di Bologna fu il culmine degli anni di piombo, le due decadi in cui l’Italia visse la Guerra Fredda a modo tutto suo, divisa fra gruppi estremistici di sinistra e di destra. 

Due anni prima, nel 1978, le Brigate Rosse rapirono ed uccisero Aldo Moro, uno dei massimi esponenti politici del tempo. Questo era il modo con cui i comunisti più estremi terrorizzavano il paese: sequestrando ed uccidendo alti personaggi di spicco. 

I gruppi estremistici di destra, invece, usavano una strategia completamente diversa. Il loro obiettivo era seminare il terrore fra la popolazione, organizzando atti terroristici dall’enorme natura distruttiva. 

Nel 1969, una bomba al centro di Piazza Fontana a Milano diede inizio a questa terribile strategia della tensione che, secondo la terminologia storica, terminò proprio con la Strage di Bologna

L’avvenimento rimase avvolto nel mistero per tanti anni a venire, finché non furono scoperti sia i mandanti che i responsabili fisici della strage

Oggi, uno di quei responsabili è stato condannato all’ergastolo dalla procura di Bologna. Si tratta di Paolo Bellini, la cui storia ed il modo in cui è stato processato racconteremo in questo articolo. Egli è uno dei pochi uomini associati alla strage rimasti ancora in vita

I quattro mandanti giudicati colpevoli, ovvero gli esponenti della potentissima setta massonica Loggia P2, sono tutti deceduti negli scorsi anni. Si tratta di Mario TedeschiUmberto OrtolaniFederico Umberto d’Amato e, ovviamente, il capo supremo Licio Gelli. Le quattro menti dietro la violentissima morte di 80 persone sono decedute in pace nel loro letto. 

A seguito della sentenza, non sono mancate le parole di giubilo del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il quale ha detto

Un momento di giustizia per la città di Bologna, l’Emilia-Romagna e il Paese. Che dobbiamo in primo luogo alla tenacia dei parenti delle vittime e al lavoro incessante dell’Associazione che li rappresenta, oltre ovviamente a quello degli inquirenti.

Un ulteriore approdo lungo la strada per arrivare alla piena verità su una strage terribile e inaudita, tuttora difficile anche solo da immaginare.

Vediamo dunque qual è la storia dietro questa terribile strage. Chi è Licio Gelli? Cosa c’entra la P2? Cosa ha fatto davvero Paolo Bellini? Scopriamolo insieme. 

La Loggia P2: l’impero del male

La Loggia Massonica Propaganda 2, detta anche semplicemente Loggia P2, era un gruppo occulto di potenti comandato da Licio Gelli, il quale ne fu capo fra gli anni ’70 e gli anni ’80. 

Di stampo neofascista, la Loggia P2 ha una storia molto vecchia, nascendo addirittura nel 1890. Col tempo, si rivelò essere una delle organizzazioni fondamentali per la guida dello stato italiano

Il suo leader, Licio Gelli, era un vecchio fascista che entrò nella massoneria nel 1963, scalandone i ranghi fino a diventare il capo supremo della Loggia. Nel 1981, qualche mese dopo la strage, la sua villa di Arezzo fu perquisita mentre Gelli stesso era latitante all’estero. 

Nella perquisizione fu trovato un archivio contenente tutti i nomi dei membri della Loggia P2. Fra di essi, figuravano le personalità di Maurizio Costanzo, Vittorio Emanuele di Savoia, Paolo Mosca e Silvio Berlusconi. Insomma, tutte i principali personaggi della vita politica e mediatica italiana. 

La Loggia fu sciolta quello stesso anno. 

Se volete sapere di più sulla Loggia P2 e sui suoi schemi occulti per il controllo dello stato, vi lasciamo questo video informativo a riguardo di Massimo Polidoro

Le menti assassine dietro la Strage di Bologna

Licio Gelli venne rintracciato ed arrestato in Svizzera nel 1983, e gli fu sequestrato un libretto intitolato “Appunto Bologna”. 

Al suo interno, la procura di Bologna ha trovato tutti i nomi collegati con la Strage di Bologna, nonché da dove provenivano i finanziamenti per la costruzione della bomba e l’organizzazione dell’attentato. 

I soldi provenivano da un Banco Finanziario gestito da Roberto Calvi, membro della Loggia P2, e vennero gestiti da Umberto Ortolani, la “mente finanziaria” dietro l’intera strage. 

La procura di Bologna, poi, ha individuato altri due mandanti della strage: il capo dell’ufficio Affari riservati del Viminale Federico Umberto D’Amato ed il senatore del MSI Mario Tedeschi. L’MSI, lo ricordiamo, era il partito dell’estrema destra e attore politico molto importante della Prima Repubblica. 

Ortolani, D’Amato e Tedeschi erano tutti membri della P2 e riuscirono, grazie al loro potere politico e finanziario, a depistare le indagini per anni lasciando che sia loro che Licio Gelli venissero assolti da ogni accusa

Oggi, tutti questi uomini sono morti. Licio Gelli, l’eminenza grigia della politica italiana, è deceduto serenamente all’età di 96 anni a Villa Wanda, la stessa residenza in cui fu trovata la lista di nomi della P2

La procura di Bologna, con la sentenza odierna, ha condannato questi uomini come mandanti della Strage di Bologna, definendoli tuttavia “improcessabili” proprio perché, appunto, deceduti. 

Gelli, Calvi, Ortolani, D’Amato e Tedeschi, però, furono solamente i mandanti della Strage di Bologna. Gli 80 cittadini italiani deceduti quel giorno devono a loro la morte, ma non furono essi a posizionare fisicamente l’ordigno letale. 

A farlo fu Paolo Bellini, oggi condannato all’ergastolo. 

Chi è Paolo Bellini? 

I mandanti della Strage di Bologna furono i membri della Loggia P2, ma a posizionare la bomba quel maledetto 2 agosto 1980 fu Paolo Bellini, almeno secondo la sentenza della Procura di Bologna. 

In un’intervista al Post, il giornalista Giovanni Vignali, autore di un libro proprio su Paolo Bellini, aveva raccontato chi fosse quest’uomo e che contatti avesse con le alte sfere della politica italiana: 

Bellini andò a vivere a Foligno dove ottenne il porto d’armi e brevetto di volo, cosa piuttosto strana per un ragazzo che arrivava dal Brasile e che non aveva nessun motivo per dovere o potere girare armato. In aereo, preso il brevetto, volava con un amico di suo padre, Ugo Sisti, procuratore di Bologna. Il procuratore di Bologna si accompagnava a un latitante.

E accadde anche che dopo la strage di Bologna il Procuratore Sisti invece di restare a Bologna decise di andare a rilassarsi in montagna. E andò nell’albergo La Mucciatella, di proprietà della famiglia Bellini, sopra Reggio Emilia. Lì lo trovarono i poliziotti che erano arrivati per una perquisizione.

Paolo Bellini fu arrestato nel 1981, ed in carcere entrò in contatto con degli esponenti della mafia. Attraverso queste nuove “amicizie”, Bellini organizzò svariati attentati ed attacchi nel corso degli anni ’90. 

La sua partecipazione nella Strage di Bologna, come l’uomo che ha portato la valigetta con l’esplosivo e l’ha lasciata nella sala d’attesa della stazione, fu inizialmente confermata da un video di un turista svizzero che inquadrava un uomo incredibilmente simile a Bellini posare la valigia incriminata per terra

Fino a qualche anno fa, tuttavia, la colpevolezza di Paolo Bellini come esecutore della Strage di Bologna era stata confutata dall’alibi testimoniato dalla moglie, la quale affermava che proprio quella mattina la famiglia era partita in villeggiatura. 

Le indagini su chi fosse quell’uomo misterioso che appariva nel video, quindi, continuarono

La svolta nel processo e l’accusa di Paolo Bellini

Nel 2021, la svolta. La moglie (a quel punto ex) di Bellini confermò che l’uomo del video era suo marito. I pm della procura avevano una prova schiacciante che Bellini fosse l’esecutore della Strage di Bologna

Tutto questo portò, come abbiamo detto, alla condanna all’ergastolo per Paolo Bellini

Ovviamente, l’uomo continua a negare fermamente la sua complicità con la Strage di Bologna. Bellini stesso, dopo la sentenza, si è definito “assassino e ladro” ma di non aver nulla a che fare con quell’attentato

Uno degli avvocati di Bellini ha dichiarato che andranno in Corte d’Appello e continueranno ad impugnare la sentenza fino alla fine: 

Vedremo la sentenza e faremo appello, ovviamente: mica gli potremo lasciare l’ergastolo. Non ci aspettavamo questo risultato. Eravamo molto fiduciosi sull’esito del processo, perché avevamo speso argomenti non banali. 

Quella della moglie di Bellini non è una testimonianza ma è un riconoscimento fotografico, ed è molto discutibile dal punto di vista procedurale. Bellini viene condannato perché riconosciuto dalla moglie. La moglie cambia gli orari quattro volte e il problema è se quell’uomo non è Bellini, come ha detto il nostro consulente.               

Insomma, il processo non è del tutto finito nonostante il giubilo dello stato e dei parenti delle vittime che attendono giustizia da quarant’anni. 

Il risarcimento delle vittime della Strage di Bologna

La Strage di Bologna, ovviamente, ha causato dolore sia ai famigliari delle vittime direttamente colpite sia alla dignità dello stato italiano in generale. 

Come ha detto Umberto Palma, uno dei rappresentanti dell’accusa, infatti: 

La strage non colpisce soltanto le vittime malcapitate ma offende un valore, il valore principale della nostra Repubblica, che è la democrazia. Perché se io col sangue tento di condizionare la vita democratica, i flussi di voto, il consenso tento di far scattare una reazione che possa influenzare la vita politica del Paese e offendo la Costituzione, il Paese stesso, l’Italia.

In ogni caso, i responsabili della strage dovranno risarcire svariate migliaia di euro ai parenti delle famiglie colpite. Le multe vanno da 10mila a 50mila euro a seconda della vicinanza parentale con la vittima della Strage di Bologna. 

Insomma, si spera che questo sia il processo che metta fine alla terribile storia della Strage di Bologna e che dia un minimo di meritato sollievo alle vittime colpite. 

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